NEFERTUM
Revered Lames
Etichetta: UK Division Records / Alkemist Fanatix
Anno: 2009
Durata: 41 min
Genere: black metal sinfonico
La copertina ritrae un individuo incappucciato e mascherato, con le
braccia alzate verso l'alto, dalle cui mani si sprigionano fiamme. I
colori sono oscuri e malsani, ma nel suo insieme l'artwork è efficace e
molto suggestivo. Il libretto si apre a fisarmonica, mostrandoci otto
facciate, nelle quali sono stampati i testi, le foto dei musicisti, i
ringraziamenti e le informazioni relative alla registrazione.
Così si presenta "Revered Lames", l'album d'esordio dei lucani
Nefertum. "Revered Lames" corona un percorso musicale iniziato cinque
anni fa, nel 2004, e scandito dalla pubblicazione del demo "Demo(n)"
nel 2005 e del promo di quattro tracce "Revered Lames" nel 2008. Il
curriculum del gruppo è arricchito anche dalle numerose apparizioni dal
vivo, di spalla a gruppi di valore, quali Dark Tranquillity, Dismember,
Malevolent Creation e così via.
La formazione attuale dei Nefertum vede Innos alla voce, Geny e
Uruk-Hai alle chitarre, Tjhell al basso, Max alla tastiera e Maul alla
batteria. Tre di questi musicisti (Innos, Geny ed Uruk-Hai -
quest'ultimo attivo anche nel suo progetto solista Omnia Malis Est) in
passato hanno militato negli Infernal Angels, un'altra valida
formazione lucana, della quale ho avuto la possibilità di recensire da
poco il loro secondo full-length, "Midwinter Blood". Se si considera
che, in passato, anche un certo Leviathan ha militato nei Nefertum,
sono ben quattro i musicisti che hanno suonato in ambedue le band.
Esiste quindi un altro legame, oltre a quello geografico, tra i
Nefertum e gli Infernal Angels. Caratteristica comune dei due gruppi, è
la professionalità: anche "Revered Lames", come "Midwinter Blood", è un
lavoro di grande spessore, da qualunque punto di vista lo si guardi.
Non si nota alcuna differenza produttiva ed artistica rispetto ai
lavori di gruppi più famosi, con etichette più grosse alle spalle.
Concentriamoci dunque sui Nefertum, e su questo "Revered Lames".
Prima di passare al commento delle varie tracce, ci tengo a precisare
che il disco è stato registrato tra il novembre del 2007 ed il febbraio
del 2008, presso il 16th Cellar Studio, sotto la supervisione di
Stefano Morabito.
Il disco è aperto da "Revered Lames" appunto. La prima cosa che
salta all'orecchio è la qualità di registrazione: potente, nitida,
espressiva e rcca di sfumature. L'ottima produzione esalta l'abilità
musicale dei nostri, notevole sia dal punto di vista tecnico che da
quello compositivo. Riguardo allo stile, i Nefertum propongono un black
metal sinfonico fortemente ispirato al periodo d'oro del genere, cioè
il lustro 1995-2000, mescolato a qualche spunto avantgarde. "Revered
Lames" porta alla mente due gruppi, principalmente: i Dimmu Borgir e
gli Arcturus. Dai primi, i Nefertum hanno preso l'immediatezza melodica
e la maestosità del suono; dai secondi, l'imprevedibilità di alcuni
passaggi, i vari barocchismi e le bizzarrie dell'arrangiamento. Alcuni
passaggi tecnici, e piuttosto violenti, sembrano invece rifarsi agli
Emperor da "IX Equilibrium" in poi.
Gli stessi riferimenti musicali valgono anche per la successiva
"Slaves Of Darkness" (ma il discorso va esteso per l'album nella sua
interezza). Anche in questo caso, il sestetto dà prova di una grande
compattezza compositiva, affiancando con naturalezza sezioni anche
molto diverse fra di loro. In effetti, difficilmente nel songwriting
dei Nefertum si avvertono delle forzature. "Slaves Of Darkness" è un
brano davvero oscuro, e nel suo insieme mi pare più convincente della
traccia d'apertura. A parer mio, comunque, gli episodi migliori si
hanno quando il gruppo lucano prova a giocare soluzioni personali,
lontane dai clichè del black sinfonico, pur restando legati in qualche
modo al genere.
"Beneath The Ashes", aperta da un bel giro di basso, non si distacca
dai brani precedenti: l'arrangiamento è sempre eccessivo e decadente,
ed il suono d'assieme è comunicativo ed appassionato. Il ritmo cambia
di frequente, risultando imprevedibile, ma senza perdere mai la
coerenza. Se la prima parte di "Benetah The Ashes" continua ad essere
influenzata dai maestri norvegesi, la seconda parte (in particolare la
melodia degli archi) sembra invece più personale. In effetti,
l'insegnamento di quei gruppi famosi non è più seguito con
scrupolosità, ma i Nefertum hanno provato a metterci del loro. Con
risultati lusinghieri. Occorre che riflettano su questa cosa. I
Nefertum sono bravi, non hanno bisogno di scopiazzare qua e là: devono
solo rischiare di più, nel tentativo di camminare con le proprie gambe.
