PRYMARY
The Enemy Inside
Etichetta: ProgRock Records
Anno: 2009
Durata: 57 min
Genere: progressive metal
Continuiamo ad esplorare le novità del catalogo della ProgRock Records
con un nuovo album tipicamente progressive metal: si tratta del terzo
lavoro dei californiani Prymary, band composta da Jackson Heskett
(voce), Sean Entrikin (chitarra), Rob Young (basso), Neil McQueen
(tastiere) e Chris Quirarte (batteria), che molti ricorderanno per la
sua collaborazione con Redempion e più recentemente Roswell Six. La
storia del gruppo inizia nel 2002 con la pubblicazione dell'album
"Prymary", seguita nel 2006 da "The Tragedy Of Innocence", che ci porta
pian piano al presente con questo "The Enemy Inside".
Che dire? Sicuramente questo non è un lavoro da disprezzare,
sebbene, come vedrete, non ci sono grandissime novità che facciano
pensare a qualcosa di particolarmente stimolante: si tratta di un
onesto album che ripercorre le gesta di Dream Theater, Fates Warning e
Pain Of Salvation, a volte con risultati interessanti, a volte senza
particolari spunti di interesse. La performance del gruppo è
sicuramente di buon livello, ma in fondo questo è ormai un requisito
quasi basilare in un genere come il prog metal e devo dire che diverse
parti di tastiera sono interessanti, così come di batteria, ma per il
resto anche qui non ci sono prestazioni eccelse da parte di nessuno.
Insomma, un album che passa inosservato? Si potrebbe pensare
questo, in effetti, e non avreste del tutto torto, però come dicevo ci
sono anche diversi spunti interessanti e non posso dire che la noia
regni sovrana per tutta la durata dell'album, anzi l'inizio non mi è
dispiaciuto per niente: le prime cinque tracce, infatti compongono la
title track e si susseguono come se fossero un'unica composizione per
un totale di 18 minuti di durata. A mio parere il meglio dell'album si
gioca proprio qui: abbiamo "The Enemy Inside (Part 1)" che parte in
maniera tesa e cattiva con bell'intreccio strumentale che fa da
introduzione tra assoli di chitarra e tastiere al tema principale
cantato in "The Enemy Inside (Part 2)". Qui i tempi rallentano e la
musica si fa più maestosa ed avvolgente con passaggi acustici e riff
più ampi. Ben presto però la musica torna a farsi cupa e nervosa in un
nuovo alternarsi tra luci ed ombre. "The Enemy Inside (Part 3)" è un
altro passaggio strumentale che porta direttamente alla quarta parte
del brano, che inizia in assoluta delicatezza sul suono del pianoforte
che accompagna la voce, avviandosi lentamente verso un crescendo con
una buonissima parte finale guidata da un pregevole assolo di chitarra.
Arriviamo quindi alla coda finale di "The Enemy Inside (Part 5)" dove
viene ripreso il tema centrale della parte due per poi sfumare di colpo
in una languida chiusura di pianoforte. Insomma, ci sono tutti i
classici elementi della suite prog metal: chiaroscuri, dinamismo,
passaggi di virtuosismo strumentale, tematiche psicologiche e via
dicendo. Però è fatta bene e questo va premiato.
Mi pare invece meno interessante il resto dell'album, che regala tre
composizioni più anonime: "Inflicted", "Disillusion" ed "Edge Of
Discovery". Di queste solo la seconda mi pare più interessante, grazie
ad una bella atmosfera cattiva e graffiante, mentre la terza mostra
qualche quizzo solo nella batteria di Quirarte. Più interessante,
invece, il brano di chiusura, "Trial Of Tragedy", che supera anche la
suite iniziale, duranto ben venti minuti: personalmente mi è piaciuta
di più la title track, ma anche in questo brano ci sono diversi momenti
notevoli. L'atmosfera è leggermente più ariosa rispetto a "The Enemy
Inside" e di fa apprezzare la scelta un po' retrò di utilizzare molto
come suono di tastiera il buon vecchio organo hammond. Anche in questo
caso il brano riesce ad essere variegato al punto giusto e devo dire
che l'ottimo assolo di chitarra che possiamo sentire intorno al
tredicesimo minuto è davero degno di lode, così come l'ottima chiusura
maestosa dettata dalle tastiere.
Insomma, a conti fatti un album piacevole, che sicuramente non
lascerà un segno indelebile nella storia e probabilmente non stazionerà
in eterno nel vostro lettore, ma è anche vero che di questi tempi c'è
di peggio, molto di peggio in ambito prog metal. Quindi se vi piace il
genere fateci pure un pensiero.
(Danny Boodman - Aprile 2010)
Voto: 7
Contatti:
Mail Prymary: prymary@prymary.com
Sito Prymary: http://www.prymary.com/
Sito Progrock Records: http://www.progrockrecords.com/