MARZIO BERTOTTI
Il Furore Della Vita Insolente

Etichetta: Vacation House Records
Anno: 2009
Durata: 62 min
Genere: folk rock


Prima di iniziare questa recensione, credo che siano necessarie due premesse personali che, però, potrebbero essere utili anche a voi che leggete. Primo, il sottoscritto è uno di quelli che ama, spesso e volentieri, ascoltare album e generi totalmente acustici, anzi talvolta li preferisce al martellamento elettrico con cui siamo cresciuti. Secondo, la canzone d'autore, sia essa italiana (De André, De Gregori, Conte e via dicendo) sia straniera (Dylan, Cohen e compagnia) è una delle più alte forme d'arte della musica di sempre. Se condividete almeno in parte questi pensieri, allora proseguite, altrimenti questa recensione non fa per voi, perchè Marzio Bertotti ha composto un lavoro piuttosto strano, che sembra mescolare un approccio vocale che mi ha ricordato Gianni Pedretti dei Colloquio, la spiritualità di Giovanni Lindo Ferretti, la vena cantautorale di Leonard Cohen e il folk rock acustico più naturalista. Oltretutto la cosa sorprende visto che Marzio Bertotti non è altri che Mungo, protagonista dell'hardcore italiano e chitarrista dei Declino.
Devo dire che, partendo da queste basi, sono molti i motivi per essere interessati all'ascolto di questo CD e sono molti i motivi per apprezzarlo, però allo stesso tempo ci sono alcune considerazioni che, a mio parere, impediscono a "Il Furore Della Vita Insolente" di colpire esattamente il bersaglio. Se l'iniziale "Dopo, Il Silenzio" funziona benissimo, con il suo ritmo, quell'organo a guidare la melodia e la voce sardonica e profonda di Marzio a introdurre questa strana e affascinante poetica; lo stesso purtroppo non si può dire di tutto il disco, che, a mio avviso, cade in alcuni tranelli: da una parte, infatti, la voce non riesce ad essere protagonista assoluta dell'album, sebbene il timbro di Marzio lo consentirebbe, perchè è molto espressivo. Questo avviene perchè i testi vengono quasi sempre sussurrati, come un segreto raccontato sottovoce, ma talvolta la musica finisce per coprirli fino quasi a 'disturbare' la narrazione, che talvolta diventa un borbottio lontano e rende difficile restare attenti alle parole e al senso. D'altro canto, l'apparato musicale non è abbastanza forte da essere sufficiente per farsi apprezzare: la musica è volutamente minimale, generalmente basata sulla chitarra acustica e poco altro. Il risultato è altalenante, quindi, con da una parte i momenti più riusciti come "Una Donna, Una Madre / Laa Salaam", delicata ed esotica; l'intima "Winter Blume (pt.2)" e "Dialoghi Senza Inizio", supportata da un pregevole lavoro alle percussioni. Dall'altra, abbiamo episodi trascurabili, a mio avviso, come "Piccole Acrobazie", "Vetri" o "Come Una Promessa". Una nota a parte, infine, per "Winter Blume (pt.1)", dove il folk lascia spazio al sinistro ringhiare mostruoso di una voce aliena, tra cigolii, suoni gravi e atmosfere cariche di dolore: forse fin troppo eccessiva in un contesto come questo, ma sicuramente efficace.
Insomma, a parere di chi scrive questo CD può considerarsi un lavoro sicuramente interessante e degno di essere ascoltato, ma compiuto solo in parte, lasciando quindi la sensazione di essere di fronte ad un lavoro transitorio, che mostra in maniera chiara e netta la nuova vena artistica di Bertotti, ma che deve ancora trovare una sua specifica veste.

PS. Complimenti anche per la parte grafica del CD, con la copertina che ritrae un occhio rosso intagliato nel tronco di un albero e tante ottime fotografie di scorci di boschi, foglie e alberi che si intonano perfettamente con le atmosfere evocate dalla musica.


Nota aggiuntiva: Nel ringraziarmi della recensione, Marzio mi ha scritto e ci ha tenuto a farmi notare alcune cose. Dato che mi sono sembrate interessanti e utili, le riporto qui in modo che possiate leggerle anche voi. In primo luogo mi ha corretto sulla copertina, che non ritrae un albero intagliato, bensì un albero vero! Davvero, sembra un occhio! Da vedere! Ancora di più i miei complimenti per aver trovato una cosa così particolare. In secondo luogo mi fa notare che la voce in "Winterblume pt.1" non è sua, ma di x.aido.x dei Right In Sight ed infine commentando il mio appunto sulla voce che non è valorizzata a livello di suoni, aggiunge questa scelta è stata voluta perchè 'in un contesto hardcore la voce è uno strumento come gli altri ovvero non ci sono "prime donne" '. E visto che, nonostante tutto, Marzio considera questo CD come un album hardcore, la cosa è pertinente. (Danny Boodman - Dicembre 2009)

Voto: 7


Contatti:
Mail Marzio Bertotti: marzio.bertotti@escapefromtoday.org
Sito Marzio Bertotti: http://www.marziobertotti.escapefromtoday.org/

Sito Vacation House Records: http://www.vacationhouserecords.com/