U.N.O.
Poi Si Dice Che U.N.O. Butta A Sinistra (Ovvero Il Declino Del Capitalismo Reale)
Etichetta: UK Division Records / Alkemist Fanatix
Anno: 2009
Durata: 67 min
Genere: progressive rock/metal
Gli U.N.O., Unidentified Noise Object, si sono formati nel 1999 a Roma.
Hanno esordito con l'album "Oggetti Rumorosi Non Identificati", seguito
da un disco di cover registrato quasi tutto dal vivo, "Tutti x U.N.O. x
Tutti". Dopo aver dato alle stampe "U.N.O. Strappo Alla Regola", il
terzo capitolo della loro discografia, il gruppo si è ritirato in
studio per partorire la sua ultima creatura, l'oggetto di questa
recensione: "Poi Si Dice Che U.N.O. Butta A Sinistra".
La copertina ci mostra una sorta di lattina di Coca Cola (ma sopra
c'è scritto Co.co.co.pro), dalla cui sommità spunta una miccia accesa.
Lo sfondo è assolutamente rosso, con una stella dorata al centro. Il
libretto, di dodici pagine, contiene tutti i testi, le informazioni
relative alla registrazione ed una "guida all'ascolto". Quest'ultima
parte, spiega all'ascoltatore come questo disco non debba essere
interpretato in un'ottica esclusivamente politica, poichè gli U.N.O.
non sono un gruppo politico. Vi è comunque l'ammissione di una
preferenza tematica nei confronti della sinistra, per la sua
tradizionale e connaturata propensione al sostegno dei più deboli.
Perciò, il "buttarsi a sinistra" degli U.N.O. è solo un punto di
partenza, dal quale il gruppo trae linfa per narrare le vicende di
personaggi vittoriosi o sconfitti, ma sempre partiti da uno stato di
difficoltà sociale o di emarginazione.
"Poi Si Dice Che U.N.O. Butta A Sinistra" contiene dieci
canzoni più una lunga suite, per un totale di 67 minuti di musica. E le
tematiche dei testi sono le più disparate ed interessanti: si passa
dalla rievocazione in musica degli "Anni Di Pongo" (che ricorda una
felice definizione di Fabio Bonifacci), per arrivare ai pensieri del
Che Guevara ancora giovane dottore, ma pronto a lasciare il suo camice
per una divisa da soldato. Viene ricordata la guerra dell'acqua di
Cochabamba, in Bolivia, e la figura eroica e tragica di Geronimo.
Infine, nella già citata suite conclusiva, gli U.N.O. ripercorrono la
storia dell'Italia dal secondo dopoguerra ai giorni nostri. Come si può
notare, dunque, il gruppo romano si limita a riportare alla mente
dell'ascoltatore degli avvenimenti, reali e romanzati, che hanno
caratterizzato la storia recente, e che a loro volta sono stati
caratterizzati dauna spiccata connotazione di sinistra, sia stata essa
comunista, socialista, anarchica e che altro.
Ora, vorrei che l'appello a non considerare gli U.N.O. come una
band politicizzata venisse preso in seria considerazione dai lettori.
Mi spiacerebbe se qualcuno, allergico alle sinistre, si rifiutasse di
ascoltare questo album a priori. Perchè, al di là delle parole c'è
anche, e soprattutto, una musica. E la musica, così come tutte le arti,
è sempre super partes. Anche qualora sulla copertina di un disco
campeggino un fascio littorio o una falce ed un martello.
"Poi Si Dice Che U.N.O. Butta A Sinistra" è un disco che va
ascoltato. Va ascoltato perchè è suonato, arrangiato e realizzato
davvero bene. I musicisti sono tutti molto preparati e dotati di un
talento davvero interessante. Credo anzi sia giusto nominare in questa
recensione i componenti della band, vale a dire Felice Altarocca
(voce), Danilo Petrelli (tastiere, chitarre addizionali), Leonardo
Mascioli (basso), Francesco Zagarese (chitarre) ed Alessio Sarcinelli
(batteria). Ecco, questi ragazzi dimostrano, canzone dopo canzone, di
possedere una sensibilità artistica molto accentuata, capace di
renderli straordinariamente espressivi e vari. Questa loro capacità fa
sì che i 67 minuti dell'album scivolino via in tutta scioltezza, senza
annoiare mai. Ma il merito va anche ad un songwriting intelligente e
mai banale, ed agli arrangiamenti ricchi di idee e di scelte timbriche
originali.
