STAR*RATS
Screw The Consequences
Etichetta: Swedmetal Records
Anno: 2009
Durata: --
Genere: street metal
Qualche notizia sugli Star*Rats. Nel 2004 il gruppo danese ha
pubblicato l'album "Broken Halo", seguito nel 2006 dal suo successore
"Rebelütion". Nel corso degli anni, ha accompagnato sul palco grandi
nomi della scena internazionale, ed ha fatto circolare il suo nome
grazie anche a numerose compilation. "Screw The Consequences", il loro
terzo full-length ed il primo targato Swedmetal Records, è stato
pubblicato nel settembre del 2009. Ad ora, rappresenta lo sforzo più
ambizioso del quartetto, dato che Christ Laney (Europe) si è occupato
del missaggio, e Jan Eliason (D.A.D., Christina Aguilera) del
mastering.
Purtroppo non sono in possesso dell'artwork completo del CD, ma
posso comunque descrivervi la copertina, stuzzicante, di questo lavoro:
due belle ragazze sono messe una di fronte all'altra, unite fra di loro
da una catenella che legata ai piercing che hanno sulla lingua.
La formazione che ha realizzato questo album consiste in Magnus
alla voce, Post alla chitarra, Kass al basso e Braun alla batteria. Per
Magnus, questo è il primo album con gli Star*Rats. Sono da segnalare
inoltre le presenze di alcuni ospiti: la cantante danese Celina Ree ed
il chitarrista di Zodiac Mindwarp, Cobatt Stargazer.
Si parte con "Who Cares", arrabbiata e virile. Sporca al punto
giusto, mette in evidenza un tiro invidiable. Merito sì della
produzione stupenda, ma anche della tecnica dei nostri, e
dell'attitudine sincera. Il ritonello è semplice, ma raggiunge il suo
scopo, facendo subito breccia nel cuore dell'ascoltatore. Ottimo il
lavoro di chitarra.
"I Could Die Here" conferma la qualità artistica dei nostri, ed il
loro suono caldo e trascinante. Il loro songwriting e gli arrangiamenti
sono sfacciatamente da "cattivi ragazzi". Anche la voce non troppo
acuta di Magnus contribuisce a rendere il tutto incredilmente
convincente. La canzone non è velocissima, e si segnala l'utilizzo di
una chitarra in slide. Forte l'elemento metal nella ritmica. Grande
groove.
Già da queste due canzoni, è evidente come il background musicale
dei nostri sia in bilico tra i mostri sacri del genere, quali
Guns'n'Roses, Skid Row, Cinderella, Love/Hate, e altri gruppi più
recenti quali Velvet Revolver, Sixx A.M., Buckcherry, Hot Leg, Steel
Panther e altri.
Proseguiamo con "Looosin'it": spedita, risulta essere una delle
composizioni più immediate e di facile assimilazione. Bella strofa e
bel ritornello, non nasconde una sorta di propensione della band anche
per le ritmiche più lineari. L'assolo è molto metal, e, cosa carina, ad
un certo punto il gruppo rimprovera il chitarrista, perchè si sta
dilungando troppo. Simpatici.
"As I Stay" non è una canzone veloce, ma non è nemmeno una
ballata. E' molto melodica, ed è anche piuttosto personale. Nel senso
che in questa traccia non si sente molto l'influenza ingombrante dei
Guns e dei gruppi affini, ma sembra che abbiano voluto provare a dire
qualcosa di loro. Il risultato non è eccezionale, ma va apprezzato per
la sua indipendenza.
"Get Nasty", come dice il titolo stesso, è una canzone cattiva,
ruvida, che unisce le consuete influenze moderne con quelle più
classiche. Come al solito, buonissimo il lavoro della chitarra, autrice
sempre di riff belli incisivi e comunicativi. Questo è uno degli esempi
più indicativi della fortissima componente metal tradizionale dello
stile dei nostri.
"Raise Your Hands To Rock" è un rock'n'roll sudato da
motociclisti, teso allo spasimo e trascinante come pochi. Molto validi,
in questa occasione. Non c'è nulla di nuovo in un brano come questo,
però ci sta bene nell'economia del disco. Dal vivo deve fare un
figurone, sia in un pub che in un'arena!
"Fakin' An Inside" è una canzone alla Danzig, sebbene Magnus la
interpreti col suo timbro particolare. Cupa e misteriosa, aggiunge un
altro tassello alla cifra stilistica degli Star*Rats.
Si ritorna spingere sull'acceleratore con "Psycho You", un
rock'n'roll metalizzato dall'alto potere trascinante. La prepotenza
esecutiva è eccezionale, e così la naturalezza dell'esibizione. Il
gruppo è molto rodato e si sente. Davvero intriganti.
"Brand New Soul" vede i nostri tentare scelte musicali
blueseggianti, ma senza perdere nulla in quanto a potenza. Come al
solito, fantastico lavoro della chitarra in sede d'assolo.
"Another Tragedy" ci ripropone il consueto misto di Skid Row e
Guns, in una salsa più moderna, sorretto da una melodia quasi
sdolcinata, che porta la canzone ai limiti della power ballad. Certo,
la strofa tipicamente heavy scongiura questa circostanza, ma ci fa
capire come determinate trovate commerciali possano esserci, in
potenziale, nelle corde dei nostri. "Another Tragedy" ha, a parer mio,
tutte le caratteristiche per essere un singolo.
Torna la slide in "Land's End", una canzone che ci trasporta
direttamente in America, nei territori di frontiera. Bell'inizio, anche
se scontato, ma che "ci sta tutto", per gli amanti del genere. Quando
il gruppo entra al gran completo, non si può non esultare. Insomma,
ruffiani come pochi, gli Star*Rats non possono non soddisfare i palati
più esigenti in questo genere. Bello l'intervento di Celina Ree. Gran
bel pezzo, anche se pieno di clichè.
"Mr. Whattafuck" (tra l'altro, questo è anche il soprannome di Magnus),
è una traccia di discreta fattura, ma anche non imprescindibile.
Piacevole, ma nel CD ci sono episodi più trascinanti ed emozionanti.
Qui sembra che il gruppo si limiti a svolgere il compitino.
"I'll Be There For You" è una versione potenziata e punkeggiante dell'originale di Bon Jovi. Molto divertente, e piacevolissima.
Siamo dunque arrivati alla fine con "Boozehound": brano tirato e
cazzuto, che chiude il disco in un tripudio rock! La ritmica è
trascinante (questa è una costante del disco), i riff di buona fattura,
le linee vocali azzeccate grazia anche a melodie intelligenti.
Ma sapete una cosa? E' da un po' come commento gli album della
Swedmetal, e comincio a chiedermi se questa etichetta pubblicherà mai
un disco brutto! In effetti, fino ad ora mi sono sempre capitati album
di valore. Sì, alcuni più buoni ed altri meno, ma non ho ancora
ascoltato schifezze. E, tra i tanti gruppi, gli Star*Rats si dimostrano
di buon livello, con un suono convinto anche se non personalissimo.
Però, come ho scritto in precedenza, per gli amanti del genere, la
musica proposta dai nostri è una vera manna. Tirata, sudata, sincera e
diretta, ma anche arrangiata bene ed equilibrata come songwriting.
Insomma... "Screw The Consequences" è un album valido, e gli Star*Rats
un gruppo professionale e molto divertente.
(Hellvis - Novembre 2009)
Voto: 7.5
Contatti:
Sito Star*Rats: http://www.myspace.com/starratsdk
Sito Swedmetal Records: http://www.swedmetal.com/