METHEDRAS
Katarsis
Etichetta: Punishment 18 Records
Anno: 2009
Durata: 41 min
Genere: thrash/death metal moderno
"Katarsis" è il nuovo lavoro dei milanesi Methedras, una piccola
istituzione della scena estrema nazionale. Nel corso degli anni, il
gruppo si è tolto parecchie soddisfazioni, scandendo la propria
carriera attraverso episodi di valore, a partire dal demo "Cost Of
Life" del 1999, passando per "Recursive" (2004) e "The Worst Within"
(2006). Gli amanti dell'underground, e chiunque segua la scena metal
italiana, avrà sicuramente sentito parlare di questa band. Ed anche i
nostri lettori, visto che Shapeless Zine ha avuto la fortuna di
recensire alcuni dei loro lavori precedenti. Proprio per questo, reputo
sia inutile dilungarsi sulle notizie biografiche dei Methedras:
chiunque ne fosse interessato, potrà spulciare le loro vecchie
recensioni nei nostri archivi.
Concentriamoci dunque su "Katarsis", full-length nuovo di zecca,
pubblicato dall'etichetta nostrana Punishment 18 Records. La copertina
è molto bella: ritrae un paesaggio da incubo, dove si vede una specie
di volto umano, in realtà un vulcano, che sta vomitando fiamme e fumo.
Ed il fuoco è una costante delle dodici facciate del libretto,
comprensive di tutti i testi, delle foto dei musicisti e ricco di
informazioni.
"Katarsis" è stato registrato al Fearstudio. La formazione che ha
inciso il CD vede Claudio Facheris alla voce, Eros Mozzi e Pietro Baggi
alle chitarre, Andrea Bochi al basso e Daniele Gotti alla batteria.
Il CD è aperto da "Circle Of Fire", uno strumentale melodico e ben
realizzato, che mette in mostra il lavoro egregio dello studio di
registrazione, che ha garantito ai Methedras un suono pieno, caldo e
stratificato. Questo breve brano funge da introduzione a "TDKM", la
prima vera canzone del CD. Violentissima e priva di compromessi,
azzanna alla gola l'ascoltatore e non molla la presa fino all'ultima
nota. Certo, il ritmo non è sempre tiratissimo, anzi, i rallentamenti
sono frequenti (per quanto sempre relativi), ma la tensione non cala
mai. "TDKM" è un'opener efficacissima, grazie alla sua irruenza, capace
di lasciare senza fiato. I riff sono molto precisi e di buona fattura;
la sezione ritmica è serrata e furibonda. Il gutturale del cantante è
feroce, e tutta la sua esibizione è esasperata. L'assolo di chitarra
non è da meno, grazie anche ad un'accelerazione vorticosa. Tra
cavalcate e momenti ricchi di groove, "TDKM" non può lasciare
indifferenti.
"Civil War" è una canzone meno assatanata della precedente, ma in
possesso di quella carica che, da sempre, caratterizza la proposta
musicale dei nostri. Non sempre i Methedras si producono in riff molto
tecnici, anzi, talvolta puntano su parti discretamente lineari, rese
però interessanti dalla capacità trascinante del quintetto. Nel corso
degli anni, infatti, i musicisti hanno acquisito una sicurezza
invidiabile, sia in sede esecutiva, che in quella compositiva e
produttiva. Ecco perchè le canzoni di "Katarsis" sono così ben
confezionate, prive di difetti maggiori. "Civil War", pur discontinua
nella qualità dei singoli riff, funziona molto bene nel suo insieme.
Il sangue continua a scorrere copioso con "Flag Of Lie".
Stilisticamente, i nostri continuano a sciorinare riff e ritmiche di
matrice thrash, uniti ad estremizzazioni tipicamente death metal ed a
passaggi groovy di scuola Pantera, Exhorder et similia. Il tutto
mescolato in un cocktail personale e gustosissimo, per quanto forte e
per palati fini. E come non sorridere dei vocalizzi anthemici attorno
ai due minuti dall'inizio del brano? Eheh, ideali per trascinare il
pubblico dal vivo! Che marpioni questi Methedras! Ne sanno una più del
diavolo!
"Slave Your Mind" è un'altra piacevole lesson in violence.
Con in più qualche spunto melodico consistente, che rende più varia la
proposta dei nostri, per quanto alla fin fine non faccia gridare al
miracolo. Meglio la sezione strumentale varia e creativa a metà
canzone, dove i musicisti esprimono al meglio la loro fantasia, e la
volontà di proporre un thrash moderno e variegato. Grande potenza,
nonostante tutto. La canzone è comunque al limite con altri generi
musicali.