Felice è un cantante molto abile ed espressivo, e la sua voce rende i
testi (rigorosamente in italiano) compensibili ed avvincenti. Chitarre
e tastiere dipingono veramente un carnevale di colori, e la sezione
ritmica non si limita esclusivamente ad accompagnare, ma contribuisce
in maniera decisiva alla costruzione di composizioni uniche e di
notevole spessore artistico.
Tra le influenze più evidenti degli U.N.O., possiamo ritrovarci
tutta la tradizione del prog nostrano, potenziato da strizzatine
d'occhio ai Dream Theater, agli Yes, ai Pink Floyd, ma anche ai Rage
Against The Machine, al rock italiano impegnato e politicizzato (penso
ai C.C.C.P. e così via). In ambito underground, qualcuno potrebbe
ritrovare delle similitudini attitudinarli con band quali Guernica o
Juglans Regia.
"Poi Si Dice Che U.N.O. Butta A Sinistra" funziona nel suo
complesso perchè è stato realizzato con criterio e grandissima
professionalità. Ogni particolare è studiato alla perfezione, e nulla è
lasciato al caso. Si pensi ad esempio ai vari campionamenti, tratti da
film, da dichiarazioni di politici, di terroristi e così via. Essi
legano le varie tracce, o fungono da intermezzi tra una sezione ed
un'altra. E contribuiscono all'equilibrio del CD, al fluire della sua
musica, alla perfetta fruibilità delle undici tracce.
Tra gli episodi più belli, mi va di citare l'energica "Ma(t)rx",
l'altalena tra paso-doble (o una lenta salsa) e i passaggi energici de
"Il Dottor Ernesto", la complessa trama introdotta da un bel riffone
maideniano di "Geronimo", il crossover arzigogolato de "Gli Anni Di
Pongo" e la complessa, ambiziosa, adorabile suite "Sentieri Di Versi
(Piccola Storia D'Italia Dal Dopoguerra A Oggi: Racconti E Ricordi)".
Quest'ultima composizione, è in realtà una successione di quadri
musicali, legati tra di essi tematicamente. Si susseguono episodi di
gran valore, in particolare la sezione musicale a commento
dell'omicidio Pasolini ("Un Mattino Di Novembre") ed il finale
commovente. Certo, è una storia dell'Italia vista da sinistra, dalla
liberazione in poi. Di conseguenza, essa pone l'accento sulla ruvidità
di Scelba, sui residui del vecchio fascismo, le trame di De Lorenzo,
gli anni di piombo, quelli di gomma (per dirla alla Montanelli), le
"vacche grasse" di Craxi e degli altri mangioni, per concludersi con
Carlo Giuliani. Certo, la storia d'Italia vista da destra sicuramente
presenterebbe degli accenti diversi. Ma, riprendendo quanto ho scritto
prima, al di là delle ideologie personali, l'intreccio tra parole e
musica è davvero di grande livello.
Prima di concludere la recensione, voglio soltanto citare tutti gli
ospiti che hanno arricchito, con le loro prestazioni, questo disco:
Andrea Re, Marino Severini, Sandro Curatolo, Alice Pelle, Simone
Girasole e DJ Sabatino. Data l'ottima registrazione, porgo i miei
complimenti anche allo studio mobile di Leonardo Mascioli.
"Poi Si Dice Che U.N.O. Butta A Sinistra", il cui sottotitolo
recita "Ovvero Il Declino Del Capitalismo Reale", è un disco molto
bello, ricco di spunti e convincente. Musicalmente, gli U.N.O. hanno
dato il loro meglio, e questo lavoro riesce sia ad intrattenere che a
stuzzicare la curiosità per il particolare musicale, la nota, il suono,
e così via. Sarebbe un peccato non concedere un ascolto a questo album
a causa di un'avversione politica. La musica è un'arte, e come tale va
apprezzata con la testa e con il cuore. Riguardo poi al messaggio ed
alle tematiche espresse dai testi, uno può recepirle o meno, a
discrezione. Però questo è un disco che va ascoltato, perchè è molto
bello e perchè, con esso, gli U.N.O. hanno dimostrato di essere una
delle più belle realtà della scena prog tricolore.
(Hellvis - Aprile 2010)
Voto: 8
Contatti:
Sito U.N.O.: http://www.unopertutti.net/
Sito UK Division Records: http://www.http://www.myspace.com/ukdivision
Sito Alkemist Fanatix: http://www.alkemist-fanatix.com/