WINTERBORN
Farewell To Saints
Etichetta: Massacre Records
Anno: 2009
Durata: 56 min
Genere: power metal
L'ho già detto altre volte ma sono costretto a ripetermi: tutto sommato
non mi dispiace affatto la piega che ha preso il power metal negli
ultimi anni. Dopo l'ubriacatura e i postumi terrificanti del risveglio,
che hanno lasciato in difficoltà non poche band saltate sul carrozzone
dei vincitori, era giunto finalmente il momento di rimboccarsi le
maniche e di iniziare a ricostruire qualcosa. Da qualche anno pare che
diverse band lo stiano facendo, alcuni con grande valore altri con
onesta semplicità e senza grandi pretese. Fatto sta che il power metal
sembra aver recuperato un po' di quella grinta che si sentiva in
passato, abbandonando quelle melodie facilissime e giocherellone, in
favore di un bell'equilibrio tra immediatezza e graffianti riff
metallici.
Anche i finlandesi Winterborn possono inserirsi in questa categoria e
dopo un primo album, "Cold Reality", pubblicato nel 2006, tornano
adesso alla carica con "Farewell To Saints", un buon disco di sano
power/heavy metal ruspante che guarda al passato, posando più l'occhio
su vecchi leoni come Malmsteen e Axel Rudi Pell e meno su Stratovarius,
Sonata Arctica e compagnia nordica (benché l'influenza della scena si
senta, naturalmente). Il risultato finale è tutt'altro che
disprezzabile: le chitarre giocano un ruolo centrale, mantenendo una
bella tensione per tutto il tempo; le tastiere accompagnano con abilità
il tutto, sia facendo da contorno tra archi e pianoforte, sia come
ruolo centrale da solista. Infine un buon punto di forza è la voce di
Teemu Koskela, cantante dal timbro a metà strada tra Jeff Scott Soto e
Johnny Gioeli che dà forza a tutto il disco.
A questo punto è quasi scontato sottolineare come, tutto sommato,
la formula sia sempre la stessa da trent'anni o quasi, il che,
inevitabilmente, condanna l'album a fluttuare sempre in quel limbo tra
il buono e il superfluo, soprattutto ai giorni nostri in cui la scelta
è amplissima e la concorrenza agguerrita. D'altra parte, dalle poche
righe di descrizione proposte finora la maggior parte di voi si sarà
già fatta un'idea ben precisa su cosa aspettarsi, lasciando gli ultimi
dubbi giusto sulla bontà delle singole composizioni. Fortunatamente
sotto questo fronte ci sono diversi momenti positivi, tanto che, come
già avrete visto sbirciando il voto finale, il giudizio non è affatto
negativo, anzi. Le dieci canzoni di "Farewell To Saints" sono varie e
dinamiche, coinvolgendo l'ascoltatore per tutta la durata del CD:
abbiamo così aperture tipicamente veloci e aggressive come l'iniziale
"Black Rain" o la pesante e cupa "Last Man Standing", momenti più
magniloquenti ed epici come "Chaos Dwells Inside"; anthem trascinanti
come "Seven Deadly Sins"; l'immancabile ballad acustica ("Overture
1939"); un potenziale singolo, immediato e lineare, come "The Land Of
The Free"; fino a un pezzo drammatico e teatrale come "Emptiness
Inside". Infine, a completare il quadro, troviamo la lunga "Another
World" con i suoi dieci minuti di durata, che riescono però a non
annoiare grazie ad una struttura solida che alterna riff possenti,
arpeggi delicati, accelerazioni e degli ottimi dialoghi strumentali.
Insomma, una struttura più classica di questa sarebbe stata difficile
da trovare, ma anche con tutti i suoi richiami e i deja-vu del caso, il
risultato finale riesce a resistere e a farsi ascoltare più volte.
Anzi, se in un primo momento sarete tentati di bollare questo lavoro
come 'la solita roba', pian piano potreste scoprire delle sfaccettature
non certo mozzafiato, ma sicuramente piacevoli e ben costruite.
(Danny Boodman - Maggio 2009)
Voto: 7.5
Contatti:
Mail Winterborn: contact@winterborn.info
Sito Winterborn: http://www.winterborn.info/
Sito Massacre Records: http://www.massacre-records.com/