SARATAN
Antireligion

Etichetta: My Kingdom Music
Anno: 2010
Durata: --
Genere: thrash/death metal


La Polonia, si sa, è patria di un'infinità di gruppi di valore. Per un motivo o per l'altro, però, non tutti riescono ad imporsi al grande pubblico. Prendiamo i Saratan: dopo il debutto intitolato "The Cult Of Vermin", il terzetto (da poco arricchitosi di un quarto elemento, ovvero il secondo chitarrista Mateusz Gajdzik) torna alla ribalta con questo "Antireligion", un album compatto e intenso, perfettamente al passo coi tempi, ma forse un po' troppo canonico per riuscire a far compiere il grande salto.
Stiamo parlando di un thrash metal che mescola influenze del vecchio thrash americano con altre decisamente moderne e che non tralascia qualche incursione death.
Echi di thrash metal vecchio stampo si trovano, ad esempio, all'inizio dell'opener "Extinguish The Hope", oppure saltano occasionalmente all'orecchio nell'arco delle nove canzoni che compongono il CD; l'impronta dei Saratan, tuttavia, è di stampo moderno. Mi vengono in mente i Machine Head per l'impostazione vocale di alcune parti e per la scelta di certi passaggi carichi di groove, i Decapitated di "Organic Hallucinosis" nei frangenti più diretti e tecnici, i Testament nel momenti tipicamente thrash.
A proposito di Decapitated, l'assolo di "Antireligion Pt. 1" porta la firma di Vogg: lo stile è inconfondibile, ricorda molto quelli di "The Negation". Già che ci siamo, segnalo altri due ospiti: Daniel Kesler dei Sothoth/Redemptor e Jacek Hiro degli Sceptic, che rispettivamente hanno contribuito con gli assoli di "Destroy Yourself" e "Antireligion Pt. 2".
Troviamo brani molto tirati, come "Antireligion Pt. 1", "Reject Adonai" e "Destroy Yourself", che contiene anche una parte di chitarra acustica. In questi casi, il gruppo non esagera con la velocità, ma riesce a confezionare riff taglienti e massicci, ricorrendo pure a ritmi stoppati e dissonanze. Altre volte, i nostri prediligono la via della melodia o, quantomeno, delle parti cadenzate: "Dead Inside", col suo ritornello, sembra un brano di power thrash/core d'alta classifica, tanto è ruffiana; "My Demise" unisce la violenza cerebrale dei Decapitated con un cantato pulito e melodie vagamente malinconiche; "Pray For The Rest" è un mid-tempo che non sfigurerebbe nelle prime produzioni targate Machine Head.
Unico aspetto che dona un po' di originalità al tutto è l'uso di alcune melodie orientali, presenti giusto su un paio di brani ("Extinguish The Hope" e "Antireligion Pt. 2") e resi alla perfezione con l'ausilio di chitarre dal suono arabeggiante. Non è una novità, quella di mescolare il metal estremo con queste soluzioni musicali, ma se i Saratan insistessero su questa strada riuscirebbero a distinguersi da buona parte della massa e suscitare maggiore interesse nel pubblico.
La registrazione combina alla perfezione potenza e nitideza, ogni singola nota è resa alla perfezione. Per contro, posso dire che tanti album usciti dagli Hertz Studio hanno un suono praticamente identico gli uni agli altri, e personalmente ritengo che questo sia un fattore negativo, perché anche il suono deve giocare il proprio ruolo nel creare la personalità di un gruppo.
"Antireligion" è un album ben suonato, prodotto alla grande, piacevole per chi ama il thrash/death di questi tempi, incazzato e con un po' di melodia. "Extinguish The Hope" e "Antireligion Pt. 1" le canzoni più riuscite.
(BRN - Marzo 2011)

Voto: 7


Contatti:
Sito Saratan: http://www.myspace.com/saratanband

Sito My Kingdom Music: http://www.mykingdommusic.net/