STRAIT JACKET
Vices
Etichetta: Beelzabob Music Ltd. / Shrunken Head Records
Anno: 2006
Durata: 50 min
Genere: hard rock
Percorrendo la carriera di un artista capita di trovarsi di fronte ad
album formati esclusivamente da cover. E' successo con Rush, Styx,
Helloween, Toto, Primus, con Fish poco dopo la sua uscita dai
Marillion, con John Taylor quando abbandonò i Duran Duran, con Brian
Ferry che ha re-interpretato Bob Dylan e chissà con quanti altri che
non stò a menzionare. In questi casi la cosa può essere simpatica e
anche interessante, perché conoscendo la personalità artistica già
formata dell'esecutore, incuriosisce vedere in che modo vengono
interpretate le canzoni composte da altri. La cosa è diversa se a
proporre la cosa è una cover band; allora i casi sono due: o l'album
contiene canzoni che sono il più possibile uguali all'originale,
confezionato allo scopo di trovare serate nei vari music pub, oppure
sono libere interpretazioni delle canzoni originali in cui gli
esecutori cercano di mettere qualcosa di proprio. In questo ultimo caso
trovo che la cosa abbia un senso se gli originali vengono completamente
stravolti, in modo da riuscire in qualche modo a risalire alla
personalità di chi ha suonato la cover. Nel caso degli Strait Jacket,
quartetto proveniente dal Canada, dovremmo trovarci di fronte a uno di
questi casi, visto che le canzoni proposte non sono certo copie delle
originali. In realtà, l'unica cosa che risulta evidente in questo loro
"Vices" è la loro propensione per il lato goliardico
dell'interpretazione, infarcendo le varie tracce di parolacce o effetti
sonori in netto contrasto con il contesto degli originali. Un esempio
su tutti l'introduzione della canzone "Jesus Is Just Alright", composta
da Arthur Reid Reynolds e originalmente eseguita dai The Byrds nel
1969, tratta dal film "L'Esorcista" e che riporta proprio la parte più
"simpatica" del dialogo tra Regan (Linda Blair) , padre Merrin (Max Von
Sydow) e padre Karras (Jason Miller). Una vera "bischerata", se
confrontata con il significato della canzone originale.
Chad Campbell (voce), James Maceachern (chitarre), Mark Piraino
(basso) e Rob Maceachern (batteria) comunque sanno il fatto loro dal
punto di vista tecnico. Sono precisi e rendono le canzoni piacevoli
all'ascolto, rendendole certamente più attuali delle originali,
aggiungendo un tocco class metal e hard melodico dosato con gusto. Del
resto vantano delle carriere musicali rispettabili, avendo suonato
spesso con le loro relative band di supporto ad artisti quali Lee
Aaron, Goddo, Harem Scarem, Honeymoon Suite etc. Altro è difficile
dire, se non il fatto che tra le note personali degli elementi della
band non mancano simpatiche informazioni sulle loro abitudini corporali
o sui nomi delle numerose tribute band di cui hanno fatto parte (tra le
più esilaranti cito i Van Wailin e gli The Stone Temple Co-Pilots).
Per la cronaca vi elenco le dodici canzoni contenute in questo
album che, sono sincero, mi erano in gran parte sconosciute fino ad
ora, e delle quali mi sono andato ad ascoltare, per pura curiosità, le
originali.
"867-5309 (Jenny)" apre l'album, originalmente scritta da Alex
Call e Jim Keller e portata al successo dai Tommy Tutone, che
contrariamente a quanto suggerito dal nome, erano una band, nell'album
"Tommy Tutone 2". La band (quella dell'originale, s'intende) ebbe
diversi problemi legali perché il numero riportato nel titolo era un
numero telefonico esistente, che fu all'epoca intasato di chiamate alla
ricerca di questa fantomatica Jenny.
"Green Eyed Lady" fece parte del repertorio dei Sugarloaf, band di Denver (Colorado) nel 1970.
"Here Comes The Sun"...beh, questa la conosco bene, come penso anche voi. Comunque un classico di George Harrison.
"King Of Pain" è tratta dalla discografia dei Police, in
particolare dall'album Synchronicity del 1983 e scritta da Gordon
Summer (Sting).
"Drugs In My Pocket" è tratta dall'album "Bad Habits" degli inglesi The Monks, pubblicato nel 1979.
Di "Jesus Is Just Alright" ho già detto tutto.
"Rikki Don't Lose That Number" è degli Steely Dan, firmata tra l'altro da quel geniaccio di Donald Fagen nel 1974.
"Dream Police" la conosco benissimo: tratta dall'omonimo album dei
Cheap Trick, è una delle mie canzoni preferite della band. La versione
degli Strait Racket è mooolto simile all'originale!!
"Play That Funky Music" è una canzone degli Wild Cherry (1976) qui eseguita in una versione live assolutamente falsa!
"Superfreak" fu eseguita da Rick James nel 1981 e inserita nel 2006 nella colonna sonora di "Scarface: The World Is Yours"
"25 or 6 to 4" è un classico dei Chicago del 1970. Il titolo sembra
faccia riferimento ad un punteggio del cricket, anche se i più
disinibiti lo collegano ad un modo di dire inglese, in cui "6 to 4" fa
rima con "whore"!! Scommetto che gli Strait Jacket l'hanno scelta per
questo.
"Wayne's Studio" è l'unica traccia "originale", per modo di dire.
In realtà si tratta di una registrazione "rubata" durante un momento di
relax della band in studio, mentre i nostri quattro monelli si
divertono con la chitarra acustica a prendere per il naso "Lay It On
The Line" dei Triumph e "Fly By Night" dei Rush. Ma bravi...e così
demolite anche i mostri sacri di casa vostra, eh.
Superfluo, anche se tutto sommato divertente.
(J.L. Seagull - Aprile 2009)
Voto: 6.5
Contatti:
Mail Strait Jacket: straitjacketrocks@yahoo.com
Sito Shrunken Head Records: http://www.shrunkenheadrecords.ca/