ERIC STARDUST & AVATARS
Ghost Planet

Etichetta: autoprodotto
Anno: 2009
Durata: 25 min
Genere: dark / elettronica


Eccomi qui ancora una volta a dare spazio sulle pagine di Shapeless ad un progetto che con il metal ha davvero poco (se non niente) da spartire. Si tratta di Eric Stardust & Avatars, che si presentano a noi con questo demo intitolato "Ghost Planet". Come si diceva, quindi, non aspettatevi riff assassini, urla belluine e metallo fumanti: questo particolare artista sicuramente cresciuto a pane, Depeche Mode e dark wave anni '80, quindi il suo mondo è qul pop/rock sintetico fatto di tastiere, melodie sensuali e una bella dose di languida malinconia, data soprattutto dal timbro profondo di Eric alla voce. Insomma, un chiaro esempio di tributo ad uno stile e ad un'epoca passata? Sicuramente sì. "Ghost Planet" non vuole inventare niente, ma cerca semplicemente di rievocare quelle atmosfere che tanti amanti di quelle sonorità non sanno più dove cercare; niente di più e niente di meno di quello che fanno tantissimi gruppi metal, anche apprezzati, che portano avanti fieramente la bandiera issata dai grandi nomi del passato.
Possiamo dire, però, che l'esperimento sia anche riuscito a livello qualitativo? Purtroppo temo di no e devo ammettere con un certo dispiacere che l'ascolto di questo CD mi ha dato più delusione che piacere. Si sa, se già un artista non può vantare uno stile originale o almeno personale, perlomeno deve sopperire il tutto con una scrittura ineccepibile e, possibilmente, un'elevata qualità formale. Purtroppo questo non succede nel CD in questione e, anzi, sono numerosi i difetti che lo rendono indigesto, a mio parere. Innanzitutto abbiamo la voce stessa di Eric che vuole sì essere profonda e sensuale, ma lo fa con un cantato forzato, simile sì a quello di Dave Gahan, ma anche lamentoso e sgraziato. Questo, purtroppo, va a pesare davvero tanto sull'economia finale delle composizioni, che non riescono a decollare principalmente a causa di questo. Per il resto abbiamo a che fare con una scrittura piuttosto semplice, ma in parte anche piacevole: la title-track, per esempio, potrebbe avere del potenziale, anche grazie ad un ritornello azzeccato e a melodie avvolgenti e sensuali come si conviene. Apprezzabile anche l'uso delle chitarre, vagamente psichedeliche e spaziali, che ben si sposano con le atmosfere stellari rievocate dal titolo e dal nome stesso di Eric Stardust.
Fallisce invece il secondo brano, "Frozen Heart", che non mantiene le stesse potenzialità, per quanto inespresse, del primo brano, mentre migliora parecchio il terzo episodio, "Ich Bin Der Mann", una sorta di incrocio tra i Kraftwerk e i Queen di "Radio Ga Ga". Il resto delle composizioni, invece, trascorrono senza grandi sussulti, né in positivo né in negativo: rimangono invariate le problematiche espresse e una certa povertà compositiva che rende difficile distinguere con sicurezza dove finisce il minimalismo voluto e accorto e dove invece potrebbe infiltrarsi una mancanza di cura negli arrangiamenti.
Non so, forse sono io che non sono riuscito ad entrare in sintonia con l'opera di Eric e sicuramente ci saranno pareri anche molto diversi dal mio, ma per adesso non me la sento di promuovere questo lavoro perché, per come la vedo io, al momento il piatto della bilancia che contiene i difetti pesa troppo. Chissà che questo non sia semplicemente un punto di partenza per continuare a lavorare con costanza sulle proprie potenzialità e arrivare al più presto ad un risultato più solido e professionale
(Danny Boodman - Luglio 2009)

Voto: 5.5


Contatti:
Sito internet: http://www.myspace.com/3ricstardust