NANOWAR (OF STEEL)
Into Gay Pride Ride
Etichetta: autoprodotto
Anno: 2010
Durata: 59 min
Genere: heavy/power metal demenziale
Ecco di ritorno i Nanowar (Of Steel) con il loro nuovo disco,
attesissimo: "Into Gay Pride Ride". La copertina, dallo sfondo rosato,
ci mostra un nano che cavalca uno stallone bianco ed effemminato. Sotto
il manto rosso, il nano fa sfoggio di collant e scarpe col tacco. Il
libretto, di sedici pagine, contiene tutti i testi, varie
illustrazioni, i ringraziamenti (grazie a loro per aver citato
Shapeless Zine!) e le informazioni relative alla registrazione.
"Into Gay Pride Ride" è stato registrato negli studi Temple Of
Noise e Storx. La formazione che ha inciso il CD vede Gatto Panceri 666
al basso, Potowotominimak alla voce principale, Mohammed Abdul alla
chitarra, Uinona Raider alla batteria e Mr. Baffo sempre alla voce.
Nella foto delle pagine centrali del libretto li vediamo a cavallo di
vari tricicli.
Il nuovo disco dei Nanowar contiene sedici tracce per un totale di cinquantasette minuti di musica.
Dopo una brevissima introduzione ("Metropolis Pt.3 - The Legacy"),
il disco entra nel suo vivo con "Nanowar", canzone che è destinata a
diventare il nuovo, grande inno del gruppo romano. Non poteva mancare,
dopo tutto. Non si tratta però della parodia di qualche altra canzone.
Si tratta di una composizione personale, un esempio di metal
scintillante e coinvolgente. A parer mio, una delle canzoni migliori
che i Nanowar abbiano mai scritto. E dire che è distante dai consueti
lidi heavy/power dei nostri. In realtà, si tratta di una canzone dal
piglio rock'n'roll, e dai connotati a stelle e strisce. Il gruppo è
perfettamente a suo agio in questa veste, e dà vita ad una traccia
irresistibile, dalla ritmica trascinante, dai cori ruffiani e piazzati
sempre al punto giusto. La struttura è perfetta, tra ritornelli,
strofe, bridge e assoli mai fuori posto. "Nanowar" si mangia in un
boccone gran parte delle composizioni che ci propongono i gruppi
glam/street oggidì. Un brano fantastico, che ho riascoltato una marea
di volte!
Ad esso segue "Stormlord Of Power", che appare qui per la prima
volta in veste ufficiale (escludendo quindi l'apparizione nel
pout-pourri "Made In Naples"), ma che è già un classico dal vivo dei
nostri. Ricordo di averla ascoltata per la prima volta anni fa, in
versione ancora primitiva, nel corso di un loro concerto. Qui è
presentata nella sua stesura definitiva, nobilitata dall'ottima qualità
di registrazione. Si tratta di uno dei brani più aggressivi mai
composti dai Nanowar, con la batteria impazzita che sorregge i riffoni
aggressivi ed oscuri dei nostri. Un power tenebroso, quindi, che
dimostra quanto sappiano far male i Nanowar.
Parte poi un bel dialogo tra un bambino piccolo e suo nonno, che ci
porta subito alla mente i cari vecchi Manowar. Il nonno narra una
storia al bimbo, e che prende la forma di "Blood Of The Queen". La
traccia parte con la batteria che accelera progressivamente il ritmo
sulla falsariga di "Kill With Power", accelerando tra l'altro in
maniera disumana. "Blood Of The Queen" è una canzone epica, dalla
ritmica incisiva ma non veloce. Un po' come i Manowar in "Army Of The
Immortals", anche i Nanowar hanno realizzato un testo nel quale hanno
ripreso i titoli di vecchie canzoni, o si sono richiamati ai testi
delle loro composizioni storiche. La traccia è quindi una vigorosa
parodia dei Manowar degli anni d'oro, col cantante che ad un certo
punto assesta la sua voce nel registro più acuto. I musicisti si
dimostrano come al solito professionali e talentuosi, molto attenti tra
l'altro all'arrangiamento e all'utilizzo dei campionamenti
(quest'ultima annotazione va intesa in senso generale, non
relativamente alla singola "Blood Of The Queen"). Nel finale, vi è la
citazione di "What A Wonderful World" con tanto di un simil-Louis
Armstrong che dialoga col cantante principale.
"Odino & Valhalla" è un altro classico, già apparso in "Made
In Naples", ideale per le esibizioni dal vivo. Canzone epica dai cori
micidiali, si distingue per le citazioni delle colonne sonore western
di Ennio Morricone, per la citazione della Lambada nell'assolo e per la
sezione centrale che propone "Another Brick In The Wall" dei Pink
Floyd". Bellissimo pezzo.
