THE CAMP HOURS
Wise As A Tree

Etichetta: Vacation House Records
Anno: 2009
Durata: 44 min
Genere: indie rock / progressive rock


"Wise As A Tree" dei nostrani The Camp Hours è uno di quei lavori che, normalmente, non è facile vedere recensiti sulle pagine di Shapeless: non si tratta infatti di metal, bensì si una proposta molto interessante che unisce l'indie rock di scuola Radiohead, il brit pop tipo Verve, Blur e simili, il progressive rock dei Porcupine Tree vecchio stile (non quelli da "In Absentia" in avanti, tanto per capirci) e un bel po' di Pink Floyd. Poco a che fare con gli stili generalmente trattati qui, ma visto che al sottoscritto tutto questo piace, parlo con piacere di questo debutto. Ad un primo sguardo non posso dire di essere stato attratto: una copertina piuttosto anonima, un nome non particolarmente evocativo... invece basta mettere su il CD e si sente una grande emotività, un songwriting di buonissima fattura e tantissime influenze che creano un album variegato e dalle diverse chiavi di lettura.
La band, composta dal leader Carlo Di Buono (voce, tastiere, chitarra), Francesco Amendola (basso) e Francesco Filardo (batteria), ci regala un interessante spettro di canzoni, tutte con qualcosa di particolare da dire, pur con i suoi alti e bassi. Si inizia con "A Liquid Sky" e non c'è davvero di che lamentarsi: il brano parte in modo soffuso con le tastiere che guidano la melodia e un leggero tappeto elettronico che aggiunge qualità alla trama ritmica, poi il brano prende una svolta più prog rock, con un passaggio che potrebbe tranquillamente essere stato composto da Steven Wilson per i Blackfield e un crescendo elettrico che porta ad un bell'assolo di chitarra. Anche "The Road To London" si poggia con leggerezza su una introduzione di tastiere, ma ben presto il ritmo aumenta ed ecco un bel brano tra l'indie e il pop: una sottile malinconia di fondo, ma anche tante melodie aperte e ariose, con qualche momento in cui riaffiorano addirittura i Beatles, una band che non manca nel bagaglio delle influenze dei The Camp Hours.
Continuiamo il nostro viaggio con la title-track e qui credo che il brano possa essere descritto come un punto di incontro tra i Fab Four e i Pink Floyd più vicini all'era Gilmour ("A Momentary Lapse Of Reason" e "The Division Bell"). Delicata ed elegante. Non voglio annoiarvi con i dettagli di ogni canzone, ma ci tengo a citarvi le caratteristiche dei vari pezzi, per darvi un'idea della varietà dell'album: "Sundey Meet" è un brano più movimentato e qui si sente l'influenza di un certo pop anni '80; "Someway" è un classico ma efficace pezzo lento, con le chitarre che ci regalano eleganti arpeggi, un crescendo avvolgente più energico e degli ottimi arrangiamenti di archi che fluttuano leggeri nell'aria; "The Worth" è ancora più eterea, quasi sussurrata tra tappeti di tastiere e ancora i Beatles a guidare la melodia; "You're Singing For Me" è un altro lento giocato principalmente sul piano e sulle tastiere, con un bell'intermezzo bucolico di archi e flauto traverso, un po' come si faceva nei grandi lenti prog rock (con questo pezzo mi vengono in mente "I Talk To The Wind" dei King Crimson, oppure i Camel più romantici). Infine a chiudere il CD ci pensa "Ice Bold", un bozzetto acustico, armonioso ed elegante che non può non riportarci ancora una volta agli anni '60 e al folk rock.
"Wise As A Tree", quindi, è un bel viaggio tra varie sensazioni e mondi musicali, dove forse non si raggiunge la vetta dell'eccellenza, ma l'ascolto risulta piacevolissimo per tutte le canzoni.
(Danny Boodman - Dicembre 2009)

Voto: 7.5


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Mail The Camp Hours: carlodibuono@alice.it
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