THE DENIAL
Claws

Etichetta: Hurricane Entertainment / Season Of Mist
Anno: 2009
Durata: 44 min
Genere: death metal


The Denial è un gruppo di Altamura, in provincia di Bari, che ha mosso i suoi primi passi nel 2001. All'inizio, il gruppo si è dedicato principalmente a proporre cover dei suoi gruppi death metal preferiti, ma presto ha cominciato a proporre pezzi propri. Anno dopo anno, il gruppo ha migliorato il suo repertorio, facendo esperienza anche sul palco, spesso accompagnando nomi di valore del panorama metal italiano. Nel 2005, i The Denial hanno autoprodotto il loro primo lavoro, "The Rebirth Of Fear". Poco dopo, alcuni membri del gruppo sono entrati a far parte del combo death melodico Neverise, che nel 2006 pubblicherà la sua unica realizzazione, il MCD "Failed". Rimanendo però in casa The Denial, nel 2007 il gruppo è ritornato a farsi vivo sulla scena con il promo CD di quattro tracce "Claws". Questo prodotto è stato realizzato principalmente per le etichette, ed è proprio grazie ad esso che i The Denial hanno firmato un contratto con l'etichetta Deadsun Records/Hurricane Entertainment nel giugno del 2008. L'album di nove tracce "Claws", l'oggetto di questa recensione, è il risultato di tale collaborazione.
La copertina del CD, dai colori lividi a metà tra il marroncino e il rosa carne, mostra un profilo, e delle dita piegate nell'atto di graffiare. Le otto pagine del libretto contengono tutti i testi, il logo della band, i ringraziamenti e le informazioni relative alla registrazione. Ecco che quindi si viene a scoprire che "Claws" è stato registrato nel giugno del 2007 allo studio Denied di Altamura. Il tutto è stato poi missato e masterizzato negli studi Underground in Svezia, sotto la supervisione di Pelle Saether.
La formazione che ha inciso il CD vede Giuseppe Falcicchio alla voce, Giuseppe Simone alla chitarra ed alle tastiere, Teo Berloco all'altra chitarra, Antonio Patella al basso e Michele Ciccimarra alla batteria. Il chitarrista Michele Stasolla dei Neverise collabora con un assolo nella canzone "The Despised Ones".
Il disco si apre con la title-track. Si tratta di una canzone aggressiva, caratterizzata da un sound arrabbiato ed oscuro. Il ritmo è in possesso di un groove trascinante, che potrebbe ricordare qualcosa degli Obituary, ma che varia spesso, e prende direzioni diverse e creative. Il gutturale di Giuseppe è molto coinvolgente e potente, e lega benissimo col suono d'assieme. L'arrangiamento, relativamente semplice, è arricchito da campionamenti e suoni di tastiera, che sottolineano i passaggi più evocativi. E' presente anche una melodia consistente, che dona al tutto un aspetto innegabilmente europeo. Lo stile è piuttosto vario. Una buona prova, anche se i suoni mi sembrano un po' compressi, poco esplosivi.
"Domain-Deceit" è un brano che conferma quanto di buono ascoltato in occasione dell'opener. Troviamo in questo caso il solito arrangiamento diretto, e completato dai tanti suoni ed effetti sonori che donano un tocco "futuristico". La melodia strana sembra conservare in sè qualche eco di black sinfonico, anche se la canzone è e rimane totalmente death metal. Quando il cantante abbandona il gutturale per dedicarsi ai vocalizzi puliti, è impossibile non pensare ai Voivod. Ecco, tutti questi termini di paragone che ho utilizzato, dovrebbero farvi capire quanto varia sia la musica dei The Denial, e quante influenze siano evidenti in essa, spesso e volentieri anche esterne al death metal. Ecco che infatti si possono notare echi degli Slayer, soprattutto quando il riffing si fa staccato e sghembo. In ambito death metal, si possono udire influenze death melodiche svedesi, ma anche richiami ai Death ed a tutte quelle realtà internazionali che sono riuscite a coniugare, in un modo o nell'altro, la melodia con il death metal.
