WINTERBLOOD
Le Fredde Ali Dell'Inverno
Etichetta: Frozen Landscapes Productions
Anno: 2009
Durata: 47 min
Genere: dark ambient
Anche se non sono molto conosciute, ci sono parecchie realtà
interessanti nel panorama italiano del dark ambient: penso a diversi
lavori della Eibon Records o, in parte, della Trazeroeuno. Questa
volta, però, tocca all'etichetta greca Frozen Landscapes Productions
portare alla luce una nuova realtà, Winterblood, proveniente dalla
Toscana e che arriva con questo "Le Fredde Ali Dell'Inverno" al debutto
discografico. Entrando più nel dettaglio, dato che l'ambient ha davvero
un'infinità di declinazioni, quello che abbiamo con Winterblood è un
ambient naturalistico, ispirato dai paesaggi del nord, dal freddo della
neve e dalla solitudine dei boschi. Molto simile, quindi, a quanto
fatto da Vinterriket, tant'è che anche l'artwork ricorda da vicino
l'artista tedesco, con i suoi colori grigi e i richiami alla foresta e
alla natura.
Arriviamo però al dunque e iniziamo ad analizzare le tre composizioni
che formano "Le Fredde Ali Dell'Inverno". L'album è perfettamente
equilibrano, nel senso che le tre composizioni si aggirano tutte sui 15
minuti di durata e quindi non ci sono grandi differenze da questo punto
di vista. Il primo pezzo si intitola "Monotonia Della Neve" e già
possiamo vedere alcune caratteristiche di Winterblood: la composizione,
come si può ben intuire dal titolo, è fredda e ripetitiva, con suoni
lugubri che fanno da sottofondo, mentre la melodia viene lasciata a dei
segmenti di 2-3 note ciascuno, ripetuti molte volte. Questo
indubbiamente è funzionale all'opera e di certo mostra esattamente la
volontà dell'artista, eppure devo dire che non tutto mi ha convinto:
per carità, si sa che in questo genere così minimale le variazioni sono
piccolissime e tutto si fonda sull'ipnotico incedere delle ripetizioni,
eppure si possono intravedere degli elementi che, a mio parere, sono
importanti. Quello che non mi torna in questo primo brano è proprio
questo: i segmenti di cui parlavo non si uniscono in un quadro unico e
strutturato, ma li sento staccati tra di loro e semplicemente posti uno
di seguito all'altro. In pratica Winterblood prende una struttura che
di per sé dura qualche secondo, la ripete per un paio di minuti; poi ne
arriva un'altra, che è una variazione della prima, poi si riprende con
la prima e così via fino ai 15 minuti di durata. Il che può andar bene,
anzi va sicuramente bene, però mi sembra un po' una scorciatoia, come
se non sentisse davvero la voglia di creare qualcosa di strutturato a
livello compositivo, sebbene all'interno di una costruzione così
minimale. Solo in qualche occasione si sente un innesto nuovo, qualche
goccia di tastiere che va a disturbare la quiete della ripetitività, ed
è proprio lì che la cosa funziona, senza togliere nulla alla monotonia
della neve che vuole essere richiamata.
Il discorso è ancora più evidente nel secondo brano, "Nel Cuore Del
Bosco - Iniziazione", dove le variazioni diventano praticamente
inesistenti, con gli stessi quindici secondi ripetuti all'infinito.
Noioso? No, se lo si prende appunto come ascolto ipnotico e d'ambiente,
ma è anche vero che a livello compositivo il lavoro non fornisce grandi
spunti. Cosa che, per dire, non si può affermare nei confronti di un
brano come "Rundgang Um Die Traszendetale Säule Der Singularität" di
Burzum, dove le ripetizioni ossessive si sovrappongono, creando un
progressivo arricchirsi della melodia, seppure così minimale e
ipnotica.
Molto meglio, invece, "Le Fredde Ali Dell'Inverno", la title-track, che
pur non aggiungendo tantissimo rispetto a quanto detto finora, ottiene
un risultato molto più intrigante, grazie ad uno stile ancora più nero
e disperato. Qui, riducendo al minimo la melodia, e andando a toccare
corde che ti prendono direttamente nello stomaco, il risultato è molto
più affascinante e la ripetitività, in questo caso, ha davvero la
funzione di accrescere le sensazioni, invece di soffocarle. Se a questo
aggiungiamo comunque una maggiore varietà che comprende momenti più
pieni, altri vicini al silenzio, fino al lento pizzicare di un
clavicembalo triste e lontano, allora il risultato finale non può che
essere più che buono.
Ci sono quindi pregi e difetti in questo lavoro di "Winterblood", ma
comunque il risultato finale è sicuramente più che sufficiente. Serve
solo, a mio parere, una maggiore attenzione a livello compositivo, in
modo da affiancare alle belle atmosfere affresco musicale più
particolareggiato e curato.
(Danny Boodman - Ottobre 2009)
Voto: 6.5
Contatti:
Sito Winterblood: http://www.myspace.com/winterblood78
Sito Frozen Landscapes Productions: http://www.myspace.com/frozenlandscapesgreece