THE SULLEN ROUTE
Madness Of My Own Design

Etichetta: Solitude Prod.
Anno: 2010
Durata: 55 min
Genere: doom death metal


Prima o poi doveva succedere... Anche un'etichetta come la Solitude Prod (con la sua costola Bad Mood Man) prima o poi doveva sbagliare un colpo e lasciarmi con un po' d'amaro in bocca. In fondo, vista la grande quantità di uscite, devo dire che finora è stato un miracolo che non si sia mai andati al di sotto di lavori discreti, magari di maniera, ma sempre piacevoli; per non parlare dei numerosissimi album di qualità elevatissima che abbiamo sempre recensito con entusiasmo. Invece questa volta la qualità della nuova proposta dell'etichetta russa non riesce a strappare niente di più che una sufficienza risicata, anzi risicatissima. Certo, non posso fare a meno di nascondere una certa sorpresa, anche perchè il genere proposto è il pane quotidiano della Solitude: un doom death classicissimo che ricorda da vicino i Mourning Beloveth, quindi mi chiedo come mai questa piccola ma efficientissima etichetta si sia accontentata di un'opera così traballante e acerba. Non mi stupisce affatto sapere che i The Sullen Route diano alle stampe con questo "Madness Of My Own Design" la loro prima opera in assoluto, perchè effettivamente se non fosse per la durata e il packaging di buona qualità non stenteremmo a pensare di avere a che fare con un demo di una band che deve ancora crescere tanto e che magari in futuro potrebbe anche regalare buone sorprese. Per ora, invece, sembra semplicemente che la band abbia voluto fare il proverbiale passo più lungo della gamba, pubblicando un lavoro che ha ancora molte pecche in fase di scrittura, di arrangiamento e purtroppo anche di esecuzione.
Per quanto riguarda l'aspetto compositivo, infatti, il gruppo non fa altro che accanirsi su forme trite e ritrite che tutti conosciamo bene e che quindi, pur riuscendo a mantenersi su livelli accettabili senza scadere nel brutto, finiscono per annoiare anche l'ascoltatore più benevolo, complice anche la scelta di proporre un genere già non facilmente fruibile come il doom/death. La distanza tra malessere artistico e noia, quindi, diventa troppo sottile, tanto da far si che i 55 minuti di durata (che come sapete bene non sono nemmeno tanti in questo ambiente) finiscono per essere troppi. Voglio riconoscere alla band perlomeno il merito di saper ricreare in determinati passaggi parte di quelle atmosfere plumbee che sono alla base di questo tipo di musica, ma davvero si tratta di momenti fugaci a cui il sottoscritto cerca di dare il più possibile valore all'interno di un lavoro dove c'è poco altro a cui aggrapparsi. Anche l'esecuzione, come anticipavo, lascia un po' a desiderare, con ritmiche davvero basilari e poco incisive, riff elementari e rari passaggi solisti al limite dell'imbarazzo, come si può sentire nell'iniziale "Dagon".
Insomma, lo ammetto, sono stato molto indeciso sul voto finale, perchè un'insufficienza sarebbe giustificabile in un caso come questo. Alla fine, come dicevo in apertura, ho optato per un 6 politico, dettato dal beneficio del dubbio, trattandosi di un debutto assoluto di una band ancora alle prime armi, e da alcuni passaggi discreti che potrebbero far ben sperare, come in "My Autumn Call" e nella più breve e incisiva "I Come With The Rain".
(Danny Boodman - Ottobre 2010)

Voto: 6


Contatti:
Mail The Sullen Route: pepercut@rambler.ru
Sito The Sullen Route: http://www.myspace.com/thesullenroute

Sito Solitude Prod.: http://solitude-prod.com/