MY LAMENT
Broken Leaf
Etichetta: Solitude Prod.
Anno: 2008
Durata: 55 min
Genere: doom death
La Solitude Productions è sicuramente una delle etichette underground
più floride tra quelle con cui abbiamo il piacere di avere a che fare
per Shapeless. Personalmente, poi, la ritengo anche una delle più
interessanti, perchè non sono poche le volte in cui dalle lande della
Russia ci siamo visti recapitare progetti di interesse assoluto.
Oltretutto, se è vero che ovviamente non tutti i loro CD sono un centro
perfetto, è anche vero che nella maggior parte dei casi anche i lavori
meno geniali restano comunque degli ottimi esempi di album di genere,
sempre ben realizzati, magari un po' formali nel seguire i dettami dei
grandi capisaldi del settore (ricordiamo che la Solitude Prod. è
specializzata nel doom in tutte le sue molteplici declinazioni) ma
comunque sempre godibili per un appassionato. È questo anche il caso
per i My Lament, band doom death proveniente dal Belgio, che ci regala
un album di debutto molto piacevole, sebbene non stratosferico.
Innanzitutto bisogna dire che ancora una volta i ragazzi dell'etichetta
russa hanno svolto un bel lavoro a livello di packaging: un bel CD
bianco come la neve, con una foto in bianco e nero di una foglia secca,
classicissimo nello stile, ma assolutamente adatto alle atmosfere
decadenti.
Passiamo invece alla musica, con i cinque musicisti che si
presentano nella più classica delle formazioni metal, ovvero basso,
batteria, voce, chitarra ritmica e chitarra solista: il risultato sono
otto tracce di doom death vecchia scuola, che guarda con ammirazione
colonne portanti come My Dying Bride, gli Anathema del periodo
"Pentecost III", ma anche formazioni più recenti come i Mourning
Beloveth.
Come dicevo non aspettatevi grandi variazioni sul tema e, anzi, se
conoscete i nomi citati, potreste tranquillamente fermarvi qui e
iniziare a ponderare se l'acquisto vi interessa o meno, d'altra parte
mi sento di voler spezzare una lancia a favore di questi ragazzi, dato
che la qualità delle composizioni è buona, così come la cura dei suoni
e la professionalità dei musicisti.
Abbiamo così una manciata di brani lunghi ma mai oltre il livello di
guardia della noia, cosa molto importante: la title-track si presenta
come una sorta di lunga introduzione, mostrando suoni angoscianti di
chitarra che fanno da preludio a "The Shepherd Of Sorrow", dove il
suono profondo del passo (molto vicino allo stile di Duncan Patterson)
si unisce ai riff profondi e dolorosi di chitarra in pieno stile My
Dying Bride. Un brano come "Silent Nights", invece, punta molto di più
alla mastodontica pesantezza e al pachidermico incedere della musica,
qui in assoluto rigore con i dettami del già citato "Pentecost III".
Il brano che più si discosta da questo stile, invece, è "The
Soilseeker", più etereo e malinconico nel suo incipit delicato e
languido, che però ben presto cresce lentamente verso un apice furioso,
che poi si spegne lentamente in una coda, ancora triste e sconsolata.
Si continua così con altri brani di buona fattura come "The Burden Of
Doubt" e la conclusiva "Vilest Of Men", tutte legate a questi standard
ma anche tutte dotate di un buonissimo equilibrio tra parti rabbiose,
eleganti arpeggi e aperture epiche e magniloquenti.
Come già si diceva, quindi, non c'è niente di nuovo nella prova dei My
Lament, ma allo stesso tempo credo che molti fan del genere potranno
trovare in questa band una piacevole aggiunta per rimpolpare la loro
collezione. Sicuramente non credo un album come "Broken Leaf" sia da
condannare all'oblio e auspico, anzi, una crescita importante per il
prossimo lavoro.
(Danny Boodman - Marzo 2010)
Voto: 7
Contatti:
Sito My Lament: http://www.myspace.com/mylamentdoom
Sito Solitude Prod.: http://solitude-prod.com/