DENIED
Seven Stars
(Promo)
Etichetta: autoprodotto
Anno: 2011
Durata: 15 min
Genere: power metal sinfonico
Che vi scrive in genere non ama attardarsi eccessivamente sulla
biografia di una band, soprattutto se non ci sono particolari elementi
che siano effettivamente utili ai fini della recensione, ma questa
volta devo necessariamente fare un'eccezione, visto che dietro a questa
nuova uscita dei messinesi Denied ci sono una serie di eventi che vanno
esplicitati. Se siete degli affezionati ed attenti lettori di
Shapeless, infatti, avrete già avuto modo di sentire parlare bene dei
Denied, in quanto sia J.L. Seagull che il sottoscritto avevamo avuto
modo di recensire i precedenti lavori della band. In particolare, il
sottoscritto aveva recensito positivamente il full length di debutto
dei Denied, "...When The Slate Becomes Diamonds", album dalle sonorità
molto classiche, che pescava a piene mani dai maestri Iron Maiden, ma
anche dall'epic ottantiano di Warlord, Omen ed Helstar. Da buoni amanti
delle sonorità classiche, avevamo quindi premiato la band che risultava
convincente in questa sua veste retrò.
Ad un certo punto, però, qualcosa si rompe definitivamente tra gli
equilibri del gruppo e succede una cosa che non capita molto spesso:
4/5 della band se ne vanno e fondano una nuova band, i Warcryer (tra
l'altro recensiti sempre dal sottoscritto qui su Shapeless) e rimane il
solo cantante Stefano Bottari a tenere vivo il nome Denied. Da questo
punto, come si può facilmente immaginare, cambia tutto: Bottari
ricostruisce una line-up con Cristian Giarraffa e Dario Milazzo alle
chitarre, Aldo Mollica al basso, Salvatore Grasso e alla batteria e
allarga il tutto aggiungendo un altro nome noto al sottoscritto, ovvero
il tastierista Gabriels. Quest'ultimo (salvo strani casi di omonimia) è
già transitato sulle pagine di Shapeless con un album autoprodotto
dalla qualità francamente discutibile intitolato "Legend Of A Prince"
che mostrava uno stile votato a Stratovarius, Malmsteen e a tutto il
power metal sinfonico più scontato. Capite bene che non sono stato
particolarmente felice nell'apprendere che l'autore principale delle
musiche dei Denied fosse diventato proprio Gabriels e quindi mi
aspettavo qualcosa di oggettivamente brutto.
Fortunatamente sono stato smentito almeno in parte dall'ascolto di
"Seven Stars", promo di quattro pezzi, che mostrano ovviamente un netto
cambio di stile per i Denied: il retaggio di Gabriels si sente
parecchio e quindi abbiamo a che fare con un power metal con dosi
massicce di tastiere. Di sicuro si è persa quella bella attitudine
classic che la band aveva in passato e certamente non si tratta di un
lavoro particolarmente brillate né per inventiva né per qualità
intrinseca delle canzoni. Tuttavia avendo ben presente il pessimo
risultato di "Legend Of A Prince", qui si migliora di sicuro: uno dei
problemi principali del lavoro di Gabriels, infatti, era la sua volontà
di fare (quasi) tutto da solo, con risultati improponibili; invece nei
Denied ognuno svolge il suo lavoro con professionalità, con ottime
capacità esecutive e nel rispetto dei ruoli. Così finalmente Gabriels
può dare sfoggio della sua notevole abilità come tastierista, ben
supportato da due chitarristi robusti e da una sezione ritmica precisa.
Paradossalmente chi ne esce un po' con le ossa rotte e proprio il
cantante, che non ha mai brillato per tecnica, ma risultava molto più
convincente in un contesto più grezzo come l'heavy dell'album di
debutto, finendo per essere penalizzato da un genere che richiede una
perizia vocale molto più alta.
Sui pezzi non voglio dilungarmi molto, perchè avrete già capito cosa
aspettarvi: dopo la classica intro sinfonica ("The Path"), si passa
all'altrettanto classico brano power a metà strada tra gli Stratovarius
e i Gamma Ray ("Black Gate"), già sentito decine e decine di volte,
tanto da non necessitare grandi descrizioni. Diamo atto, però, che il
ritornello è trascinante e ti si stampa in mente da già dal primo
ascolto. Niente sorprese anche nella title-track, "Seven Stars", dove i
ritmi rallentano in classico mid tempo infiorettato dalle scorribante
tastieristiche di Gabriels; mentre con "My Advance" si torna a
schiacciare il piede sull'acceleratore, con un brano lanciato a
velocità sostenuta tra i consueti passaggi in doppia cassa, assoli di
chitarra e momenti più rocciosi e robusti dove il riffing risulta più
convincente.
Che altro dire? Davvero questo lavoro è un deja vu continuo e
credo sia davvero inutile stare a spaccare il capello in quattro: è un
classicissimo esempio di power metal, prendere o lasciare. È molto
onesto, in questo, ben suonato e le canzoni di per sé non sono nemmeno
brutte. Detto questo il sottoscritto preferiva (e di molto) il vecchio
"...When The Slate Becomes Diamonds". Mi spiace per Stefano, ma per il
momento Warcryer 1, Denied 0. Palla al centro.
(Danny Boodman - Marzo 2011)
Voto: 6
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