THE STUFF
Lesson One
Etichetta: LM Records
Anno: 2009
Durata: 45 min
Genere: Rock/Hard rock
“Lesson one” è (o almeno dovrebbe essere) il primo disco dei The Stuff, quartetto proveniente dalla costa adriatica, Bellaria per la precisione. Attenzione però a non considerarli una band di pivellini alle prime armi poiché i nostri sono oltre la quarantina o giù di lì. Infatti stando alla biografia il gruppo si formò in un inverno dei primi anni ottanta per iniziativa del cantante Bruno Bertozzi e del batterista Gianni Lorenzini, che si chiusero come tanti loro coetanei tra le mura della loro stanza ed iniziarono a comporre i primi brani, a fare i primi concerti ecc. Gianni Lorenzini poi abbandonò il progetto per tentare maggior fortuna con Rex Inferi, Danger Zone e Midway – gruppi non certo di secondo piano nella scena metal underground italica di quegli anni - lasciando l’amico a barcamenarsi tra mille batteristi e componenti diversi.
Come spesso accade però Gianni e Bruno si rincontrano diversi anni dopo e decidono di riprovarci, accompagnati dal bassista Davide Giagoni e dal chitarrista Giovanni Vernocchi, che già stavano collaborando con il cantante. Il feeling sembra essere quello giusto e lo scorso anno, dopo 3 giorni di presa diretta (tranne che per voci e assoli e mixaggio), il master di “Lesson one” era pronto per essere pubblicato dalla LM Records.
Il riferimento principale dei nostri va ricercato sicuramente negli Ac/Dc, e pezzi come “F.A.D. to kill”, “People to party” o la parte inziale e il riff di “Easy noise revolution” ne sono prova inequivocabile.
Insomma, la lezione è ovviamente quella degli anni ’70, rock (hard) crudo e genuino senza troppi fronzoli o abbellimenti. Si possono trovare brevi rimandi anche allo street metal della Los Angeles degli anni ’80, ma anche alcune cose dei The Cult del dopo “Love” non sono poi così distanti. Non mancano ovviamente riferimenti blueseggianti o, in tono minore, quasi “garage”.
Dal punto di vista musicale quindi tutto sembra funzionare abbastanza bene, i brani sono suonati con il giusto tiro, i riff spesso sono piacevoli e ben costruiti così come le canzoni. Buono l’affiatamento tra gli strumenti, ben amalgamati tra loro. La voce invece non mi sembra sempre a proprio agio sulle partiture lineari proposte dal gruppo, tanto che alla fine penso sia questo il difetto principale dell’album. Dal vivo magari il tutto funziona bene, su disco sarebbe stata necessaria una maggior cura dei cantati e dell’incisione della/e voce/i, che non riescono a caratterizzare i brani a dovere.
Manca poi forse il pezzo da novanta, ma lo standard è comunque sufficiente, vorrei ricordare sicuramente “Lesson one”, l’iniziale “Sound of the wind”, il riff striciante di “Dark stone” o l’ottima “Wall without color” che con una produzione adeguata avrebbe fatto faville.
“Another perfect slaughter” mi ha poi fatto venire in mente i Peer Gunt…
In conclusione i The Stuff sono sicuramente un gruppo vero, che ha speso negli anni centinaia e centinaia di ore in sala prove… Nella biografia viene indicato il sito della casa discografica e non ci sono notizie di eventuali siti del gruppo o pagine MySpace. Nella foto “sotto” il CD appaiono invece tre tappi di birra letteralmente affogati in un mare di filtri e mozziconi di sigaretta, nel booklet ci sono diverse foto di vita vissuta sul palco o nelle vicinanze…
Insomma, questa è l’essenza dei The Stuff e in “Lesson One” sembra esserci ben poco di artefatto o precostruito. Un disco onesto, né più né meno. Un disco che si lascia ascoltare con qualche brano veramente riuscito e qualche altro meno; un disco che avrebbe potuto regalare ben altre soddisfazioni se curato maggiormente, soprattutto nelle parti vocali.
Da riascoltare, magari su un palco.
(Linho - Gennaio 2010)
Voto: 6,5
Contatti:
Mail The Stuff: the.stuff@libero.it
Sito New LM Records: http://www.crotalo.it/