RHEVANGE
Unleash The Power
Etichetta: autoprodotto
Anno: 2009
Durata: 47 min
Genere: US power / heavy metal
I Rhevange sono una band brasiliana che, dopo aver pubblicato un demo
nel 2002 intitolato "Darkness Or Light" e un EP, "The Way To Follow",
l'anno seguente, arriva adesso al debutto ufficiale con un album
autoprodotto intitolato "Unleash The Power", che comprende sei nuove
composizioni e quattro rifacimenti tratti dal primo demo. Il gruppo,
cosa molto diffusa in Brasile, è dedito alle sonorità più classiche e
si presenta al pubblico con una bella copertina che, però, potrebbe
trarre in inganno l'ascoltatore: nell'immagine, infatti, si vede un
vecchio mago (barba lunga e bianca, bastone con pietra lucente in
cima...) sul picco di una montagna che tiene al guinzaglio due fiere
(un leone e una pantera? Non è chiarissimo). Insomma, la tipica
copertina fantasy/epica che farebbe pensare ad una proposta più
tipicamente europea, invece i Rhevange si cimentano in un power metal
di scuola più statunitense: non a caso, infatti, il nome stesso della
band è ispirato a "Taste My Revenge", un brano dei Sanctuary. D'altra
parte l'ascolto della prima traccia spazza ogni dubbio e la vecchia
band di Warrel Dane si fa sentire con preponderanza, anche grazie al
timbro e allo stile vocale di Nathan Brasil che cerca di imitare in
tutto e per tutto il cantante dei Nevermore. Così "Unleash The Power" è
un classico esempio di heavy americano, roccioso e cattivo quanto
basta, condito come si deve da ritmiche schiacciasassi, rasoiate di
chitarra e una voce graffiante ma comunque melodica.
Il risultato è degno di nota? Insomma, non è che ci si trovi di
fronte ad un capolavoro... Come dicevo la band non è in grado di dare
un taglio personale alle composizioni e si limita a svolgere con
dignità il compito di mestieranti. Niente di male in tutto ciò e questo
non impedirà agli amanti del genere di fare un po' di sano headbanging
sulle note di brani come "With Power", "Burning The Wheels" o "Walking
With The Wolves"; però allo stesso tempo manca sicuramente quel tocco
di personalità, quella classe superiore che riesca a farti pensare
'ecco, questi faranno strada'. Tecnicamente, invece, niente da dire,
nel senso che le canzoni sono ben suonate da tutti, con solo qualche
eccezione da parte del cantante che, sebbene sia adattissimo al genere
per stile e timbro, ogni tanto qualche sfondone lo prende.
Ormai credo abbiate capito il tipo di album di cui vi sto
parlando, ma vi cito qualche altro episodio per inquadrare qualche
altra sfumatura della band: abbiamo "Darkness Or Light", più lenta e
oscura che sembra strizzare l'occhio al doom; "Eyes Of The Sun",
invece, torna a far sentire il vecchio power europeo, con doppia cassa
a manetta e linee di chitarra melodicissime; "Murmansk" inizia lenta,
con il suono di un violoncello a introdurre la canzone e un crescendo
più energico sul finale; mentre "The Tyger" è una energica
rivisitazione musicata della celebre poesia di William Blake, uno degli
autori più saccheggiati dall'heavy metal come fonte letteraria.
Più o meno questo è tutto, niente di trascendentale da far gridare
al miracolo, ma un discreto e onesto tentativo di imitazione dei grandi
nomi del genere. Se questo vi basta, allora troverete comunque una
manciata di canzoni piacevoli; in caso contrario ci sono diversi lavori
sul mercato di caratura maggiore.
(Danny Boodman - Dicembre 2009)
Voto: 6.5
Contatti:
Mail: rhevange@hotmail.com
Sito internet: http://www.rhevange.com.br/