Ecco ora "On My Knees", che vede all'opera l'ospite Simone
Bertozzi degli Empyrios, al basso. Partenza cazzuta e "panterosa", a
cui segue un'accelerazione arrabbiata, sulla quale si staglia un assolo
di chitarra semplice e funzionale. Il resto, è tutto un susseguirsi di
variazioni sul tema: i riff avanzano con il loro incedere massiccio, la
sezione ritmica è precisa. Da notare il rallentamento marcio e sudato,
quasi sludge. L'esibizione dei nostri è davvero calda, e riesce
veramente a scaldare i cuori: si ascolti l'assolo velocissimo, e la
partenza melodico. Claudio gigioneggia facendo il Phil Anselmo della
situazione, tanto che potremmo considerare "On My Knees" come ad un
sentito omaggio agli ultimi Pantera/primi Down, espresso ovviamente con
il suono inconfondibile dei Methedras.
Siamo arrivati alla traccia che dà il titolo all'album. Una
canzone carina, anche se mi chiedo per quale motivo sia stata scelta
come title-track, visto che a mio parere "Katarsis" contiene canzoni
più efficaci. De gustibus, dunque. Occhio, non è brutta. E sicuramente
i Methedras avranno avuto le loro buone ragioni. Ma quando le canzoni
sono tutte di buona qualità, senza grossi dislivelli l'una dall'altra,
le preferenze si fanno sempre più soggettive. Da parte mia, ho gradito
molto il lavoro solista delle chitarre. Per il resto, solito brano
aggressivo ed onesto, capace di comunicare energia. Insomma, "Katarsis"
assolve al meglio il proprio compito di canzone metal.
"Mass Control" parte con una gradevole introduzione di chitarre,
di cui due acustiche ed una distorta. Un'apertura melodica, presto
devastata da un riff di fuoco, e da una partenza esplosiva. Ecco i
Methedras al loro meglio, ovvero quando picchiano e devastano. Ecco il
thrash/death spontaneo, e ciò che è in grado di fare! Ma quanto mi
piace questo brano? Ogni volta che lo ascolto, l'headbanging parte
spontaneo. Anche la melodia rende al meglio, in questa occasione. E non
ho paura di affermare che "Mass Control" sia una delle canzoni del
gruppo che più mi abbiano preso. Mirabile in ogni sua parte, è un
perfetto esempio di equilibrio e di creatività. Bravissimi.
"Betrayed Again" è una canzone irruente come la precedente, ma
meno creativa. Avrei voluto scrivere "meno efficace", ma avrei scritto
una castroneria, visto che i Methedras sono sempre e comunque efficaci.
"Betrayed Again" è la classica canzone con la quale chiudere i concerti
(magari prima di piazzare due classiconi come bis, eheh), durante la
quale il pubblico sia libero di scannarsi in un pogo forsennato.
Sorprende quindi lo stop con tanto di arpeggio melodico, che frena un
po' la tensione. La ripartenza è però cazzuta, sebbene lenta e
melodica. Evidentemente i Methedras non hanno voluto cedere al
mestiere, all'astuzia, ed hanno voluto metterci del loro fino alla
fine. Comunque, "Betrayed Again" riparte con la sua sfacciataggine, e
riesce a soddisfare tutti.
Disco finito? No, c'è tempo per una bonus-track: "Nightmares". Una
canzone che c'entra poco o nulla con quanto ascoltato in precedenza.
Melodica, ai limiti del gothic, vede il cantante dei Methedras
affiancato dall'ospite Lady Godyva, dei Godyva appunto. All'inizio,
anche grazie al timbro della cantante, la canzone porta subito alla
mente i The Gathering dei tempi che furono. Poi il brano diventa più
ruvido, mantenendo intatta la propria caratterstica melodica. I
vocalizzi di Lady Godyva si alternano, si sovrappongono a quelli
gutturali di Claudio, creando un effetto piacevole ed un po'
nostalgico. E' comunque certamente una canzone lontana dagli standard
dei Methedras, e credo sia questa la ragione per la quale l'abbiano
piazzata come bonus-track.
"Katarsis" dimostra la maturità raggiunta dai nostri, ed è
impreziosito da una qualità di registrazione davvero efficace (ma
questo l'ho già scritto prima). Anno dopo anno, il gruppo riconferma il
suo talento, raffinandolo e mettendoci sempre più del suo. Il
songwriting è sempre di alto livello, ma alcune canzoni sono più
efficaci di altre. "TDKM" è stupenda, "Mass Control" è preziosa, "On My
Knees" trascinante nonostante sia più derivativa di altre. Altre
canzoni, quali ad esempio "Betrayed Again", oppure "Slave Your Mind",
ma anche la title-track, risultano decisamente meno perfette. Ma sapete
una cosa? Se i Methedras avessero sfornato il disco perfetto, non
resterebbe più alcun margine di miglioramento per il futuro. Di
conseguenza, per il quintetto si spalancherebbero le voragini del
declino. Invece, con "Katarsis" il gruppo mostra di sapere il fatto
suo, aggiunge un'altra preda al proprio carniere e lascia tutti con il
desiderio di vedere cosa ci proporrano il futuro. Credo che il discone
definitivo sia in arrivo, nei prossimi anni. Perciò, bravi Methedras e
avanti così!
(Hellvis - Giugno 2009)
Voto: 7.5
Contatti:
Mail Methedras: contact@methedras.com
Sito Methedras: http://www.methedras.com/
Sito Punishment 18 Records: http://www.punishment18records.com/