"Crossdressphixya", brano carico di malinconia, suggerisce alcune
intuizioni molto stuzzicanti, che però non vengono sviluppate a dovere,
restando inglobate nei clichè del black sinfonico più tradizionale. Ci
sono tanti passaggi davvero appassionanti, ed è un peccato che siano
espressi in un linguaggio così derivativo. "Crossdressphixya" procede
per spunti, che strizzano l'occhio a realtà musicali più famose, ma
castra in continuazione qualunque tentativo di personalizzare il suono
e la melodia. Ciò nonostante, il brano funziona molto bene e non si
avvertono forzature. Ma la personalità è lasciata totalmente in
disparte. Quindi, i Nefertum si riconfermano bravi, capaci e ispirati,
ma non personali.
Le battute iniziali di "Blackhearted" sono minacciose e cattive, e
mi hanno ricordato qualcosa dei Satyricon periodo "Volcano". La
violenza di "Blackhearted" cancella con un colpo di spugna le
malinconie di "Crossdressphixya". Comunque, non mancano sezioni più
evocative e misteriose, che variano la proposta del gruppo. Alla fine
dell'ascolto, il quinto brano in scaletta risulta essere uno dei più
validi dell'intero CD: qui c'è finalmente personalità, si avverte il
carattere del sestetto.
Inatteso e folgorante è invece il riffing death metal che
introduce "Rotting Idle's Inquisition". Peccato solo che, a seguire,
l'intervento della tastiera e le successive succesioni armoniche, ci
riportino al binomio Arcturus/Dimmu Borgir. Ma, in riferimento alla
melodia, potrebbero essere scomodati anche i Cradle Of Filth e, nella
sezione centrale con la voce pulita, gli Opeth o i Solefald.
Quest'ultima sezione, tra l'altro, si rivela molto interessante e ben
fatta. Ma, secondo me, l'unico passaggio veramente soprendente di
"Rotting Idle's Inquisition" è proprio il riffing death metal che apre
e chiude il brano.
"Hatedance" conferma quanto di buono i Nefertum abbiano da proporci.
L'esecuzione è perfetta: le chitarre sono molto affiatate, la sezione
ritmica non perde un colpo. I vocalizzi di Innos sono davvero
aggressivi, e la tastiera svolge un lavoro ligio ed ispirato.
"Hatedance" è tesa e non molla un attimo, pur non negandosi una forte
componente atmosferica. Bravi e professionali come al solito. E, sempre
come al solito, derivativi.
"Lustful Requiem" chiude il CD senza eccessive sorprese. Molto validi i
passaggi più oscuri e pesanti, nei quali il gruppo dimostra di
possedere di un talento impressionante, ma di non essere sempre in
grado di esprimerlo al meglio. Beh, c'è da dire anche che questa è la
musica che i Nefertum vogliono suonare, ragion per cui forse non hanno
nemmeno delle motivazioni per agiredifferentemente. Ma un pizzico di
sperimentazione in più, non guasterebbe affatto. Perchè Nefertum è
davvero un gran bel gruppo.
In conclusione, "Revered Lames" si presenta come un album tecnicamente
perfetto: la produzione è ottima, gli arrangiamenti intelligenti, le
canzoni ben fatte ed appassionanti. Peccato solo che latiti quella
personalità in grado di rendere unico il sound dei Nefertum. E questa è
una cosa sulla quale i lucani dovrebbero lavorarci su. Anche se, ora
come ora, i Nefertum sono uno dei migliori gruppi black sinfonici della
nostra penisola, non vedo perchè debbano arrestarsi a questo. Con un
pizzico di personalità in più, potrebbero rivelarsi tra le migliori
realtà black internazionali. Occorre quindi lavorare con impegno, al di
là degli ottimi risultati conseguiti fino ad oggi. Con un lavoro
costante, e la voglia e l'ambizione di infrangere qualunque steccato
(quindi, anche le influenze dei gruppi più famosi), i Nefertum potranno
veramente togliersi delle grandissime soddisfazioni. Io sono con loro.
Per ora quindi, cari lettori, sostenete i Nefertum acquistando "Revered
Lames", che è un bell'album di black metal sinfonico. E restate in
attesa del loro secondo full-length, nella speranza che sia uno di quei
disconi in grado di spazzare via qualunque concorrenza.
(Hellvis - Novembre 2009)
Voto: 7.5
Contatti:
Mail Nefertum: nefertumband@hotmail.it
Sito Nefertum: http://www.myspace.com/nefertum
Sito UK Division Records: http://www.myspace.com/ukdivision/
Sito Alkemist Fanatix: http://Www.alkemist-fanatix.com/