ASTRATH
Flow Of Nature
Etichetta: autoprodotto
Anno: 2009
Durata: 32 min
Genere: black metal melodico
Innanzitutto, voglio scusarmi con gli Astrath se ci abbiamo messo così
tanto tempo per recensire il loro nuovo demo. Purtroppo, in redazione
siamo pochi, con le nostre famiglie ed i nostri lavori, e non sempre
riusciamo a svolgere il nostro lavoro in tempi accettabili. Però,
sebbene a volte questi tempi siano quasi biblici, è nostra speranza
quella di poter fornire delle recensioni accurate e, per quanto
possibile, oggettive. Spero pertanto che la nostra professionalità
possa farci perdonare dagli Astrath.
"Flow Of Nature" è dunque il nuovo demo del gruppo svizzero, del
quale ho recensito un altro lavoro non molto tempo fa. Dopo la
pubblicazione di quel demo ("Immortal Lands", del 2007), il gruppo ha
suonato in giro ed ha anche cercato un'etichetta che producesse la sua
musica. Purtroppo, nel 2009 la formazione degli Astrath ha subito una
rivoluzione, ed attualmente i musicisti coinvolti sono soltanto due:
Aganoth (Adrian Lehner, batteria e testi) e Asteria (Deniz Ates,
composizione, chitarra, basso e voce).
"Flow Of Nature" è arrivato in redazione come un semplice CDr
accompagnato da un foglietto informativo. In realtà, esiste una
copertina ritrae un fiume che scorre. Il demo contiene cinque tracce,
per un totale di 32 minuti di musica.
Si parte con "Between Mountains And Forest". E, sin dalle prime
battute, si nota come il gruppo non abbia abbandonato la forte
componente melodica che già aveva caratterizzato "Immortal Lands", ma
anzi, l'abbia accentuata. E mi compiaccio che il gruppo non abbia
perduto quella personalità che già l'aveva reso così interessante in
passato. E' molto apprezzabile, ad esempio, il lavoro delle chitarre:
complesso, crea dei bellissimi incroci di armonie e melodie. Anche il
basso contribuisce in maniera decisiva all'arrangiamento, non
limitandosi ad un mero accompagnamento. La batteria di Aganoth è molto
ligia al suo dovere, e quando ne ha la possibilità si libera in
potentissimi blastbeat. La melodia in minore di "Between Mountains And
Forest" ha anche un qualcosa di "barocco", come se gli Astrath
considerassero anche la musica classica come una fonte di ispirazione
(cosa probabile, tra l'altro). Il duo si esprime con una certa fierezza
ed un buon piglio: sicuramente una traccia di apertura soddisfacente ed
intelligente.
Ecco ora la traccia che dà il titolo all'album. La partenza è
decisamente aggressiva, e più tradizionalmente black di "Between
Mountains And Forest". La melodia comunque ritorna in bella evidenza
appena il ritmo si fa un po' più moderato. La canzone avanza con brio,
nonostante quella lieve malinconia di sottofondo che non manca mai
nelle composizioni degli Astrath. L'urlo rauco di Asteria è davvero
ostile, ma lega alla perfezione con l'arrangiamento. Il ritmo accelera
e rallenta, rendendo il tutto ancora più vivace. Ad un certo punto, il
brano si fa più atmosferico. Dapprima è presente solo una sinistra
melodia di chitarra elettrica su un arpeggio di chitarra acustica. Poi
ritornano tutti gli strumenti, sebbene la musica non sia più violenta
come prima, quanto piuttosto evocativa. Questa sezione strumentale,
seppur semplice, è molto bella. Ottima quindi la ripartenza aggressiva
e distruttiva, che però non dimentica la melodia. Il finale di "Flow Of
Nature" è veramente risoluto, quasi eroico. La composizione dura più di
sette minuti.
In "Rivers Of Old" la malinconia che spesso fa capolino tra le
note del gruppo svizzero, è ancora più evidente. La melodia è quasi
contrita, molto nostalgica, però il brano non è certo debole o fiacco:
anzi, la verve degli elvetici è sempre sugli scudi. Non bisogna mai
dimenticarsi che, pur molto melodici, gli Astrath sono una black metal
band. E il loro è un black metal influenzato dal pagan, dal death
melodico e dal metal classico, ma che resta pur sempre black metal.
