MICHAEL GILL
Blues For Lazarus

Etichetta: ProgRock Records
Anno: 2010
Durata: 50 min
Genere: progressive rock / blues / fusion


L'attivissima etichetta californiana ProgRock Records torna con questo album del pianista/tastierista Michael Gill ad avventurarsi in un territorio di confine tra prog, fusion e blues, come talvolta accade per una label che da sempre pone l'attenzione verso alcuni degli stili più virtuosi e intricati del panorama musicale. Niente metal, quindi, ma solo un ottimo musicista dotato di uno stile (fin troppo) accademico che, attorniato da una pletora di musicisti di ottimo livello, dà sfogo alle sue passioni in un album dalle molte influenze. Non voglio annoiarvi con un lungo elenco di tutti i musicisti che figurano nell'album, ma almeno due nomi vale la pena farli subito e sono quelli di Dave Weckl, un maestro della batteria per chi non lo sapesse, e Dave Koz, sassofonista di fama mondiale.
Tornando a "Blues For Lazarus", comunque, sarete curiosi di sapere cosa aspettarvi dall'album di un tastierista come Gill: quindi bando alle ciance e passiamo subito a parlare delle otto composizioni che costituiscono l'album e che, come dicevo, sono molto spesso diversissime tra loro per stile ed esecuzione. All'interno dell'album, infatti, Michael Gill dà sfogo a tutta la sua creatività passando senza problemi da sonorità acustiche a suite progressive, passando per episodi più decisi e languidi blues. Così abbiamo l'apertura affidata a "Merlin's Journey", con i suoi otto minuti di durata, e se il titolo vi farà già venire in mente una delle pacchianate divertenti ad opera del biondo Rick Wakeman, bè, non siete poi lontanissimi dalla realtà: certo, Gill è molto più sobrio e meno coinvolgente del tastierista degli Yes, pur con tutti i suoi difetti che conosciamo bene ma, tra sintetizzatori e delicati passaggi di pianoforte, qui siamo ancora in pieno ambito progressive. Come avrete capito non è che proprio ci sia da gridare al miracolo per questo pezzo, anzi, personalmente all'arrivo della title-track ho tirato un sospiro di sollievo: molto meglio un buon vecchio blues suonato al piano e cantato con una bella voce 'nera' come si faceva una volta. Se poi ci aggiungiamo un bel sax a dare un tocco jazzato al tutto, meglio ancora!
Continuiamo quindi con "Arrakis", un altro lungo strumentale tra prog e fusion: le tastiere di Gill si fondono con le chitarre melodiche di Tom Valdez e Dave Weckl dà sicuramente quel tocco in più con una batteria dinamica e colorata. Sicuramente un po' meglio del brano di apertura, ma chissà come, continuo a preferire la semplicità del precedente blues. Dopo la più lineare e ritmata "Tomorrow's World", invece, troviamo un'altra sorpresa con "Here Comes The Flood", cantata da Callie Thomas: se non la conoscete (shame on you!), si tratta di una malinconica composizione di Peter Gabriel tratta dal suo primo album solista. Qui viene resa piuttosto bene, con la voce femminile che già dà un taglio molto diverso al tutto e un arrangiamento a metà strada tra quello originale e la delicata versione per soli piano e voce che da un po' di anni Gabriel esegue dal vivo. Per carità, gli originali sono inarrivabili, ma c'è il giusto sentimento in questa rilettura. A proposito di delicatezza, si fa apprezzare anche "Memory Of A Dream", piccolo affresco per pianoforte suonato con maestria dal nostro Gill.
Il resto dell'album scorre senza grandi scossoni: "Colorado" gioca su atmosfere calde tra chitarre acustiche e hammond; "Stay The Night" è una discreta ballata pop, genere Phil Collins anni '90, impreziosita giusto dal sax di Koz; mentre la conclusiva "Rain" parte ancora con leggerezza grazie al pianoforte e alla voce femminile e poi chiude il cerchio con qualche svolazzo progressive.
Che altro dire, quindi? Secondo me Gill è un buon impiegato delle tastiere, niente di più niente di meno: preciso, competente, timbra il cartellino, fa il suo lavoro, a volte sembra crederci parecchio, altre è come un professore che ripete la lezione per l'ennesima volta. Anche a guardarlo in faccia, almeno stando alla caricatura del pianista usata come copertina, sembra proprio un bravo ragazzo. Avete presente Giovanni Floris di Ballarò? Ecco.
Quindi non c'è niente di stratosferico nella sua musica, ma fa il suo dovere, si lascia ascoltare e ogni tanto regala anche qualche emozione. È poco? È abbastanza? Fate voi.
(Danny Boodman - Giugno 2010)

Voto: 6.5


Contatti:
Mail Michael Gill: info@sting-a-bee-back.com
Sito Michael Gill: http://www.bluesforlazarus.com/

Sito Progrock Records: http://www.progrockrecords.com/