RELIGIO MORTIS
Varcata La Soglia
Etichetta: autoprodotto / Malaluna Records
Anno: 2009
Durata: 27 min
Genere: death/thrash metal
I Religio Mortis sono una vecchia conoscenza di Shapeless Zine. Alla
fine dello scorso anno, infatti, ho avuto modo di commentare "Before
Christ... After Death", il demo del 2008 della band siciliana. Mi
sembra sia quindi inutile riproporre in questa sede la biografia del
gruppo, in quanto ne ho scritto diffusamente nel commento a "Before
Christ... After Death". Il lettore interessato è rimandato a quella
recensione, presente negli archivi della nostra webzine, per saperne di
più sulla storia dei Religio Mortis.
Concentriamoci piuttosto su "Varcata La Soglia", il primo
full-length del gruppo di Agrigento. Questo CD è stato registrato tra
l'aprile ed il maggio del 2009, presso gli studi Disharmony. I
musicisti che hanno partecipato alle registrazioni sono sempre gli
stessi: Wehr alla chitarra ed alla voce, e Othoth al basso ed alla
programmazione della batteria.
La copertina dell'album è molto "old school", e ci mostra dei demoni
tratti probabilmente da qualche vecchia stampa. Lo sfondo è nero. Il
logo della band ed il titolo dell'album sono stampati in rosso scuro.
Il libretto di due pagine contiene tutti i testi, alcune fotografie, i
contatti e la lista delle tracce. Nell'ultima facciata è riportata la
seguente frase: "Death Is Total Indipendence!".
Passiamo subito al commento di "Varcata La Soglia".
Il CD è aperto dalla traccia che dà il titolo all'album. "Varcata La
Soglia" è un brano violentissimo, scuro come l'inferno, caratterizzato
da suoni cupi e ribassati. Il testo in italiano è perfettamente
comprensibile, grazie alla buona prova di Wehr, a suo agio sia con i
vocalizzi più acuti e che col profondo gutturale. L'esecuzione dei
musicisti è buona, e la batteria è programmata con criterio. Dopo
qualche battuta più lenta, "Varcata La Soglia" ritorna alla velocità
iniziale, terminando bruscamente. Stilisticamente, la canzone si rifa
ad un certo death metal minimale e sulfureo, tipico di alcuni gruppi
dei primi anni '90.
"La Prima Qliphot", introdotta da un canto in ebraico, vede SS dei
The Krushers esibirsi in qualità di ospite. A differenza della traccia
d'apertura, "La Prima Qliphot" è meno intransingente, e punta sia su
alcuni riff di buona fattura, che su un ritmo carico di groove. E'
presente inoltre una consistente dose di melodia, che permette alla
composizione di stamparsi subito in testa. La qualità di registrazione
è underground, ma riesce a donare qualcosa di misterioso allo stile dei
Religio Mortis. La seconda parte del brano, lascia da parte il groove
lanciandosi in una cavalcata death molto coinvolgente. Le scelte
ritmiche sono davvero intriganti, ed anche la metrica dei vocalizzi.
Nel finale, ritorna il tema principale.
"Bitch Torment" sorprende per il suo riffing lento e sudato, quasi
sludge. In un certo senso, la canzone è suadente e fangosa, ma comunica
un senso di marciume davvero intenso. Per tutta la durata del brano, si
ascoltano in sottofondo urla e mugolii di godimento.
"Inno A Pan" unisce all'estetica death del gruppo, il dinamismo
delle ritmiche e dei riff thrash. Già nel vecchio demo, i Religio
Mortis avevano dimostrato di saperci fare con questa mescolanza di
generi. Di conseguenza, "Inno A Pan" è ben fatta e va diritto al sodo,
senza perdersi in complicazioni inutili. Ma il duo di Agrigento non ama
tanto i fronzoli, questo è assodato.
"Lontano Dalla Luce..." è un intermezzo di dark ambient
inquietante che prepara la strada a "Lingua Di Serpi", cantata in
siciliano. Si tratta di una prova furiosa, violenta e negativa ai
massimi livelli. La prova dei Religio Mortis è ottima sia quando il
ritmo è più veloce, sia durante i passaggi più cadenzati, che mi hanno
ricordato qualcosa dei Mortuary Drape. Ci vuole poco per comprendere il
valore di "Lingua Di Serpi", nel quale il gruppo mostra con fierezza il
suo amore anche per certo death americano di inizio anni '90, Deicide
in testa. Il tutto è però realizzato con quel pizzico di personalità in
più che non guasta affatto.
"Glory After Death" è un'altra canzone gradevole, che dimostra il
talento del duo. I musicisti sono molto bravi e dotati di un senso
estetico notevole. Per ora il loro profilo è decisamente underground,
ma è chiaro da queste canzoni come i margini di miglioramento siano
molto ampi. Ad esempio, l'arrivo di un batterista in carne ed ossa
gioverebbe immensamente ai Religio Mortis. Ho letto però sul loro
MySpace che sono alla sua ricerca, e la cosa è decisamente positiva.
Perchè i Religio Mortis, pur essendo nostalgici e derivativi, sono
bravi. Di conseguenza, da sostenere.
Il disco si conclude con lo strumentale "Bianca Marna". Si tratta
di un brano malinconico per chitarra acustica, con lo scrosciare delle
onde in sottofondo. Interviene poi il gruppo al gran completo, rendendo
la composizione più ricca ma senza disperderne la mestizia. Mi ha
ricordato qualcosa del primo Burzum.
Dunque, eccoci al termine di un altro viaggo nell'oscurità in
compagnia dei Religio Mortis. L'album è, se possibile, ancora più
arrabbiato rispetto al demo, ed anche qualitativamente si evidenzia
qualche passo in avanti. Certo, la qualità di registrazione non è che
sia migliorata eccessivamente, ed è inferiore rispetto a quella di
tanti demo che escono al giorno d'oggi. E' chiaro che i Religio Mortis
vogliano attenersi ad un'estetica underground, e voglisno che il loro
sound rispecchi tale estetica. Però, la musica del duo meriterebbe
qualcosa di meglio, perchè i musicisti sanno il fatto loro e le canzoni
sono belle.
La strada intrapresa dai Religio Mortis è quella giusta. Per ora, la
loro proposta è rivolta ad un pubblico di nicchia. Non è detto però che
a partire dal prossimo album, riescano ad esprimersi al meglio, così da
allargare la propria cerchia di ascoltatori.
(Hellvis - Dicembre 2009)
Voto: 6.5
Contatti:
Mail Religio Mortis: malaluna00@gmail.com
Sito Religio Mortis: http://www.myspace.com/religiomortis0
Sito Malaluna Records: http://www.myspace.com/malaluna00