VOICES FROM BEYOND
The Gates Of Madness
Etichetta: SG Records
Anno: 2010
Durata: 51 min
Genere: heavy thrash
Anche l'Italia ha visto un rifiorire della scena heavy metal, intesa nel
senso più classico della parola; i ritorni sulle scene di molte band
che fecero la storia della nostra penisola, insieme alla crescita e
maturazione di acts più recenti ma comunque ormai entrati nei cuori
della gente, sono stati manna dal cielo per le giovani e volenterose
leve pronte a dare in pasto ai metalheads i loro lavori primi, senza
quel timore che aleggiava gli anni precedenti di passare completamente
inosservati, grazie all'accresciuto interesse di una sempre più
consistente fetta di pubblico. Una consapevolezza nata anche nelle
speranze dei Voices From Beyond di riuscire ad uscire dal calderone
indenni, e possibilmente con un seguito più consistente che in
precedenza, pur essendo una band giovane (essendo presenti tutte le
premesse, aggiungerei, N.d.P.). Il combo nasce infatti nel 2006, e la
biografia cita come caratteristica "una spiccata aggressività nel sound
cara al thrash anni '80 e al death degli anni '90"; affermazione a mio
avviso vera solo in parte, in quanto di death i nostri hanno poco nulla
(se non si fa riferimento a quegli sporadici tentativi di scream
presenti), mentre l'ibrido heavy thrash che si viene a delineare nei
sentieri tracciati in "The Gates Of Madness" appare la dimensione che
più si confà alle "esigenze" dei Voices From Beyond. I ragazzi esprimono
passione nei riguardi di film horror e racconti di H.P. Lovecraft.
L'oggetto di recensione è il debut della band, che conta solo un EP nel
2008 prima di esso. Per chiudere questa iniziale carrellata sui Voices
>From Beyond, mi preme riportare un'ulteriore citazione dalla biografia,
che inquadra i nostri come "un perfetto incrocio tra metal classico di
scuola Inglese e Americana": la lezione dei maestri è assimilata con
cognizione di causa, soprattutto per quanto concerne il lato americano
del carattere, che prevale su quello britannico. Viene più naturale
parlare di US Power che di NWOBHM, ma le influenze del versante europeo
sono nascoste fra i solchi, e certe soluzioni ne sono pratica
dimostrazione.
I Voices From Beyond confezionano un corposo debut, forte di ben 10
tracce che accompagnano l'ascoltatore per 51 minuti di musica, più che
sufficienti per farsi un'idea delle potenzialità del quintetto
romagnolo. Una proposta che vince, poiché fortunatamente ci si trova ad
avere a che fare con musicisti che sanno creare musica personale, ricca
di aggressività ma nel contempo di pathos, che è sì derivativa, come è
giusto e lecito attendersi, ma che riesce ad uscire dalla mera copiatura
ed entrare in una dimensione "marchio di fabbrica", ovvero
riconducibile alla band stessa prima che ad altre realtà.
Non è necessario entrare nel merito dei brani: basti sapere che le 10
tracce riescono nella difficile prova di non tediare l'ascoltatore in
brevi battute, anzi, rapiscono le atmosfere sulfuree, orientali,
malinconiche, epiche, e molto altro ancora, che si susseguono per tutta
la durata, abbracciando ritmiche puramente heavy per terminare in brevi
ma efficaci sfuriate che devono i propri natali al thrash più
intransigente, il tutto intelligentemente condito da una elevata dose di
partiture melodiche sapientemente miscelate nel contesto a dare
l'ottimo risultato finale.
La preparazione dei nostri è decisamente elevata; qui non siamo davanti
ad un timido tentativo di emulazione dei propri idoli, ma a 5 musicisti
in gamba e con un risultato prefissato in mente, ovvero la realizzazione
di un cd il più professionale possibile, missione espletata con
successo. Difficile trovare una figura che spicca sulle restanti, anche
se potrebbe risultare naturale riferirsi alla possente ugola di Roberto
Ferri; ciò è sintomo di una band coesa e capace di colpire in toto con
la propria prestazione, caratteristica non riscontrabile in molte bands.
La produzione del disco è curata in ogni minimo dettaglio: il combo si è
affidato alle mani esperte di Simone Mularoni e Gabriele Ravaglia del
Fear Studio di Ravenna. Lo studio è rinomato più per le produzioni
rivolte a metal moderno che ad un classico heavy; "The Gates Of Madness"
risulta infatti meno "stantio" di molti altri prodotti, più
"artificiale" si potrebbe dire, ma la scelta aiuta i 10 brani ad
accrescere in termini di groove ed impatto, anche se in fin dei conti
manca quella carica espressa da una registrazione ruvida e dannatamente
80s come sembra comunque essere tornato di moda ultimamente, almeno da
un punto di vista meramente nostalgico.
Ecco una band davvero meritevole, che non ha timore di gettarsi nella
mischia anche in un paese poco interessato a proposte heavy come si
configura da sempre lo stivale. Un cd che riuscirà a mettere d'accordo
molti, dal più intransigente metallaro che non può fare meno degli anni
'80, al giovane che si affaccia solo ora in questo universo... ottimo
colpo per la SG Records, e supporto più che meritato ai Voices From
Beyond!
(PaulThrash - Agosto 2011)
Voto: 8
Contatti:
Sito Voices From Beyond: http://www.myspace.com/metalfrombeyond