MUHMOOD & EGO EX NIHIL
Fictive Planets

Etichetta: Art Of Silence / Solitude Prod.
Anno: 2010
Durata: 74 min
Genere: ambient / post metal


Questa nuova creatura della serie Art Of Silence, che comprende alcuni degli episodi più sperimentali proposti dalla Solitude Prod. in edizione limitatissima, vede la collaborazione di due artisti, appunto Muhmood ed Ego Ex Nihil, che uniscono le loro forze in un difficilissimo lavoro in cui compaiono due anime ben distinte: da una parte, infatti, troviamo episodi di pura e semplice dark ambient; dall'altra, invece, abbiamo degli squarci di quel genere a cavallo tra il doom, il drone e il post metal. Il risultato sono settantaquattro minuti mostruosamente desolati, che rappresentano molto bene quel viaggio interstellare in cui il freddo, il vuoto e il silenzio dominano incontrastati. Certo, non posso dire che la metafora del viaggio cosmico sia innovativo in questo genere e una corrente artistica come la Kosmische Musik nasce a cavallo tra gli anni '60 e '70, non certo ieri, eppure si resta sempre affascinati quando si incontrano artisti capacidi rendere comunicativo il vuoto, agendo per sottrazione, arrivando quasi al silenzio. Se poi a questo si aggiunge la deflagrazione del metal più oppressivo e insostenibile, capite che l'unione di questi elementi può essere pericolosa.
Potrebbe essere difficile, quindi, entrare in contatto con la musica contenuta in "Fictive Planets", ma ben presto vi troverete alla deriva in un pezzo come "Lunar Knots", dilatatissima nella sua introduzione fatta di pause, silenzi, echi e lontane onde sonore; dovranno passare quasi sei minuti prima di sentire le chitarre, la batteria e il basso, ma a quel punto la loro presenza non sarà sganciata dal brano stesso, ma sarà appunto una tappa del viaggio, una visita in un pianeta alieno, prima di riprendere il proprio salto nel vuoto con "Admetos", "Achromatic" o "Lilith Amorpho". Le strutture più o meno si ripetono alternate, dark ambient buia e profonda, poi ad un tratto la luce gelida del post metal, tra chitarre dissonanti e lacerate che si trascinano su una sezione ritmica pesante e opprimente. Nessun testo, ovviamente, perchè nello spazio ogni parola è impronunciabile e il senso di solitudine così aumenta ulteriormente. Impossibile estrapolare un brano rispetto ad un altro, perchè la deriva nel cosmo non ha inizio né fine, e le composizioni, che pure variano tra di loro, finiscono per essere un continuum che non può e non deve essere interrotto.
Giudizio positivo, quindi? Sì, con qualche difficoltà nell'entrare in comunicazione con un'opera come questa, ma sì. L'unico appunto che mina un po' il risultato finale è legato alla componente ambient che risulta sì efficace, ma si appoggia anche su strutture base che abbiamo già sentito in molte altre occasioni e, vista la massa occupata da questo tipo di musica all'interno dell'album, questo va necessariamente a incidere sul voto. Oltretutto vi renderete conto che reggere più di settanta minuti in uno stato simile comporta uno sforzo notevole e non posso dirvi che si tratta di un album che consumerete di ascolto in ascolto. Ci vuole la giusta predisposizione. Se, però, non avete paura di un lavoro così complesso allora date un ascolto a questi due artisti: hanno fatto un buon lavoro e meritano la vostra attenzione.
(Danny Boodman - Ottobre 2010)

Voto: 7


Contatti:
Sito Muhmood & Ego Ex Nihil: http://www.myspace.com/muhmoodandegoexnihil

Sito Solitude Productions: http://solitude-prod.com/