WARFARE
The Revenge

Etichetta: autoprodotto
Anno: 2009
Durata: 19 min
Genere: thrash metal


Arriva da Udine il giovane quartetto oggetto di recensione, nato nel 2007 sotto il nome Warfare, e come citato nella stessa biografia, autore di un thrash metal influenzato anche dalla scena metal core odierna, senza mai dimenticare le origini del genere e mostrando radici ben piantate nel sound della Bay Area degli anni '80. Ne sono una prova evidente le 4 tracce qui presentate, che accompagnano per quasi un ventina di minuti e danno vita alla prima demo dei Warfare, "The Revenge", disponibile dallo scorso aprile e, a differenza di molte altre "opere prime" di colleghi ed amici, presentante una qualità di registrazione oltre che un packaging decisamente professionale, sintomo di convinzione nella propria proposta.
Si parte con "No Mercy For The Dying", brano inquadrato e dalle innumerevoli aperture melodiche, che molto rimanda a Testament, Metallica e Megadeth, in particolare le produzioni datate anni '90 dei tre gruppi citati, con un occhio di riguardo per l'heavy metal classico e certe soluzioni strumentali; un bridge centrale pre - solo direttamente ispirato alla scuola Forbidden farà la gioia dei più intransigenti supporter. La successiva "Kill To Live Again" si inoltra in territori power thrash, con ricorso a frequenti cambi di tempo, e troviamo uno scambio fra chitarra solista e basso decisamente intrigante a rendere il brano particolare; "Faith And Blood" è il classico mid tempo estrapolato dagli anni d'oro della Bay Area, ed un paragone con i fin troppo noti Exodus non sembra stare stretto proseguendo con l'ascolto del brano ed il suo incedere diretto e sincero, senza ripensamenti. In chiusura troviamo l'autocelebrativa "Warfare", una sorta di sintesi della creatività della band, più criptica e cupa, e senza cali di tensione dall'inizio al termine.
Un esordio sostanzialmente molto onesto, che non brilla per personalità in fase di composizione, ma lascia buoni spiragli in virtù di sviluppi successivi, a partire da una lavoro di arrangiamento già ben delineato e posto in "prima linea" dallo stesso quartetto, che riesce a confezionare quattro brani di senso compiuto, soprattutto capaci di focalizzare l'attenzione dell'ascoltatore, non fuorviato e non portato ad "estraniarsi" dalla dimensione musicale.
La voce di Davide Pandolfo fa molto spesso il verso (con le dovute proporzioni) al James Hetfield post "Black Album", con armonizzazioni vocali che aumentano la sensazione di somiglianza; spicca su tutti i membri la chitarra di Cristiano Antonutti, autore di partiture soliste di notevole spessore tecnico, molto "neoclassiche" nella concezione e nell'esecuzione, oltre agli intrecci già citati con il bassista Gabriele Antonutti, anch'egli tecnicamente preparato e preciso.
La valutazione finale di certo non tiene conto esclusivamente del parere soggettivo del sottoscritto; purtroppo, o per fortuna, è necessario mantenere una certa dose di oggettività nel parlare a terzi di una produzione, ed anche i Warfare peccano in qualche occasione, soprattutto dal punto di vista del songwriting troppo lineare e che poco fuoriesce dalle righe che loro stessi si sono imposti (punto d'altronde già delineato in precedenza). Credo che grazie alla perizia tecnica che i membri dimostrano, anche questa mancanza verrà sopperita a breve; ne va della godibilità del prodotto nella sua interezza, che alle volte risulta davvero monotono e molto simile in più punti. In alcuni frangenti si sentono soluzioni decisamente interessanti, ma manca il tiro che fa la differenza per formazioni dal songwriting molto più semplice e diretto. Ad ogni modo un inizio che fa decisamente ben sperare per il futuro; ci auguriamo quindi di sentire a breve il nome Warfare in termini molto più entusiastici, supporto!!!
(PaulThrash - Luglio 2009)

Voto: 6.5


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