"Let The Emptiness Prevail" ricorda abbastanza gli At The Gates, inizialmente, ma prende successivamente strade diverse. Questo perchè i The Denial non amano fossilizzarsi su determinati stilemi, e tentano quindi di variare sempre la musica proposta. Certo, non sempre tutte le ciambelle riescono col buco, e le influenze tipiche della generazione dei musicisti tendono ad essere sempre e comunque dominanti. Si tratta ciò nonostante di un gruppo con più personalità rispetto a tanti altri presenti nella nostra penisola, spesso i cloni gli uni degli altri. La canzone raggiunge dei momenti davvero evocativi, quando la brutalità dell'esecuzione lascia il posto a passaggi più morbidi ed introspettivi, con tanto di chitarra acustica. Comunque sia, anche in questa occasione, il quintetto non rinuncia a far male. "Let The Emptiness Prevail" è la traccia più svedese dall'inizio del CD.
"The Despised Ones" è sfacciata e cazzuta, pur non pigiando mai eccessivamente sull'acceleratore. Il gruppo preferisce puntare sulle improvvise aperture atmosferiche delle tastiere, o sui campionamenti stranianti, che rendono il tutto così strano e particolare. Non mancano però i passaggi veloci, e si segnala l'assolo dell'ospite, di buon gusto. Le armonie delle chitarre sono tipicamente svedesi; il resto dell'arrangiamento è piuttosto originale, e la varietà ritmica, mescolata alle atmosfere "spaziali", fa sì che il tutto risulti gustoso e di carattere.
"Hands Of The Betrayer" è un altro brano di buona fattura, che come al solito racchiude in sè un po' tutta la storia del death metal. I musicisti infatti passano con naturalezza da passaggi melodici di derivazione svedese, a momenti molto americani e floridiani, e così via. Magari non nello specifico di questa canzone, ma questa considerazione vale per il disco nella sua interezza. Per quanto evocativa, però, "Hands Of The Betrayer" mi sembra un po' sottotono, in quanto i riff riescono ad incidere di meno, ed anche le linee vocali non paiono molto ispirate.
"No Longer Enslaved" è una canzone brutale e violenta, che punta su riff decisi e precisi, e su una sezione ritmica trascinante. Gli inserimenti melodici sono puntuali e molto buoni, ed anche l'interpretazione del cantante è sopra le righe. Certo una bella risposta alla canzone interlocutoria che la precede. Sicuramente, "No Longer Enslaved" potrebbe essere utilizzata come singolo!
"Serpents March" è davvero strisciante, come traccia. In effetti, il riffing è abbastanza subdolo, e solo la melodia riesce a donare un po' di luce ad un brano oscuro e malvagio. Certo che, quando vogliono, i The Denial riescono ad essere davvero cupi. E lo spettro degli Slayer più moderni è sempre lì, dietro l'angolo, snaturato in un death metal intrigante e curioso. Ah, anche il fantasma di Chuck Schuldiner infesta qualche passaggio, qui e là. Un'altra presenza costante, sebbene soltanto accennata, del CD!
Ecco ora uno strumentale: "Soundtrack Of Apocalyptic Visions". Si tratta di un brano malinconico, inteso ad esprimere il potenziale evocativo dei nostri, che mette in evidenza un ottimo gusto nell'arrangiamento, ed una valida padronanza della melodia. Sicuramente, la composizione più melodica dell'intero CD, che lascia nell'ascoltatore un senso di nostalgia per l'esperienza appena vissuta.
Il disco si conclude con la cover "Nanoman" dei Voivod. Un nome annunciato, visti i richiami e le suggestioni presenti qua e là in "Claws". Una versione piuttosto arrabbiata, che chiude il CD in bellezza.
"Claws" è dunque un disco ricco di spunti, realizzato da una band capace e non eccessivamente schiava dei dettami di altri gruppi più famosi. Certo, molte parti sono derivative e alcune canzoni forse sono un po' troppo discontinue: alcuni passaggi sono emozionanti, altri nella norma, alcuni geniali, altri derivativi o di maniera. Però "Claws" è un disco che dimostra una certa personalità, e che sicuramente può rassicurare i fan sulla salute del death metal nel nostro paese. Un gruppo da seguire, e sul quale puntare.
(Hellvis - Giugno 2009)

Voto: 7.5


Contatti:
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Sito The Denial: http://www.thedenial.it/

Sito Hurricane Entertainment: http://www.hurricaneentertainment.com/

Sito Season Of Mist: http://www.season-of-mist.com/