SOUL RAPE
Gargoyles
Etichetta: autoprodotto
Anno: 2010
Durata: 26 min
Genere: death
Seconda release per i varesotti Soul Rape, ancora una demo che segue la
prima "Primordial Paradox" prodotta dalla band nel 2008; una nuova era
per il quartetto, con un significativo cambio di line up, che ha visto
l'ingresso di Daniele Tamborini alla seconda chitarra, il cimentarsi di
Lorenzo Ferioli dietro al microfono oltre che con la 6 corde, al posto
del defezionario Moloch, e l'arrivo di Pietro Battanta dietro le pelli
al posto del fondatore Maui, una sorta di rivoluzione interna che ha
giovato in senso positivo alla maturazione del gruppo. Una maturazione
che scaturisce limpida (anche se il termine suona decisamente poco
consono, vista la resa sonora pessima) dalle note dei tre brani inediti
contenuti all'interno, a cui si viene ad affiancare una cover ben
eseguita dei capostipiti At The Gates, quella "Cold" presente su un
disco seminale qual è tuttora "Slaughter Of The Soul". Una maturazione
dovuta ad un approccio vocale più ricercato, che si sostituisce allo
screaming impulsivo che aveva contraddistinto il precedente cantante, ed
un drumming preciso, veloce, ma nel contempo studiato, a differenza del
drumming caotico e con poca cognizione del tempo del precedente membro
fondatore.
Il genere proposto è death metal, con una forte propensione per la
melodia; per certi versi, alcune soluzioni progressive intervengono nel
corso dello scorrere del platter, pur continuando a rimanere nell'ambito
di una sottile mistura fra le influenze del filone nordeuropeo e del
filone floridiano.
Pur essendo solo 4 brani, e riferendosi esclusivamente alla produzione
inedita, la durata del lavoro è piuttosto consistente, arrivando ad un
minutaggio totale di 22 minuti (26 con "Cold"); i nostri non cercano di
sintetizzare il proprio pensiero, ma lo lasciano libero di fluire
all'interno dei brani, riuscendo a non condensare riff senza un filo
logico, al contrario concatenando con perizia le varie partiture che
compongono le tracce inserite.
Nessuno dei brani viene ripreso da "Primordial Paradox", tutta nuova
farina presa da un sacco che sembra contenerne di buona qualità. Si
parte con "Endless Reign", intro acustica in cui la melodia la fa da
padrona, a cui segue immediatamente una partitura a la Carcass, tra le
influenze primarie dei nostri, senza dimenticare di cogliere le
atmosfere orientaleggianti che costellano il bridge del brano; da notare
come Lorenzo si cimenti anche con voce pulita, con risultati insperati
ed incoraggianti per successive sperimentazioni in questa direzione.
La titletrack, senza dubbio il brano migliore dei presenti, è un vero e
proprio tributo al combo britannico già citato, con un susseguirsi di
interessanti soluzioni sonore, ed un intermezzo letteralmente rubato
agli immensi Death del periodo "Spiritual Healing"; ma d'altronde si sa,
è ben difficile riuscire a discostarsi da un mito quale quello di Chuck
Schuldiner.
Con l'autocelebrativa "Soul Rape" ci spostiamo dall'altra parte
dell'oceano, ed il profondo solco scavato dagli Atheist di Kelly Schafer
nei cuori dei nostri può liberamente sfogarsi; ma c'è spazio anche per
la controparte europea, e non si fatica a riconoscere i Pestilence fra
le righe. Stupisce la partitura solista, con un accompagnamento heavy
metal allo stato puro.
Davvero un peccato che brani con un loro perché siano stati "deturpati"
da una registrazione che avrebbe potuto essere efficace sul finire degli
anni '80 per una band underground (non si parla nemmeno lontanamente di
livelli professionali), di certo non attualmente; chitarre che non si
amalgamano, tantomeno definibili heavy, ai limiti del grunge più che del
metal estremo, un basso che appare esclusivamente in occasione delle
sue partiture soliste o dei suoi arpeggi, e per il resto scompare nel
marasma generale, effettistica applicata agli strumenti a livello
amatoriale, senza probabilmente avere ben presente come e cosa fare. Un
vero peccato, considerato l'impegno dimostrato dai nostri nel tentativo
di confezionare un prodotto curato dal punto di vista dell'esecuzione, a
patto che anche da parte loro vi sia maggior riguardo nell'affinamento
della pulizia, soprattutto per quanto riguarda le due 6 corde.
Sarà certamente difficile anche per i Soul Rape uscire allo scoperto in
un panorama come quello italiano, dove vincono le conoscenze o
l'indubbia qualità; ma con un pizzico di fortuna, e riuscendo a
raffinare quanto ancora acerbo, sono convinto che anche i Soul Rape
potrebbero dire la loro e farsi largo nella nostra penisola... staremo a
vedere, nel frattempo, supporto!
(PaulThrash - Agosto 2011)
Voto: 7
Contatti:
Sito Soul Rape: http://www.myspace.com/truesoulrape