MORKAL
Feritas Pagana

Etichetta: autoprodotto / Murati Vivi Productions
Anno: 2009
Durata: 32 min
Genere: pagan/black metal


I Morkal si sono formati nel 2001 nelle Marche, ed hanno pubblicato nel 2004 il demo "Bellum Contra Deum Unum" e, nel 2006, l'altro demo "Interitus". Il primo di questi due lavori è stato recensito anni fa dal nostro ex recensore Moonfish, e tale recensione può essere ritrovata nell'archivio demo di Shapeless Zine.
Dopo vari avvicendamenti nella formazione, i Morkal hanno pubblicato finalmente il loro album d'esordio: "Feritas Pagana". I musicisti che hanno inciso questo lavoro sono Ferus (chitarra solista, ritmica ed acustica), Sempiternus (batteria, tastiere e cori), Strid (voce e chitarra ritmica) e Belvae (basso e voce). Le registrazioni hanno avuto luogo nelle sale della Murati Vivi Productions,di Recanati, tra l'ottobre ed il dicembre del 2008.
La copertina di "Feritas Pagana" è molto bella, e ci mostra un fiumicciatolo che scorre, le cui sponde sono imbiancate dalle neve. Sovrapposte alla fotografia, in rigoroso bianco e nero, ci due spade incrociate ed il logo dei Morkal. Il libretto, di dodici pagine, è addirittura lussuoso: contiene tutti i testi (in latino), una foto per ogni musicista, i ringraziamenti e le informazioni relative alla registrazione. Sono presenti anche frasi tipo "Metallvm Italicvm" o "Italic Pagan Black Metal", tanto per suggerire l'indirizzo tematico del gruppo, i cui esordi sono stati decisamente più ambigui.
"Feritas Pagana" ha una durata di 32 minuti e qualcosa, e contiene sei tracce, una bonus-track ed una ghost-track.
La musica proposta dai marchigiani è un pagan/black metal legatissimo alla tradizione, talvolta melodico, spesso ostile ed arrabbiato. Nel libretto, i Morkal hanno ringraziato gruppi come Graveland, Nokturnal Mortum, Negura Bunget, Temnozor, Kawir e così via. L'influenza di questi gruppi è sì presente nella loro musica, ma non in maniera così decisiva. I nomi di queste band sono però importanti per comprendere un po' l'atteggiamento del quintetto nei confronti del pagan/black metal. Ecco quindi spiegata la scelta di un suono non nitidissimo, di un forte riverbero nei vocalizzi, delle chitarre gelide e spietate, del missaggio a volte confusionario e molto underground. Dal punto di vista tematico, invece, il quartetto dimostra una predilezione per i miti, la natura e le leggende nostrane, relative nello specifico alla loro zona geografica. Il saluto particolare che il gruppo rivolge, in una pagina del libretto, ai Monti Sibillini, non può che ricordarci il progetto Hesperia, tra l'altro il primo nome citato nei ringraziamenti. I Morkal si sono inseriti in questo filone di gruppi-portavoce delle tradizioni italiche e pagane. Una cosa buona, ritengo, rispetto alla scelta di andar dietro a miti nordici, slavi o celtici che poco hanno a che fare con la nostra penisola. Anche la scelta del latino per i testi è meritevole, in tal senso.
La cinque canzoni che compogono il corpo principale di "Feritas Pagana", escludendo l'introduzione, ci mostrano dunque un gruppo affiatato, che predilige un approccio istintivo ad un'esecuzione distaccata e corretta. Il lavoro delle chitarre, come ho scritto in precedenza, è molto aggressivo e tagliente. Fanno eccezione i ricorrenti passaggi melodici, o le sezioni dove sale in cattedra la chitarra acustica, nella quali il tutto si fa molto più accostabile ed evocativo. Ma è comunque un clichè del pagan/black quello di accostare sezioni molto aggressive ad altre più melodiche e solenni. Il basso sostiene il tutto con vigore, e forse le imprecisioni più evidenti si sentono nella parte di batteria. Lo voce principale è uno strillo lancinante, molto riverberato, che spesso viene sostenuto da un growling. Inoltre sono presenti cori in sottofondo, nella più pura tradizione del genere, che affonda le sue radici nei primi anni '90.
Le canzoni che compongono il corpo di "Feritas Pagana" sono "Fvror Martis - Hostis Sangvis", "In Noctvrnis Nemoribvs Sibyllinis", "Vvlcanvs", "Incedens Per Tramitem Montis Atrati - Ivppiter Mars Qvirinvs" e "Ira Iovis In Fargno".
Ci sono poi la bonus track, "Interitvs", tratta dall'omonimo demo e ri-registrata, e la ghost-track "Olocausto". Queste due tracce sembrano registrate ed eseguite molto meglio rispetto alle altre, e la batteria ha eliminato tutte le sue imprecisioni.
Nel suo complesso, "Feritas Pagana" è un disco che mantiene tutte le sue promesse. Chiunque cerchi del pagan/black, e sicuro di poterlo trovare in questo disco. Per contro, i Morkal non riescono ad andare oltre alla riproposizione stanca di schemi triti e ritriti. Il songwriting, pertanto, risulta spesso prevedibile e sa di già sentito. Insomma, il gruppo si dimostra privo di una vera e propria personalità, che possa farlo risaltare tra le tante band simili. Occorrerebbe che il gruppo tentasse di staccarsi dagli esempi dei gruppi più famosi e tradizionali, e provasse a rischiare, inserendo delle sezioni musicali davvero personali ed originali. Ora come ora, i Morkal sono soltanto un gruppo tra i tanti, nel gran calderone pagan/black internazionale. A parer mio del potenziale c'è, ma il quartetto deve ancora lavorare tanto per poterlo esprimere al meglio.
(Hellvis - Aprile 2010)

Voto: 6


Contatti:
Mail: fervs@libero.it
Sito internet: http://www.myspace.com/morkalband