OPHIS
Withered Shades
Etichetta: Solitude Productions
Anno: 2010
Durata: 64 min
Genere: doom/death metal con sporadici elementi black
Shapeless Zine ha avuto a che fare con i tedeschi Ophis nel lontano
2004, con la recensione del loro MCD d'esordio "Nostrae Mortis
Signaculum", pubblicato dalla Cxxt Bxxcher Records. In seguito, le
strade di questa band e della nostra webzine si sono allontanate, per
poi ricongiungersi nuovamente nel 2010, con questo "Withered Shades",
loro secondo full-length e prima pubblicazione per la Solitude
Productions.
L'esordio degli Ophis su album è avvenuto nel 2007, con "Stream Of
Misery": a quanto pare questo lavoro, uscito sotto l'egida della
Imperium, ha raccolto parecchi consensi. Ed ha convinto la russa
Solitude a metterli sotto contratto, la qual cosa è già di per sè un
premio per questi ragazzi.
Passiamo subito al commento del CD.
Lo stile degli Ophis ha trovato uno sbocco artistico meno
inflazionato rispetto al passato, anche se non si tratta di qualcosa di
troppo originale. Non si può negare, però, che la musica sia davvero
buona. In questo loro secondo full-length, i tedeschi hanno trovato un
giusto equilibrio tra la potenza esecutiva, l'evocatività delle loro
canzoni e un giusto dosaggio delle contaminazioni che contribuiscono,
con più o meno efficacia, a donare dei tratti distintivi al loro stile.
Per tentare di definire al meglio la musica contenuta in "Withered
Shades", possiamo dire grosso modo che si tratti di un doom/death
piuttosto legato alla tradizione, capace però di accelerazioni
inusuali, e di arrangiamenti che non si negano di flirtare in maniera
decisamente ardita con il black metal. Tra l'altro, le influenze black
sono evidenti anche da alcune scelte grafiche presenti nell'artwork, e
soprattutto nel pentacolo e nella croce rovesciati che caratterizzano
il logo del gruppo. Relativamente alla musica, gli elementi black più
sfruttati sono una voce strillata, che sovente doppia il cantato
principale, espresso tramite un gutturale molto grave. Inoltre,
l'arrangiamento include a volte chitarre "zanzarose", passaggi
piuttosto diretti e sporchi, e le sopracitate accelerazioni (l'esempio
più evidente è dato dalla canzone d'apertura "The Halls Of Sorrow").
Per il resto, il doom/death degli Ophis non si discosta molto dai
modelli più tradizionali, e segue piuttosto fedelmente le coordinate
stilistiche dei gruppi accasati presso la Solitude. Quindi, riff
monolitici, un'incedere severo e sovente pesantissimo, ritmiche lente e
costanti ed una mancanza pressochè totale di luce ed ottimismo. Anche i
testi non sono da meno, sebbene non siano sempre legati ai soliti temi
della disperazione, della malinconia o della rassegnazione. Ad esempio,
la bella "Earth Expired" ha a che fare con una probabile regressione
dell'umanità ad un livello primitivo, con tutte le sue conseguenze. In
più, questi testi sono caratterizzati tutti da un aggressività atipica
rispetto alle consuetudini del doom/death. Un esempio per tutti, i
versi finali di "Halo Of Worms": "La
singolarità è un dominio vuoto / L'aborto di un'altra speranza / Retti
pensieri di icone settiche / Un'abominazione nata dalla benedizione: /
L'odio è tutto ciò che è rimasto".
Le canzoni sono tutte in possesso di una struttura complessa, più
legata ad un continuo susseguirsi di variazioni più che di passaggi
tecnici. Anzi, non sempre la tecnica degli Ophis può essere definita
impeccabile. E' però dannatamente funzionale. Per questa ragione, le
loro composizioni sono "vive" e non annoiano. Non sono mai
eccessivamente "leccate", e questo penso sia dovuto in parte alla loro
passione per il black metal. Quindi, ritengo che abbiano ottenuto un
buon risultato, considerato che i minutaggi dei brani sono tutti
sostenuti: si passa da un minimo di nove minuti ad un massimo di quasi
sedici minuti. Infatti, i brani sono solo cinque per un totale di
un'ora e quattro minuti di musica. Tra l'altro, ecco i titoli delle
varie canzoni: "The Halls Of Sorrow", "Suffering Is A Virtue", "Earth
Expired", "Necrotic Reflection" e "Halo Of Worms".
Penso sia opportuno comunque fare una considerazione. In genere, i
prodotti targati semplicemente Solitude sono legati in maniera
inscindibile al doom/death più lento e ieratico, o al funeral doom.
Quando qualche uscita si allontana da questi generi, in genere viene
dirottata nelle sottoetichette Bad Mood Man o Art Of Silence. "Withered
Shades" potrebbe essere considerata una pubblicazione tipica della Bad
Mood Man, poichè il doom/death dei tedeschi è piuttosto spurio, sia
musicalmente che concettualmente. Invece, l'etichetta ha pubblicato
questo lavoro proprio a nome Solitude. La qual cosa è una bella
dimostrazione di fiducia. Vuol dire che la Solitude crede in questo
progetto, e noi non possiamo che darle ragione. Infatti, contaminare il
doom/death non significa tradirne i principi, ma semplicemente
allargarne gli orizzonti, allargarne la gamma espressiva.
Auguro agli Ophis di crescere ancora, di togliersi di dosso i
riferimenti alle band più famose e agli altri gruppi Solitude. Ma
confermo ai lettori la bontà di questo "Withered Shades": in caso
amaste le atmosfere lente e sulfuree, e non temeste le lievi
contaminazioni col black, acquistatelo in tutta tranquillità. Si tratta
di soldi ben spesi.
(EGr - Novembre 2010)
Voto: 7.5
Contatti:
Mail Ophis: Rain-of-Ashes@gmx.de
Sito Ophis: http://www.ophis.net/
Sito Solitude Productions: http://solitude-prod.com/