MISERY SPEAKS
Disciples Of Doom

Etichetta: Drakkar Records
Anno: 2009
Durata: 49 min
Genere: death metal melodico


Dopo un paio di album dediti al mix tanto in voga tra death metal melodico e metalcore ("Misery Speaks" del 2006 e "Cataogue Of Carnage" del 2008) ecco tornare sul mercato i Misery Speaks, forti della presenza in line-up di un nuovo cantante, Przemek Golomb, e di un sound moderatamente rinnovato.
La band tedesca, infatti, pur portando avanti il suo stile già presentato nei precedenti lavori, questa volta decide di puntare ad un approccio più sporco, approccio che molti assoceranno giustamente ai vecchi album dei Pantera, ma anche al southern metal più fumoso e alcolico. Va da sé che la componente melodic death è ancora quella predominante, con il suo equilibrio tra velocità, aggressività e immediatezza, quindi i fan del genere e delle precedenti pubblicazioni del gruppo non resteranno delusi, ma bisogna dire che, a conti fatti, è proprio questo nuovo taglio grezzo a rendere stuzzicante un album come questo.
I riff si trascinano con forza e violenza, raschiando con determinazione i padiglioni auricolari dell'ascoltatore; la sezione ritmica picchia con pesante efficacia, accelerando quando serve, ma lasciando ampio spazio a momenti di puro groove; infine il nuovo arrivato al microfono ci regala una prestazione di tutto rispetto per dinamismo e convinzione.
Le composizioni, poi, sono sufficientemente varie e sfaccettate e allontanano quindi il rischio di un album eccessivamente omogeneo e monolitico: così se "Burning Path" può essere presa da esempio perfetto di quanto detto finora, "End Up In Smoke" ci regala delle belle virate thrash, mentre un pezzo come la title-track, come suggerisce il titolo stesso, rallenta i ritmi e ammanta la composizione di un alone sulfureo e torrido figlio del migliore doom metal. Un pezzo come "Black Garden", poi, con i suoi otto minuti, ci ricorda come la band sia anche capace di gestire delle durate più elevate costruendo un brano dinamico e capace di tenere alta l'attenzione nonostante una struttura non immediata: la materia prima, qui, è il buon vecchio death svedese in stile Amon Amarth e si vede che i Misery Speaks sanno destreggiarsi ormai con abilità nel loro mondo.
Certo non possiamo dire che sia tutto oro quel che luccica nell'opera della formazione tedesca: per quanto mi riguarda il gruppo soffre ancora la sua condizione di band di 'seconda linea' e quindi sta ancora lottando e sgomitando per riuscire a ritagliarsi il suo spazio in un panorama che non solo ormai è totalmente saturo, ma addirittura sta iniziano a dare i primi cenni di cedimento, avendo stancato più di un ascoltatore. Ben venga, quindi, la decisione del gruppo di rinnovarsi, ma ancora la strada maestra sembra essere quella indicata dai precedenti lavori. Non ci resta che guardare le prossime evoluzioni del gruppo e sperare che, se finora il giudizio sui Misery Speaks può essere stato quello di una band al di sopra della sufficienza ma ancora lontana dalla perfezione, possa ben presto trasformarsi nella consapevolezza di avere a che fare con dei leader di questa scena che scricchiola ma che è ancora molto forte.
(Danny Boodman - Aprile 2009)

Voto: 7


Contatti:
Mail Misery Speaks: janosch@miseryspeaks.com
Sito Misery Speaks: http://www.miseryspeaks.com/

Sito Drakkar Records: http://www.drakkar.de/