PENSÉES NOCTURNES
Vacuum

Etichetta: Les Acteurs De L'Ombre Productions
Anno: 2009
Durata: 60 min
Genere: depressive black metal con inserti di musica classica


CAmmetto di essere stato subito intrigato dalla proposta dei francesi Pensées Nocturnes, o meglio del francese Vaerhon, la vera mente che si cela dietro il nome di questo gruppo, l'artista che ha composto tutte le musiche, sebbene con l'aiuto di diversi musicisti (anche se, ad essere sincero, non sono sicuro di questo, nel senso che nel libretto non sono segnati: c'è solo Vaerhon che ringrazia alcune persone 'per gli strumenti' e quindi o se li è fatti prestare oppure li hanno anche suonati).
In "Vacuum" troviamo un interessante punto di incontro tra il black metal più depresso e malinconico e la musica classica e romantica: una sorta di rivisitazione bohemienne del mito del black metal, come se Baudelaire e Burzum si incontrassero in una stanza a scrivere un album notturno mentre fuori la luna piena si affaccia su una Parigi ottocentesca. Insomma, come si fa a non volerne subito una copia?
Ebbene, dopo diversi ascolti posso dire che l'idea c'è, eccome, e anche un sacco di buoni spunti, ma ancora questo musicista francese non è riuscito a portare a termine l'opera che, probabilmente, aveva in testa. Ingenuità figlia di un'opera prima? Forse, ma resta il fatto che questo lavoro è un bel lavoro rovinato da qualche difetto troppo pesante da non essere citato.
Partiamo dall'inizio: la cosa che si apprezza subito è che all'interno del CD si sentono numerosi strumenti come clarinetto, fagotto, pianoforte, corno, glockenspiel, violino, violoncello e celesta, il tutto unito ai soliti chitarra, basso e batteria. Niente programmazioni plasticose di tastiera, ma veri strumenti, caldi e vibranti come solo gli orginali sanno essere. A questo si aggiunge una buona capacità compositiva di Vaerhon, che rende il tutto ben costruito. Il risultato è, appunto, un black metal malinconico, mai troppo violento, con ottimi innesti forniti da questi strumenti e uno screaming sofferto in stile Burzum. Tutto ok, quindi? Non proprio, purtroppo.
Se prendiamo il brano di apertura, "Lune Malade", tutto sembra al posto giusto, sebbene, bisogna dirlo, la voce di Vaerhon sia davvero troppo forzata nel voler rievocare lacrime e lamenti, finendo per sembrare quello che è, ovvero uno che fa finta per forza. Nonostante questo i suoi undici minuti passano piacevolmente e non si può non notare l'effettiva abilità compositiva di questo artista che, secondo me, di strada ne può fare.
Anche il secondo brano, "Flore", convince, ma si inizia a percepire un difetto di fondo: nella maggior parte dei casi, la componente classica e quella black non si fondono, ma si alternano, con il risultato di spezzettare l'ascolto in tante parentesi non sempre diluite all'interno della trama musicale. Quindi prima fiati e glockenspiel, poi un momento di chitarra acustica e violino, poi via il black metal e le urla, poi ancora archi e musica da camera, ancora chitarra acustica e chiusura sussurrata. Sembra di attraversare un corridoio con tante stanze e in ognuna c'è qualcuno che suona un genere diverso, ma sempre separato dagli altri. Non è sempre così, ovviamente, ma l'idea è quella.
Da questo punto di vista funziona molto meglio "Dés-Espoir", che parte da un "Notturno" di Chopin (Op. 55 N°1) e sopra ci ricama tutto il resto, fino a farlo diventare un bell'esempio di come i generi possano fondersi con risultati interessanti.
Arriva "Coups De Blues", invece, e non ci capisco più niente: spariscono il black, la classica e resta... il blues! Quello un po' triste e jazzato, ma tutto sommato blues! Nel mezzo torna a ululare Vaerhon, tra chitarre elettriche e momenti folk, ma qui non c'è niente da fare, è esattamente l'opposto: generi mescolati a caso senza una logica apparente.
Si torna su livelli più normali con gli ultimi due brani, "Epitaphe" e "Repas De Corbeaux": la prima, introdotta da un recitato che mi ha ricordato gli Elend, si svolge in una bella mazzata black metal, sempre triste, ma più dinamica e cattiva; la seconda invece torna allo stile iniziale e chiude un ipotetico cerchio aperto con "Lune Malade".
Insomma non so che dire: ripeto che qui ci sono tanti spunti da curare, da coccolare e far crescere, uniti a cadute di stile non da poco. Personalmente alla fine il giudizio mi pare ancora positivo, perché sotto la scorza e lo sporco, io ci vedo un diamante che deve essere preso, intagliato, trasformato e lucidato. Solo allora potrà davvero splendere.
(Danny Boodman - Agosto 2009)

Voto: 7.5


Contatti:
Mail Pensées Nocturnes: penseesnocturnes@lesacteursdelombre.com
Sito Pensées Nocturnes: http://www.myspace.com/penseesnocturnes

Sito Les Acteurs De L'Ombre Productions: http://www.lesacteursdelombre.com/