TALES OF DARK
Perdition Calls

Etichetta: Bad Mood Man Records
Anno: 2009
Durata: 63 min
Genere: gothic/doom metal


A tre anni di distanza dal promettente "Fragile Monuments", i serbi Tales Of Dark sono ritornati sulle scene con il loro secondo full-length: "Perdition Calls". Pubblicato dalla Bad Mood Man Records, sottoetichetta della ben nota Solitude, "Perdition Calls" è impreziosito da una bella copertina di color grigio, che raffigura la statua di un angelo che sta cadendo a pezzi. Il libretto, di otto facciate, contiene tutti i testi (di ottima fattura) e le varie informazioni relative alla realizzazione del CD. La formazione che ha inciso questo lavoro consiste in Arpad Takacs alla voce, Jovana Karaianov all'altra voce, Nikola Cavar alla chitarra, Davor Menzildzic all'altra chitarra ed alla tastiera, Darko Stojanovic alla batteria ed Andras Ispan al basso. Come ospite, figura il chitarrista Radovan Skoric. Questa formazione, rispetto a quella di "Fragile Monuments", vede all'opera un nuovo bassista ed un nuovo chitarrista. Le registrazioni hanno avuto luogo presso gli studi Matrix e Studio 42, tra il gennaio ed il febbraio del 2009.
"Perdition Calls" contiene nove canzoni per più di un'ora di musica. I minutaggi delle varie tracce sono tutti piuttosto consistenti, assestati come sono su una media tra i sette ed i nove minuti. La composizione più breve, supera di poco i cinque minuti.
Dunque, vi confesso che ho accolto il ritorno dei Tales Of Dark con una certa curiosità. Nella mia vecchia recensione di "Fragile Monuments", avevo sottolineato alcune particolarità. In primo luogo, le evidentissime similitudini tra lo stile di questi serbi ed i My Dying Bride del periodo d'oro; secondo, come tali similitudini penalizzassero in qualche modo il talento artistico del gruppo, obiettivamente notevole. L'abilità compositiva dei Tales Of Dark, il loro grande gusto negli arrangiamenti, gli sporadici picchi di personalità, avrebbero potuto sfuggire agli ascoltatori più superficiali, distratti dai richiami palesi e disarmanti allo storico gruppo inglese. Mi ero pertanto augurato che il gruppo mantenesse l'elevato valore artistico della sua proposta musicale, ma riuscisse allo stesso tempo a personalizzare maggiormente il proprio suono.
E' stato così? I Tales Of Dark sono riusciti a trovare finalmente un loro sound, unico ed inconfondibile? La risposta è negativa, ahimè. Anche se, ad onor del vero, qualcosa si è mosso. Anche se non nella direzione sperata. Ascoltando "Perdition Calls", infatti, si nota come il gruppo abbia ampliato la propria gamma espressiva, rifacendosi ostinatamente a quella grande stagione che il gothic ha vissuto dal 1991 al 1996. L'influenza preponderante ed ingombrante dei My Dying Bride non è stata cancellata, ma è stata piuttosto affiancata da massicci richiami ad altri nomi importanti di quel genere. Quindi, le varie canzoni di "Perdition Calls" possono suonare a volte come i Paradise Lost, a volte come agli Anathema dei primi lavori; in alcuni frangenti possono avvicinarsi ai The 3d And The Mortal con Kari al microfono, quando invece Jovana non tenta di scimmiottare la Anneke di "Mandylion". Infine, Arpad non sembra più limitarsi ad imitare Aaron Stainthorpe (My Dying Bride), ma tenta anche di rifarsi allo stile vocale di Fernando Ribeiro (Moonspell).
Come il lettore avrà potuto constatare leggendo quanto ho appena scritto, i Tales Of Dark hanno provato a cambiare, ma alla fine sono rimasti vittima del loro difetto principale: quello di essere tristemente derivativi. Ho scritto "tristemente" perchè, anche questa volta, la qualità dell'album è notevole. Però le linee vocali, le melodie, i timbri dei vari strumenti ricordano troppo quelli di altri gruppi. E questo penalizza il valore del sestetto di Novi Sad.
"Perdition Calls", realizzato con un'altra attitudine, suonerebbe in maniera del tutto diversa. Basterebbe poco per trasformare questo tributo al gothic che fu, in un lavoro sì tradizionalista, ma personale. Certo, il gruppo alterna i vocalizzi maschili con quelli femminili, e non rinuncia ad inserire passaggi più particolari, o rinvigoriti dalle evoluzioni più recenti del genere. Però non c'è una canzone, in "Perdition Calls", che non sappia di già sentito.
Alcune tracce sono spettacolari, ad esempio "Allegoria Of An Eternal Sundown", oppure "The Crown Of Venomous Silence". Anche "Sounds Of The Ravage" è emozionante. Nel suo complesso, però, "Perdition Calls" lascia un po' di rammarico, perchè ci presenta una band che lascia intuire il suo talento, ma senza esprimerlo al meglio. E' frustrante tutto ciò.
A conti fatti, "Perdition Calls" è un lavoro per nostalgici e per chiunque voglia tornare, temporaneamente, al gothic e al gothic/death del primo lustro degli anni '90. Ad un orecchio più smaliziato od esigente, però, "Perdition Calls" non rappresenterà altro che un buon esercizio di stile, ma poco altro.
E' importante quindi che i Tales Of Dark tentino con tutte le forze di personalizzare il proprio stile. Altrimenti anche la Solitude potrebbe non concedergli più la sua fiducia. Tra l'altro, ho visto sul loro sito di MySpace che alle tastiere è subentrata una certa Nina Arandelovic, ed al basso è arrivato Dane Vranes. Speriamo che i nuovi innesti apportino qualche cambiamento, altrimenti i Tales Of Dark si ritroveranno ad essere un'eterna promessa, che non verrà mai mantenuta.
(Hellvis - Marzo 2010)

Voto: 6


Contatti:
Mail Tales Of Dark: info@talesofdark.org
Sito Tales Of Dark: http://www.talesofdark.org/

Sito Bad Mood Man Records: http://www.myspace.com/badmoodman

Sito Solitude Prod.: http://solitude-prod.com/