Quindi violento ed aggressivo, negativo, a tratti ostile. Mai troppo,
comunque. La registrazione è infatti molto nitida, e rende la musica
accostabile. Insomma, siamo lontani anni luce dal black ortodosso, ma
al tempo stesso il gruppo non opta per scelte più furbe e commerciali.
Con la melodia vuol semplicemente far sì che la musica riesca ad
evocare sensazioni, a suggerire immagini nelle menti degli ascoltatori.
Come al solito, pollice alzato per l'arrangiamento, come sempre
impeccabile ed interessante. Certo, gli amanti del black più
intransigente potrebbero trovare da ridire sulle scelte melodiche dei
nostri, ma penso che, nonostante tutto, questi svizzeri evitino in
qualche modo di essere scontati e banali. Questa canzone supera gli
otto minuti.
"The Journey Of Life" continua a proporci questo alternarsi di
sfuriate black ed aperture melodiche dal lieve sapore barocco. Merito
soprattutto del lavoro della chitarra solista, sostenuta dal
controcanto di una seconda chitarra. In questa composizione, i
riferimenti classici sono ancora più evidenti che in altre occasioni.
Certi richiami non sono realizzati in maniera pacchiana, ma riescono a
convincere anche l'ascoltatore più prevenuto, grazie ad una sincera
ispirazione e ad una notevole intelligenza in fase realizzativa. La
batteria accompagna il tutto con il solito dinamismo. Asteria riesce
sempre a costruire degli arrangiamenti intriganti, sempre molto attenti
al particolare. Ed è proprio la cura nei particolari a fare la
differenza. Forse, rimane solo un po' il rammarico per il fatto che gli
Astrath non rischino mai qualche passaggio "strano": le loro melodie
sono sempre molto lineari, e difficilmente l'ascoltatore resta
spiazzato da qualche passaggio.
"Upon The Shore" è una canzone piacevole, ma poco convincente. Poco
convincente visto lo standard qualitativo degli Astrath. Infatti, "Upon
The Shore" è una traccia black piuttosto nella norma, con qualche tocco
personale, ma poco incisiva nel suo insieme. Inoltre, anche le
successioni armoniche tendono a ripetersi un po', ed al quinto posto in
scaletta la cosa comincia a farsi notare. I volumi sono sempre ai
massimi livelli, ma la melodia appare più distesa. Ciò nonostante, a
parer mio "Upon The Shore" è un brano poco ispirato, o nel quale
l'ispirazione di Asteria non ha dato i suoi migliori risultati. Serve a
poco il passaggio acustico: "Upon The Shore" non decolla. Comunque sia,
è comunque un brano godibile. Ma da un gruppo talentuoso come gli
Astrath, sarebbe lecito aspettarsi qualcosa di più, ai livelli della
title-track o di "Rivers Of Old".
Il fatto che gli Astrath fossero ridotti ad un duo, mi aveva messo
in allarme. Fortunatamente, l'ascolto di "Flow Of Nature" mi ha
convinto che, artisticamente, il gruppo non ha subito grandi
contraccolpi. Quindi, un altro buon demo dopo "Immortal Lands". Anche
in questo caso, sono presenti episodi più convincenti ed altri meno.
Però, proprio perchè si tratta di un demo, il peccato è veniale. Il duo
ginevrino conferma di essere in possesso di un ottimo talento. A parer
mio dovrebbe lavorare soltanto per rendere più continuo il proprio
songwriting, e magari osare e rendere un po' più sghembe le proprie
melodie, magari utilizzando anche successioni armoniche meno comuni.
Gli Astrath sono infatti come un diamante semilavorato (non grezzo),
che con qualche piccola aggiustatina qua e là potrebbe diventare un
gioiello di gran valore. Io credo in loro. Speriamo che anche Asteria
ed Aganoth creano nel loro grande potenziale!
(Hellvis - Aprile 2010)
Voto: 8
Contatti:
Mail: Adasteria@gmail.com
Sito internet: http://www.astrath.ch/