SEXTUM SEPULCRUM
Opus I - Dona Eis Requiem
Etichetta: autoprodotto
Anno: 2010
Durata: 76 min
Genere: heavy/power/progressive metal
Che i Sextum Sepulcrum siano ambiziosi, la cosa è evidente da tanti
particolari. Innanzitutto dalla tracklist, costituita da tredici tracce
suddivise in sei capitoli. Una di queste tracce è una suite in sei
movimenti. Poi, è la durata consistente del CD (75 minuti) a far
riflettere. Infine, non può passare inosservato come "Opus I - Dona Eis
Requiem", opera prima di questo progetto musicale toscano, sia un
concept-album. Anzi, è la prima parte di una trilogia di dischi, che
nel suo insieme è intitolata "Progetto Requiem" (ad esso seguiranno
"Opus II - Umbra Noctis" e "Opus III - Tenebrae Et Lux"). La storia
narrata in "Dona Eis Requiem", dunque, ha a che fare con tre
personaggi: una madre, suo figlio ed il padre adottivo. La madre è una
donna che, plagiata da una vita di sofferenze ed abbandono, si lega ad
una guida religiosa. Il figlio è il frutto del suo amore con un uomo
che l'ha abbandonata prima che partorisse. Il padre adottivo di questo
figlio è la guida spirituale alla quale la donna si è legata, un
predicatore molto pio ma anche lontanissimo dalla realtà del mondo. In
pratica, la storia segue la crescita di questo ragazzo, la sua
maturazione interiore ed il suo scontro con il predicatore prima e con
la madre in seguito. Accompagna il ragazzo nelle sue ricerche e nel
ritorno in famiglia, ritorno che causa prima il suicidio della madre e
poi la follia del predicatore che, verso la fine del concept, riuscirà
ad uccidere il "figlio ribelle". L'ultimo capitolo vede questo
predicatore nel letto di morte, tormentato dai rimorsi, e la sua morte.
Ma presenta anche il suo nuovo pupillo, che porterà avanti il messaggio
religioso del padre adottivo. Ecco di cosa tratta "Opus I - Dona Eis
Requiem". Insomma, non si tratta di un qualcosa di leggero, nè di
improvvisato. Anzi, la cura che ci ha messo Sextum Sepulcrum è
notevole. Il libretto ad esempio è composto di venti pagine, riempite
dai testi, dalla spiegazione del concept e da tutti i dati relativi
alla registrazione. E' facile quindi scoprire chi ha realizzato questo
lavoro: Dario Lastrucci e Andrea Dell'Olio hanno composto tutta la
musica, i testi, il concept; hanno anche arrangiato le tracce, ed hanno
curato tutta la fase di registrazione. In più, Dario si è occupato
della voce e Andrea della batteria. Cesare Del Pasqua ha suonato il
basso, Leonardo Galderi e Luca Cadonici le chitarre, Tommaso Corsi e
Giulio Borsoli si sono infine esibiti alle tastiere. "Dona Eis Requiem"
è stato registrato al Mighty Bruco Studio tra il gennaio del 2007 ed il
marzo del 2009. Più di due anni: si pensi che parto lungo e doloroso è
stato, questo disco. Ma la cosa è comprensibile, date sia l'ambizione
dei musicisti, sia il fatto che i Sextum Sepulcrum abbiano fatto tutto,
ma proprio tutto, da soli. Questo va ad onore della costanza e della
passione degli artisti, attivi dal 2006 e al loro esordio proprio nel
2010.
