THE FRACTURED DIMENSION
Toward The Mysterium
Etichetta: autoprodotto
Anno: 2008
Durata: 62 min
Genere: jazz/fusion/prog
Eccoci ancora una volta a parlare di una band che con il metal ha poco
a che fare, sebbene qualche contatto sia ancora percepibile.
Innanzitutto i Fractured Dimension sono un trio atipico in ambito rock
(meno nel jazz e nel progressive) perché non hanno un vero e proprio
chitarrista: la formazione, infatti, comprende il leader Jimmy Pitts
(piano e tastiere), Jerry Twyford (basso e percussioni) e Alex Arellano
(batteria e percussioni). A loro si aggiungono alcuni session, come Jim
Shannon alla tromba, Joe Deninzon al violino e Joshua Thomson al sax.
Le chitarre, comunque, non sono assenti, anzi spesso duettano con le
tastiere in assoli suonati da musicisti di spessore. Resta il fatto,
comunque, che il fulcro delle composizioni sono le tastiere di Pitts,
anche perché tutto il CD, in realtà, è dedicato al lavoro di un
compositore russo di nome Alexander Scriabin vissuto a cavallo tra
l'800 e il '900.
Cosa dire, quindi, di un lavoro come questo? È indubbio che i tre
musicisti, fedeli a quell'avanguardia sperimentale che non ama gli
schemi, si siano lanciati in composizioni estremamente variegate, che
prendono spunto dalla fusion, dal free jazz, dal prog metal fino alla
classica, il tutto condito con un elevatissimo tasso tecnico. Anche per
quantità i Fractured Dimension non si trattengono e compongono un'ora
di musica suddivisa in ben 17 brani, spesso anche molto corti: delle
idee veloci, snelle, fatte quasi a dimostrazione della loro abilità,
senza un organico specifico. Ecco, questo forse è al tempo stesso il
punto focale dell'opera ma anche un limite: "Towards The Mysterium" è
un album che vuole infilare tutto il mondo della musica in un'ora e il
risultato da una parte affascina, ma dall'altra lascia spiazzati e
anche un po' confusi. Sembra quasi che si perdano per strada, questi
musicisti, mostrando quanto sono bravi invece di impegnarsi nella
composizione di opere compiute. Assolutamente niente da dire, invece,
sul lato esecutivo, che non perde un colpo, sebbene alcune scelte
stilistiche di Pitts non mi piacciano molto: per esempio spesso si
lancia in suoni sintetici di archi che non hanno niente a che vedere
con dei veri violini e suonano semplicemente posticci. Molto meglio,
invece, quando si siede al piano e lascia spazio a composizioni più
moderne, sfruttando il potenziale espressivo delle tastiere.
Se vi va di fare un giro su questa giostra coloratissima e fin troppo
vorticosa, eccovi serviti con un breve compendio di quello che
troverete in queste diciassette tracce: la title track apre le danze
tra assoli di tastiere e ritmi sincopati di chiara matrice jazz, mentre
su un tappeto spettrale di archi le chitarre degli ospiti si
intrecciano in assoli annoda-dita; "Prism I: Reflection" è un languido
dialogo tra due sax mentre il diteggiare di un basso punteggia il tutto
con perizia, introducendo la seconda parte "Refraction" dove a duellare
sono tastiere e chitarre. "Fibonacci's Notebook" porta avanti l'anima
jazz del gruppo, mentre "The Mathematics Of Divinity" è un fluire
continuo di note di pianoforte su un tappeto di archi. "Piano Improv
Take 1" si presenta da sola: un semplice momento di improvvisazione di
solo un minuto e quaranta in cui si sentono quegli svolazzi che
piacciono tanto a Jordan Rudess; mentre verso la fine possiamo
ascoltare "Preparatory Action", una interessante composizione per piano
preparato, affascinante come sempre in questi casi.
Insomma, c'è davvero di tutto. Alcuni direbbero perfino troppo e temo
di essere uno di quelli visto che, come dicevo, il rischio di perdersi
in mezzo a questa marea di accenni, bozze, improvvisazioni e idee
incompiute è alta. Ciò che rimane, comunque, è un lavoro bizzarro che
può sicuramente intrigare chi ama le sonorità fuori dagli schemi e
catturare diverse persone in questa rete caleidoscopica.
(Danny Boodman - Settembre 2009)
Voto: 7
Contatti:
Mail: info@thefractureddimension.com
Sito internet: http://www.myspace.com/thefractureddimension