SPACE PARANOIDS
Lingeras

Etichetta: autoprodotto
Anno: 2009
Durata: 23 min
Genere: stoner


Qualche tempo fa avevo già avuto modo di recensire i cuneesi Space Paranoids, interessante formazione dedita al verbo dello stoner: la band era riuscita a costruire un sound potente ed efficace da loro definito Mountain Stoner Rock. La definizione deriva dal fatto che la band, non potendo essere influenzata dai paesaggi desertici e polverosi cari allo stoner, trovavano invece ispirazione nei paesaggi montuosi della loro zona, riuscendo comunque a sposare la loro musica con i paesaggi, spesso altrettanto spogli e aridi, della montagna. Dopo un primo demo, "Space Paranoids", eccoci quindi a parlare di questa seconda creatura, "Lingeras", composta da quattro nuove composizioni. Togliamoci subito il pensiero e diciamo che la band non ha tradito le aspettative, scrivendo un nuovo demo godibile e ben suonato, che certo non è ancora esente da difetti ma che mostra sicuramente un percorso di crescita.
Lo stile della band continua a rifarsi a grandi nomi come Kyuss, Electric Wizard e Black Sabbath, ma non disdegna affatto contaminazioni da altri generi, che sia la psichedelia di matrice floydiana, oppure, perchè no, del buon sano vecchio heavy metal. A questo proposito, iniziamo subito a parlare di "It Tastes Of Beer And Beans", brano di apertura del CD che inizia a darci un inquadramento della musica degli Space Paranoids: il brano è il più veloce e diretto, il riffing è sporco e grezzo come si conviene al genere, ma come dicevo non ci vuole molto a sentire che la band non si è fatta mancare buone dosi di heavy metal classico nella sua formazione artistica. Buone ritmiche, buona energia: solo il cantante Simone Rossi ancora non riesce a convincermi in ogni frangente, con la sua voce sì grintosa ma ancora poco precisa e intendiamoci, con 'precisa' non intendo certo la pulizia o il bel canto, ma proprio la capacità di essere sempre nel contesto giusto all'interno della musica.
Continuiamo con "Goat's Bridge" e ci troviamo di fronte al pezzo più classico del lotto: qui lo stoner più tradizionale guida la mente e le mani dei musicisti e ci sono molte meno contaminazioni rispetto al brano precedente: niente di cui lamentarsi, comunque, perchè il brano è assolutamente convincente e quindi non rappresenta una caduta di tono pur nel suo vestito tradizionale. Il vero picco, però, arriva con "Three Lonely Pines", lunga composizione psichedelica e avvolgente: qui le chitarre abbandonano il graffiare della distorsione e si limitano a punteggiare una canzone dove a farla da padrone sono le percussioni, già presenti nel primo demo della band, ma qui davvero valorizzate, e in generale tutta la sezione ritmica. Le atmosfere si fanno calde e oniriche e la band dimostra di avere capacità compositive davvero non indifferenti.
Chiude il CD "To Die And To Let Die", introdotta da un estratto dal film di Sergio Leone "Il Buono, Il Brutto, Il Cattivo": questo forse è il brano meno riuscito, vuoi perchè non mi pare aggiunga niente a quanto detto finora, vuoi per una certa mancanza di energia che invece non si percepiva negli altri tre brani. Si tratta comunque di una normale flessione che non intacca il buon valore di un demo che mostra diverse idee molto interessanti.
A questo punto possiamo dire che anche la prova del secondo demo è stata superata dagli Space Paranoids, che hanno mostrato di aver utilizzato il tempo per fare un ulteriore passo avanti. A questo punto non ci resta che sperare in un pizzico di fortuna che possa fruttare loro un contratto discografico e che ci permetta di ascoltare presto il primo full-length di questi ragazzi.
(Danny Boodman - Marzo 2010)

Voto: 7.5


Contatti:
Mail: spaceparanoids@alice.it
Sito internet: http://www.myspace.com/spaceparanoidscuneo