VONASSI
The Battle Of Ego
Etichetta: Progrock Records
Anno: 2010
Durata: 57 min
Genere: rock con influenze progressive
Questo disco di esordio degli americani Vonassi è un'uscita piuttosto
atipica rispetto al normale catalogo della ProgRock Records: se
l'etichetta infatti ci ha sempre abituato a delle uscite fortemente
legate al mondo del progressive, questa volta il genere che da il nome
alla label viene giusto sfiorato. I Vonassi, formati da Jeff Vaughn
(batteria, chitarra, tastiere), Vince Buonassi (basso, chitarra,
tastiere) e Chase Carter (voce, chitarra), sono sostanzialmente un
gruppo rock, sebbene le loro pariture siano dinamiche e sfaccettate:
certo ci sono richiami ai Dream Theater, agli Spock's Beard e in
qualche passaggio ai Porcupine Tree, ma a conti fatti troppo poco
perchè queste band possano dare l'idea esatta di quello che suonano i
Vonassi.
Tutto questo, generalmente, mi farebbe piacere, perchè amo i lavori
difficili da catalogare, però sfortunatamente il gruppo inciampa in
quello che è il principale tranello in situazioni come questa: in poche
parole, anche dopo diversi ascolti, il disco non decolla, finendo per
essere un po' di tutto, ma niente di definito. Troppo leggero e
ammiccante per incarnare il rock che piace al sottoscritto, troppo
stratificato e complesso per il mondo pop/rock, troppo poco invece per
gli standard del progressive. Così alla fine mi ritrovo tra le mani
dodici composizioni che si lasciano ascoltare, di tanto in tanto
riscuotono qualche cenno di assenso per dei passaggi particolarmente
eleganti e per gli arrangiamenti curati ma che, dopo poco, svaniscono
dalla mia memoria senza lasciare traccia. Ricordo che la prima volta
che ho ascoltato "The Battle Of Ego" mi sono ritrovato in più di una
occasione a guardare il display dello stereo rendendomi conto che la
traccia che stavo ascoltando era finita ed era iniziato un nuovo pezzo
senza che me ne accorgessi. Un pizzico di noia che favoriva la
distrazione? O forse uno stile di scrittura un po' troppo omogeneo,
senza alti e bassi? Credo che la risposta sia contenuta in entrambe le
ipotesi. Il fatto è che davvero la band non esce mai dalle righe, resta
sempre su toni medi, su velocità media, senza mai strafare: le
composizioni del gruppo si sviluppano mediamente su una base ritmica
misurata su cui si poggiano i riff di chitarra elettrica, che anche
quando si fanno più profondi e groovy non riescono comunque a fornire
la giusta carica. Buoni gli inserti acustici e il lavoro di ricamo
delle tastiere che fanno parte del lato più elegante e raffinato del
gruppo; mentre anche la prova vocale del cantante è apprezzabile dal
punto di vista dell'esecuzione ma poco incisiva sul versante
interpretativo. Intendiamoci, il sottoscritto non è certo il più
incallito fautore del metal a tutti i costi, quindi il discorso non è
legato alla quantità di pesantezza dell'album, ma è proprio una
questione di sensazioni, di emozioni che purtroppo i Vonassi non
riescono a suscitarmi.
Come dicevo, mi è anche difficile citarvi qualche episodio in
particolare perchè i brani non sono riusciti a lasciarmi grandi
impressioni: curioso il rock di matrice ottantiana di "Open Hands";
delicata "Posing For The Cold", breve ma che rappresenta al meglio i
tratti migliori del gruppo, tra chitarre acustiche e una voce calda che
canta su toni medi; mentre la lunga "Coiled" con i suoi undici minuti
di durata porta in luce il lato più progressive del gruppo, pur non
essendo l'episodio più memorabile dell'album.
Non ho molto altro da dire, quindi, l'album non mi è
particolarmente piaciuto e questo si vede, ma allo stesso tempo la
buona realizzazione l'innegabile abilità del gruppo in fase di
arrangiamenti riesce a strappare una sufficienza. Rimane comunque la
speranza che la band, affinando le sue capacità di scrittura possa
mettere le sue notevoli potenzialità al servizio di composizioni di
maggiore qualità.
(Danny Boodman - Agosto 2010)
Voto: 6
Contatti:
Mail Vonassi: info@vonassi.com
Sito Vonassi: http://www.vonassi.com/
Sito Progrock Records: http://www.progrockrecords.com/