DIEVANITY
Objects In Mirror Are Closer Than They Appear

Etichetta: autoprodotto
Anno: 2010
Durata: 23 min
Genere: gothic rock


Nel 2006, Federico Cardinale ed Andrea Machetta hanno tentato di dar vita ad un progetto musicale, all'epoca chiamato Dovetail, che però non è riuscito a concretizzarsi in qualcosa di duraturo. Hanno dovuto aspettare perciò fino al 2009, quando Federico è riuscito a trovare i tasselli mancanti ai Dovetail proprio nella band nella quale stava cantando in quel periodo, un tributo agli HIM chiamato Lust To Dust. Dopo aver cambiato il moniker in DieVanity, i musicisti si sono recati nel marzo del 2009 negli studi Imagina Productions, per registrare un promo. Il risultato di questo lavoro, realizzato sotto la supervisione di Alessandro Ciola, è "Objects In Mirror Are Closer Than They Appear", costituito da cinque tracce più un'introduzione. La formazione che ha inciso il CD vede Federico Cardinale alla voce ed ai cori, Andrea Machetta alle chitarre ritmica e solista, Fabrizio Di Munno alla chitarra ritmica, Andrea Traversa al basso e Anselmo Zoccali alla batteria ed ai campionamenti.
La copertina di "Objects In Mirror Are Closer Than They Appear" ci mostra la lucida superficie di un grattacielo vetrato. Il titolo del promo è visibile come riflesso proprio sui vetri delle finestre di questo edificio. Il libretto, di quattro facciate, contiene tutti i testi e le fotografie dei musicisti.
"...Ipse Dixit" è una breve introduzione, nel corso della quale una voce dice, in inglese: "La vanità è sicuramente il mio peccato preferito". E "Curtains Fall" segue immediatamente, partendo con grinta e decisione. Il riffone iniziale lascia poi spazio a sonorità più immediate, ma sempre vigorose, sulle quali la bella voce profonda di Federico può esprimersi al meglio. Ho scritto che il cantante ha prestato i suoi servigi ad un gruppo tributo degli HIM, e l'influenza dei finlandesi è sicuramente evidente sia nel songwriting che nell'attitudine dei DieVanity. Di conseguenza, l'ascoltatore può godersi strofe cariche di sentimento e ritornelli ariosi, facili da assimilare, ed una spiccata melodia ben sorretta da chitarre potenti e da una ritmica decisa. Il songwriting è vivace e la qualità di registrazione è molto professionale. Tra l'altro, i DieVanity mettono in mostra un notevole talento in sede d'arrangiamento, arricchito da una buona mole di effetti sonori e campionamenti che rendono il tutto più stuzzicante e vivace.
"Living A Dying" parte in maniera molto sognante e delicata, vagamente misteriosa, per poi proporre nuovamente dei riff hard rock sanguigni e decisi, di ottima fattura. La canzone poi si evolve su territori rock più o meno vigorosi, dimostrando la capacità dei nostri nel giocare coi timbri e nel creare atmosfere cariche di romanticismo e malinconia. Ottima prova del cantante, davvero abile e professionale.
"Dreams & Nightmares" ripete la formula che ha reso così interessanti e piacevoli le prime due canzoni di questo promo. Un promo realizzato con una qualità che non ha nulla da invidiare a quella di un MCD ufficiale. La melodia è molto lineare, così come lo sviluppo della composizione. Non si notano particolari difficoltà ritmiche: il gruppo punta tutto sull'immediatezza del brano, preferendo impegnarsi poi sulla ricchezza e l'espressività dell'arrangiamento.
"Live To Tell" è veramente una bella canzone, perchè al di là delle possenti somiglianza tra i nostri e gli HIM, lega alla grande la sua melodia con questo tipo di arrangiamento. Questa cover (di Madonna tra l'altro) potrebbe essere scelta come singolo, perchè è troppo ricca di fascino. L'assolo, perfetto ed inserito al momento giusto, impreziosisce una prova di grande spessore. Qualche passaggio ha mantenuto il lieve retrogusto anni '80.
"Twilight" è la ballata conclusiva, brano che ci stava assolutamente nell'economia del promo, e che dimostra quanto intelligenti e ruffiani siano i DieVanity. Il quintetto sà cosa vuole suonare e quale pubblico raggiungere. In fondo, questa è la musica che i musicisti amano. E credo che, in quanto a professionalità, questa band torinese non abbia nulla di meno rispetto a tanti altri gruppi simili della scena internazionale.
L'unico limite, a livello artistico, dei DieVanity è l'eccessiva aderenza all'esempio degli HIM, ma anche in parte dei The 69 Eyes. Questa incapacità di spezzare i legami con le proprie influenze principali, penalizza parecchio la proposta musicale dei DieVanity. Infatti, è proprio la personalità l'elemento che latita, sia a livello compositivo che in quanto a stile, a scelta dei timbri ed anche ad immagine. A parer mio, visto il talento e la professionalità degli artisti, i DieVanity dovrebbero puntare su soluzioni melodiche, armoniche e ritmiche differenti, più originali e personali. Ed anche il cantante, potrebbe tentare di utilizzare più spesso il registro maggiormente acuto della propria voce, senza prendere a prestito cadenze e timbro da Ville Valo. Ha pur sempre i Lust To Dust per tributare tutta la sua passione per il gruppo finlandese. Credo che il potenziale del quintetto sia molto elevato, ma debba ancora trovare il modo per esprimersi al meglio. Da un punto di vista artistico, ovviamente. Poichè in quanto a professionalità, lo ribadisco, i DieVanity sono già molto avanti e non hanno molti avversari da temere. Insomma, non c'è un gran lavoro da fare, basta solo cambiare qualcosa, poche cose, di modo che i DieVanity possano suonare una musica unica, inconfondibile ed affascinante.


(EGr - Agosto 2010)

Voto: 7


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