La traccia d'apertura ci aveva mostrato i Nanowar in versione USA.
Bene, "Surprise Love", il cui titolo fa ben intendere il tema di cui
tratta il testo, è una ballata strappamutande che richiama alla mente
le tracce più melense di Bon Jovi, dei Guns e, soprattutto, degli
Aerosmith. La qualità realizzativa è come al solito impeccabile,
perfetta in ogni sua parte. C'è anche un passaggio rappato, nel quale
viene imitato Shaggy. Invito tutti gli appassionati del gruppo ad
ascoltare questa canzone e tutte le altre anche in maniera seria,
godendosi la musica senza liquidare il tutto con un sorriso ed
un'alzata di spalle. I Nanowar sono simpatici, sì, ma non sono soltanto
questo. Si tratta di un gruppo, ricco di qualità e talento. I loro
prodotti non deludono mai. La professionalità e le capacità
realizzative, l'attenzione ai particolari li distinguono in un panorama
metal sempre più generoso in mediocrità. I Nanowar sono un gran gruppo,
al di là del fatto che siano ironici e sappiano non prendersi sul
serio. Recensendo il loro disco in maniera seria, e facendo parlare la
musica, bisogna soltanto stare zitti e riconoscere la loro abilità.
"Forest Of Magnaccions" unisce passaggi delicati ed evocativi alla
versione grezza e metallica de "La Società Dei Magnaccioni". Un tributo
al lato più popolare e scanzonato della loro Roma. Il brano è carino e
tira. Per tutti quelli che vorrebbero che ci fosse anche un Tom
Angelripper in Italia (quello cioè in versione Onkel Tom o album
solisti, non nei panni dei Sodom)...
Torniamo però un po' indietro. Prima di "Odino & Valhalla" c'è
l'intermezzo "DJ Fernanduzzo", ovvero il jingle di un DJ di casa
nostra. "Radio Grafia #2" invece ci ripropone, a un certo punto, una
versione di "Master Of Pizza" in versione Pino Daniele. Cantata
probabilmente dallo stesso "Pino della pizzeria" di "Radio Grafia #1".
"Look At Two Rills" è una canzone fantasy gioiosa e saltellante
che ci porta in un mondo di elfi, nani ed orchi. Si tratta di uno
sfottò verso Luca Turilli, come il titolo fa ben intendere. La vittima
preferita dei Nanowar anticipa qui, dopo l'intermezzo (interlocutorio,
troppo lungo per i miei gusti) "1 Vs 100" un altro capolavoro di questo
CD: "Lamento Erotico". Questa traccia non è un cover di "Lamento
Eroico" dei Rhapsody (Of Fire). Piuttosto è un brano power fatto e
finito, severo e possente. L'arrangiamento è bellissimo, la canzone è
perfetta, esagerata ed eccessiva com'è. E' una parodia, ma la sua
qualità è così elevata da farmela considerare quasi un tributo ai
Rhapsody. E' un onore, credetemi, farsi prendere in giro così. Eh sì, i
Nanowar sono proprio un gruppo non comune!
I Rhapsody sono vittima anche di "Rap-Sody", nella quale ricompare Shaggy: è la versione rap di "Emerald Sword". Simpatica.
Il CD è chiuso da "Karkagnors Song - The Hobbit" ("Kargagnors Song
- In The Forest" altro non è che una brevissima outro). E' una traccia
lunga, complessa, che ad una prima parte acustica e medievaleggiante
contrappone un poderoso sviluppo power/epico. Compositivamente, è una
canzone coi controcoglioni. Non mi ha fatto divertire più di tanto,
come testo. Ma musicalmente mi ha fatto godere.
"Into Gay Pride Ride" è il degno successore di "Other Bands Play,
Nanowar Gay". Il gruppo è riuscito ad evolvere il proprio stile senza
stravolgere il marchio di fabbrica. E ci ha proposto un disco
divertente, di grande qualità musicale. Mettendo da parte un certo
snobismo, cerchiamo di apprezzare la musica e di riconoscere il valore
artistico delle composizioni dei Nanowar. Il gruppo sà farci sorridere,
ma la sua musica riesce veramente a far scorrere fiumi di fuoco nelle
nostre vene. Sosteniamo i Nanowar con tutto il cuore, perchè si tratta
senza dubbio di uno dei migliori gruppi metal del nostro paese!
(EGr - Aprile 2011)
Voto: 9
Contatti:
Mail: gatto@nanowar.it
Sito internet: http://www.nanowar.it/