SADIST
Black Screams (7")

Etichetta: Obscure Plasma
Anno: 1991
Durata: 11 min
Genere: death/thrash metal

I genovesi Sadist sono stati uno dei gruppi italiani più influenti nella scena metal estrema. I loro primi due album, "Above The Light" e soprattutto "Tribe", hanno raccolto un largo successo all'estero, nonostante la proposta fosse decisamente innovativa e complessa per quei tempi.
Il primo ed unico 7" pubblicato dai genovesi Sadist si intitola "Black Screams" ed è stato pubblicato nel 1991 da una delle etichette più misteriose che abbiano mai popolato l'underground, ovvero la Obscure Plasma. Il vinile, in realtà, altro non è che la ripubblicazione della prima cassetta demo registrata dal gruppo.
In copertina compare soltanto il contorno del logo, in bianco su sfondo nero. Nell'angolo sinistro, in alto, viene ricordato che tra le fila del gruppo c'è un certo Peso, ben noto già allora perché aveva fatto parte dei Necrodeath. Sul retro vi è una foto dei musicisti, tutti col capo chino. La formazione vede Tommy alla chitarra e alle tastiere, Fabio alla Voce, Andy al basso e, per l'appunto, Peso alla batteria.
I Sadist degli esordi erano un gruppo che si stava cimentando in ambito death, affondando però profonde radici nel thrash americano. La tecnica era buona, anche se non tale da stupire come nei lavori successivi. Era già evidente, comunque, che i nostri non si limitavano a ripercorre le le orme dei gruppi più noti. Analizzando attentamente le due canzoni qui presenti, infatti, ci si può rendere conto di come i nostri non si risparmiassero affatto in fase compositiva, ricorrendo a tante idee. A volte, va da sé, questa loro propensione si rifletteva in un incedere troppo frammentario, che faceva perdere di consistenza alla musica.
La title-track inizia dolcemente con un tappeto di tastiere, sul quale si inserisce arpeggio di chitarra. A poco a poco, l'atmosfera cresce e, dopo uno stacco di chitarra, la musica si fa sempre più dura. L'andamento della canzone è molto contorto e incostante sotto ogni punto di vista. Per quanto riguarda l'approccio, troviamo parti melodiche e ragionate accostate a sfuriate molto più aggressive. Questa disuniformità è dovuta in prima analisi alla struttura stessa del brano, che prevede numerosi stacchi di chitarra e basso, cambi frequenti e assoli. Nella seconda parte, il tema proposto all'inizio viene ripreso. La tensione cresce a poco a poco, ma viene frenata a più riprese dal ritorno dell'arpeggio. Questo intreccio dura per qualche sequenza di battute, finché la carica accumulata sfocia, inevitabilmente, prendendo il sopravvento.
Con "Dreaming Deformities", invece, i Sadist si cimentano in un death molto più evocativo e sinistro, dove l'accompagnamento di tastiere e l'occasionale inserimento della chitarra classica dipingono scenari mistici e agghiaccianti, resi ancor più perversi dalla voce posseduta. La vena progressive che i nostri dimostreranno negli album successivi è qui abbozzata, soprattutto quando viene il turno degli assoli. Ottima composizione, intrigante e malata.
Se il primo brano denota una maggiore complessità, il secondo si dimostra più concreto e, allo stesso tempo, evocativo. I Sadist erano creativi già allora, ma qualche volta l'inesperienza li portava a strafare, portandoli a dilungarsi eccessivamente.
La pecca maggiore di "Black Screams", però, sta nella produzione, rozza fino all'inverosimile. Il suono degli strumenti è povero, sgangherato. La chitarra ritmica è frusciante, un ronzio quasi incomprensibile. Il basso, invece, gode di ampissimi spazi, tanto che si propone spesso come strumento guida.
Trattandosi di un esordio, questo 7" non è affatto male. Il gruppo denotava ampi margini di miglioramento, ma le capacità, le ottime idee e la voglia di progredire erano evidenti.
Inutile dire che questo vinile è materia per collezionisti, essendo ricercato e difficile da trovare.
(BRN - Marzo 2010)

Voto: 7.5


Contatti:
Sito internet: http://www.sadistribe.com/