AL-NAMROOD
Atba'a AlNamrood
Etichetta: Shaytan Productions
Anno: 2008
Durata: 20 min
Genere: black metal dalle melodie arabeggianti
Gli Al-Namrood si sono formati nel 2008, da un'idea del cantante
Mukadars. Desideroso di mescolare la negatività del black metal alle
sonorità tradizionali del suo paese d'origine, l'Arabia Saudita,
l'artista ha composto una prima canzone con l'aiuto del tastierista
amico Ostron, realizzando che l'idea avrebbe potuto rivelarsi buona. E'
stato così che i due musicisti hanno convinto il chitarrista dei
Mephistophilus, Mephisto, a suonare con loro, migliorando pertanto il
progetto. La formazione si è consolidata in seguito con l'arrivo di
Darius alla batteria.
Il gruppo ha preso il nome di Al-Namrood, ispirandosi ad un antico
personaggio storico, Re Nimrod. Una figura negativa, simbolo del potere
violento e dispotico, almeno nell'immaginario islamico.
Il primo lavoro del gruppo è un demo di quattro tracce intitolato
"Atba'a AlNamrood". La copertina ci mostra un paesaggio desertico e
vuoto, dove le dune di sabbia si perdono all'orizzonte. Non c'è un
libretto vero e proprio, ma la copertina ne fa le funzioni
semplicemente con la sua facciata posteriore. Leggendo le note, si
scopre che Darius non è ancora in formazione, e che il trio si è
occupato anche delle parti di batteria (nella fattispecie, Ostron e
Mephisto).
"Atba'a AlNamrood" è stato pubblicato dalla Shaytan Productions,
un'etichetta canadese appassionata di musica estrema proveniente dal
Medio Oriente, o comunque dalle suggestioni orientali o mediorientali.
Per scanso di equivoci, comunque, gli Al-Namrood hanno specificato nel
retro della copertina i loro intenti musicali, stampando la seguente
definizione: Oriental Black Metal.
Il demo è aperto dal brano dal quale prende il titolo. Il vento soffia
nella distanza, ed una melodia lenta, minimale e dalle suggestioni
arabeggianti prende forma dal nulla, per essere poi ribadita con rabbia
dal gruppo al gran completo. Tastiere e chitarre vanno a braccetto,
sostenute dalla batteria e da tante percussioni, che danno un sapore
decisamente etnico al tutto. I vocalizzi di Mukadars sono estremi,
registrati con un forte riverbero. I suoni cupi del gruppo non rendono
al meglio, a causa della qualità di registrazione scadente. Le varie
parti strumentali si sentono però nitidamente, anche se l'intervento
della voce spesso sommerge il tutto sotto un volume sconsideratamente
alto. La tastiera svolge un lavoro melodico pregevole, sebbene semplice
ed a tratti un po' ingenuo. Ma questo discorso potrebbe valere per
"Atba'a AlNamrood" nella sua interezza. Pollice alto quindi per
l'utilizzo intelligenze della tradizione musicale araba mescolata alla
ferocia del black metal; pollice verso invece per i suoni
eccessivamente sintetici della tastiera e per la bassa fedeltà.
"Fe Zarat AlMout" è introdotta da un riff marcissimo, che ricorda
molto il black/death metal europeo di fine anni '80. Poi vi è una
vigorosa accelerazione, col ritmo che tocca addirittura il blastbeat.
Ma i momenti più evocativi si hanno quando gli Al-Namrood mantengono il
ritmo lento o comunque mai eccessivamente spedito. Allora sì che
l'oscurità si fa palpabile, e si riesce addirittura ad intuire che la
lingua utilizzata nei testi sia l'arabo. "Fe Zarat AlMout" è meno
banale della title-track, grazie a scelte melodiche meno prevedibili,
ma anche ad un gusto più spiccato per le dissonanze, e ad un occhio di
riguardo per certo death metal primitivo. L'utilizzo di scale arabe è
sempre presente, anche se mimetizzato fra i vari suoni e l'utilizzo di
note sghembe. Credo che molte trovate siano nate in maniera
sostanzialmente casuale ma, che dire, hanno un loro fascino. E "Fe
Zarat AlMout" è una composizione decisamente curiosa.
