THE SUNWASHED AVENUES
The Sunwashed Avenues (MCD)

Etichetta: autoprodotto
Anno: 2009
Durata: 26 min
Genere: alternative rock/ hardcore


Gli svizzeri The Sunwashed Avenues si presentano a noi con questo lavoro omonimo, figlio di compatte reminiscenze hardcore/punk, ben amalgamate con attitudini e spirito assolutamente rock oriented, tanto da rendere la propria proposta musicale abbastanza avulsa sia dall'uno che dall'altro genere, rimanendone per molti versi ai limiti, senza mai sprofondare troppo ne nell'una ne nell'altra scena sonora.
"Get Up & Let Die" apre alla grande il CD: chitarre graffianti, ritmiche intense e robuste, vocals ignoranti ed a tratti isteriche, per un brano tirato e sanguigno, dall'irruenza e velocità tipiche di certo hardcore e dallo slancio selvaggio e primitivo di certo rock più alternativo. Pochi minuti, capaci però di introdurre alla grande i nostri.
In "Satan On A Silverplate" i toni si fanno assolutamente più pacati e ragionati, la foga e l'irruenza iniziali sembrano incanalarsi lungo canoni più convenzionali e conformisti; lunghi sprazzi di rock ragionato ed espressivo caratterizzano la prima parte del brano per poi lasciar spazio in seguito ad una maggior compattezza sonora e violenza compositiva, pur sempre controllata e racchiusa tra brevi divagazioni "rilassate". Incalzante, impulsivo quanto basta, espressivo e ricco di selvaggia istintività. Bravi.
Anche su "Goodbye Forever" la partenza mantiene toni pacati e particolarmente sentiti, caratterizzati da sonorità scarne, vuote e rimesse, poi, però, sono di nuovo il furore e la rabbia a conquistarsi spazio e ribalta. Aumentano notevolmente i ritmi, le distorsioni e l'enfasi esecutiva, stavolta sono pochissimi gli sprazzi più ragionati e melodici atti a spezzare ed inframmezzare il tutto, dando, comunque maggior respiro e nuova linfa al pezzo. Malsano, dolente, a tratti inquietante e dalle melodie accattivanti ed ipnotiche.
In "Real Stoner" classiche strutture rock risultano spezzate ed interrotte da innumerevoli stacchi in contro tempo e da brevi sprazzi di eterea e plumbea melodia, interpretate musicalmente ed a livello vocale con una cattiveria ed una foga assolutamente tipiche del punk e dell' hardcore più duro. Le vocals di Lt. Columbo ti lacerano la carne, graffiano, sferzano fendenti continui, gelidi e malsani, girando intorno a melodie di fondo dal netto sentore stoner e psichedelico. Strani.
Con "Afterburner" tutto sembra portare verso sonorità hardcore evolute e cervellotiche, andando ad estremizzare sia le partiture più articolate e sferraglianti che le pause più ariose e melodicamente aperte; uno scontro ed un avvicendarsi di atmosfere che dona al pezzo un'appetibile e vincente variante sonora che in più di un'occasione lascia sicuramente spiazzati; non ti aspetteresti mai un incedere così maestoso, trionfale ed aperto come nel break centrale, quasi estraniato o sollevato rispetto al resto del brano, circondato e compresso tra rabbia e violenza sonora.
Tocca quindi a "Maelstrom Of Delay" chiudere quest'ottimo lavoro dei The Sunwashed Avenues: reminiscenze emo-hardcore fuoriescono prepotentemente dal tutto; ritmiche ficcanti, veloci, intense e dall'incredibile tiro. Buonissima la prova del chitarrista, foriero di riff in continua evoluzione, capaci di rincorrersi, inseguirsi e fondersi in un tutt'uno con ritmiche vincenti e bordate devastanti. Pezzo questo dalla superba carica live, sede in cui non potrà far altro che sfracelli.
Questi quattro ragazzi riescono a colpire assolutamente nel segno, tingendo le loro sonorità di quella carica ed emotività tipiche di gruppi come i Glassjaw, e di un'espressività e di un forte spirito intimista, invece, tipiche di gruppi alternative rock, quali Motorpsycho in primis o Biffy Clyro. Tutto questo senza tralasciare la potenza, l'impatto e quel lieve flavour psichedelico tipico di gruppi come Mastodon o Baroness. Che dire, davvero un' eccellente sorpresa. Ce ne fossero.
(Pasa - Dicembre 2009)

Voto: 8


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