Dunque, "Opus I - Dona Eis Requiem" risulta essere un disco
contraddittorio. Le varie tracce infatti, prese singolarmente, scorrono
via tranquillamente senza mettere a dura prova l'ascoltatore. Ascoltato
nella sua interezza, invece, il disco risulta piuttosto ostico e
pesante. Questo perchè la carne messa al fuoco dai sette musicisti è
davvero tanta. Di conseguenza, il disco necessita di più ascolti
attenti ed appassionati, almeno uno dei quali deve essere accompagnato
dalla lettura dei testi. Solo in questa maniera, col giusto tempo e la
giusta attenzione, può essere apprezzato "Dona Eis Requiem". Si possono
apprezzare allora gli arrangiamenti, sempre molto attenti e raffinati;
ma anche le finezze tecniche, e tutti quei piccoli particolari che ad
un ascolto superficiale possono sfuggire. E' importante ascoltare il
disco in tutte le sue sfaccettature, perchè i Sextum Sepulcrum si sono
dati davvero da fare per costruire qualcosa di emozionante ma anche di
tecnicamente notevole. Il lavoro dei musicisti, tra l'altro sostenuto
da una qualità di registrazione più che accettabile, è sempre puntuale
e di grande complessità. La cosa può passare inosservata, infatti, dato
che le linee melodiche sono quasi sempre immediate.
Stilisticamente, il gruppo parte dal più tradizionale heavy/power metal
per complicarlo e tradurlo decisamente in un'ottica progressive. Sono
però presenti indizi di thrash e anche di generi più estremi (ad
esempio, viene utilizzato spesso il gutturale). Nel suo insieme, lo
stile dei Sextum Sepulcrum tributa il suo affetto al metal inteso nella
sua accezione più ampia. Ogni traccia può sorprendere l'ascoltatore,
proprio perchè i sette artisti si esprimono sì in linguaggio metal, ma
guardando a 360 gradi. La qual cosa è senza dubbio stimolante.
Sarebbe sciocco tentare di descrivere questo lavoro traccia per
traccia, visto che il suo senso più profondo lo comunica solo sè
ascoltato nella sua interezza. Nessuna composizione spicca sulle altre,
e penso quindi che un giudizio in tal senso non possa che essere
soggettivo. Quello che posso dire è che i Sextum Sepulcrum sono dotati
di un ottimo talento melodico, forse troppo ancorato ai canoni del
metal più classico. Per fortuna le strutture complesse ed imprevedibili
delle composizioni riescono ad evitare le imbarazzanti derive della
banalità.
Nota di merito, infine, per il cantante Dario, molto abile a
passare con naturalezza da un registro all'altro, e dotato di una buona
capacità interpretativa. Tutti gli altri musicisti sono professionali e
ligi al proprio dovere, e questo ha permesso ai Sextum Sepulcrum di dar
vita ad un lavoro complesso e privo di sbavature.
Per contro, come ho già accennato in precedenza, "Dona Eis
Requiem" tende ad essere un po' pesante. Non sempre l'attenzione
dell'ascoltatore riesce a rimanere lucida nel corso dei settantacinque
minuti e passa della sua durata. Comprendo le necessità del concept, e
la stessa poetica musicale del gruppo. Però tante buone idee rischiano
davvero di passare inosservate, confuse tra la troppa carne messa al
fuoco. Si tratta però di un difetto che non ha nulla a che fare col
valore artistico del disco.
Insomma, i Sextum Sepulcrum si sono fatti aspettare, ma alla fine
hanno dato alle stampe un disco interessante e complesso, abbastanza
indipendente e certo lontano anni luce da qualunque logica di mercato.
Si tratta di un lavoro fatto tutto in casa, frutto del talento e della
passione di questi artisti fiorentini. Sono dell'avviso che i Sextum
Sepulcrum vadano sostenuti, e per far questo è necessario che i lettori
acquistino questo loro CD. Si tratta di un ascolto difficile, ma in
caso amaste il prog e non disprezzaste gli stilemi più classici del
metal, fatelo vostro. Anche perchè sono certo che i Sextum Sepulcrum
crescereanno in futuro.
Un gruppo da seguire e sostenere.
(EGr - Gennaio 2011)
Voto: 7
Contatti:
Mail: kaspar.lancaster@gmail.com
Sito internet: http://www.myspace.com/sextumsepulcrum