"Nagoos AlKhatar" è aperta da una facile melodia suonata dalla
tastiera, e sostenuta dal basso. Ecco, questo è uno dei frangenti nei
quali la musica degli Al-Namrood è ingenua, tanto da far tenerezza.
L'intervento della chitarra contribuisce ad infondere un po' di
cattiveria alla composizione, tanto che ad un certo punto il trio
riesce addirittura a convincere. Infatti, il suono d'assieme degli
Al-Namrood sa essere cupo come non mai. E' la semplicità che talvolta
li frega. Però, dato che il gruppo ci tiene a definirsi black metal, la
tecnica passa immediatamente in secondo piano. Al primo posto, dunque,
vanno l'impatto e l'atmosfera. E gli Al-Namrood non hanno nulla da
invidiare a tanti gruppi estremi, ortodossi, che portano alto il
vessillo del genere nero per eccellenza. Peccato però che quando
giochino le carte melodiche, talvolta scadano nello scontato. Non
dimentichiamoci però che stiamo ascoltando il demo d'esordio di un
gruppo giovane, proveniente da un paese privo di una lunga tradizione
estrema. Ragion per cui, occorre essere un po' indulgenti.
"Youm Tusaar Nar AlJaheem" si apre, come da copione, con la solita
melodia araba suonata dalla tastiera. Sebbene i suoni siano sintetici e
fastidiosi come prima, l'arrangiamento è decisamente più bello e
maturo. E il riff suonato dalla chitarra di Mephisto è piuttosto
carino. Bella decisa, alterna sezioni molto dure ad altre
dall'arrangiamento ricco ed eccessivo, dove sonorità etniche (strumenti
a corda, percussioni) creano passaggi ricchi di atmosfera, dalle
sonorità calde. La melodia questa volta riesce a convincere,
contrapposta al solito ruggito riverberato di Mukadars. In questa
occasione, la musica del gruppo è simile a quella dei Narjahanam, un
gruppo del Bahrein. Ma potrebbe anche ricordare qualcosa degli
israeliani Orphaned Land, nelle sezioni etniche, in versione black
metal però.
"Atba'a AlNamrood" è un demo ancora acerbo, registrato dal gruppo forse
con eccessivo entusiasmo ed un po' di fretta. Però il materiale
contenuto nel CD ha un suo fascino. E si avverte un certo potenziale,
che potrebbe raggiungere ottimi risultati se migliorato e perfezionato
con costanza e testardaggine. I musicisti mi sembrano ancora un po'
inesperti, però hanno dalla loro il vantaggio di provenire da un paese
la cui scena, seppur eroica ed interessante, è ancora piccola e priva
di una vera e propria concorrenza. Non si tratta poi di un gruppo
europeo o americano che si diverte ad inserire suggestioni arabeggianti
nella propria musica. Gli Al-Namrood provengono dall'Arabia Saudita, ed
hanno quindi pienamente a disposizione la tradizione musicale di quel
paese, e ciò che mettono in musica fa parte realmente del loro retaggio
culturale. Questo potrebbe fare la differenza, una volta che i
musicisti riusciranno ad incrementare la loro tecnica, ed a rendere la
loro musica più consistente ed intrigante. Assegno comunque al demo un
buon voto, perchè bisogna sostenere i gruppi giovani, e le scene
estreme dei paesi emergenti. Gli Al-Namrood vanno ad affiancarsi ai già
citati Mephistophilus, agli Octum, Creative Waste, Deathless Anguish,
Wasted Land, Rivers Running Red, Grieving Age, Forgotten, Flesh
Laceration e così via, nella loro battaglia quotidiana per difendere il
loro diritto a suonare musica estrema. Al di là dei risultati
artistici, questi gruppi vanno sostenuti, perchè tracciano un sentiero
che, speriamo, verrà seguito da sempre più giovani (e meno giovani) del
loro paese negli anni a venire.
Comunque, ritornerò a scrivere degli Al-Namrood recensendo il loro
primo album, "Astfhl Al Tha'r", pubblicato nel 2009 sempre dalla
Shaytan Productions.
(Hellvis - Settembre 2009)
Voto: 7
Contatti:
Mail Al-Namrood: glorious.triumph@gmail.com
Sito Al-Namrood: http://www.myspace.com/alnamrood
Sito Shaytan Productions: http://www.shaytanproductions.com/