MAJESTIC DOWNFALL
Temple Of Guilt
Etichetta: My Kingdom Music
Anno: 2009
Durata: 56 min
Genere: gothic/doom death metal
L'altra volta ne avevo soltanto accennato; ora ho l'occasione di
scriverne più diffusamente. Mi riferisco a Majestic Downfall, il
progetto solista del messicano Jacobo Cordova. Questa one-man-band ha
pubblicato diversi lavori nel corso degli anni, e se a qualcuno venisse
in mente di spulciare gli archivi di Shapeless Zine, potrà facilmente
trovare una recensione del suo split con gli italiani Ansia, pubblicato
nel 2007 dall'etichetta russa Solitude. Un'etichetta ben nota
nell'underground, molto attenta alla qualità delle sue pubblicazioni.
Ecco. Si tenga presente questo dato, e si consideri la label attuale di
Majestic Downfall: l'italiana My Kingdom Music. Un'altro nome di tutto
rispetto, un'altra garanzia di qualità artistica. Che prima conclusione
se ne potrebbe trarre? Semplice. Majestic Downfall è un progetto
musicale artisticamente valido. I rapporti con due etichette di tale
qualità ne sono gli indizi inconfutabili.
E' però la musica a dover dire la sua. Solo un ascolto attento può far
pendere la bilancia a favore o a sfavore di Majestic Downfall. Soltanto
un ascolto diretto può trasformare gli indizi in prove. Per questa
ragione, ho voluto dedicare a "Temple Of Guilt" un bel po' di tempo,
così da assimilarlo per bene. Anche perchè questo disco, il primo
full-length del progetto di Jacobo Cordova, risulta piuttosto
monolitico, con i suoi cinquantasei minuti suddivisi in sole cinque
tracce. Inoltre, è mia intenzione indagare sulle eventuali evoluzioni
stilistiche, a due anni dalla pubblicazione dal lavoro precedente.
"Temple Of Guilt" è corredato da una copertina bellissima, che
mostra quello che sembra un tempietto greco, circondato da un mare in
tempesta. I colori sono freddi, e donano un dinamismo unico
all'immagine, così ostile ed indecifrabile da risultare quasi aliena.
Nelle dodici pagine del libretto, invece, troviamo tutti i testi, più
alcune foto dell'artista, di alcuni bambini, di neonati e così via.
Il CD è stato registrato tra l'agosto ed il settembre 2008 presso
lo studio Inszonic Music Lab, di Queretaro in Messico. Jacopo si è
occupato della voce, della chitarra e del basso. Questa volta però si è
avvalso di parecchi collaboratori. Alla batteria troviamo infatti
Porncho, alle tastiere Pastas e, infine, un certo Migueliro che ha
curato gli assoli di chitarra.
Se già le tre tracce presenti nello split con gli Ansia non
sembravano il lavoro di una one-man-band, "Temple Of Guilt" sembra il
lavoro di un gruppo affiatato e sicuro dei propri mezzi. Poco importa
che, nella realtà, sia il solo Jacobo a muovere le fila di Majestic
Downfall. La musica proposta da "Temple Of Guilt" è più avvincente e
convincente di quella sfornata, ultimamente, da gruppi simili sulla
scena da molto più tempo. Anno dopo anno, la musica di Majestic
Downfall si fa sempre più sicura, più decisa e meno schiava degli
esempi dei gruppi più famosi, ai quali si ispira. E già. Infatti,
Jacobo non ha mai negato il suo amore per il doom/death ed il gothic
degli anni '90, dai My Dying Bride agli Anathema, dai Paradise Lost ai
Celestial Season, dai Tiamat ai Katatonia. E infatti, sia nel demo "The
First Abyss" del 2007, sia nel contemporaneo split con gli Ansia, tali
influenze erano onnipresenti e palesi. Ora, non è che in "Temple Of
Guilt" tali similitudini siano scomparse, anche perchè se fosse così il
progetto avrebbe mutato la sua stessa poetica musicale. Però si nota di
più il carattere di Jacobo. Spesso e volentieri infatti, l'artista
abbandona temporaneamente i territori sicuri, cercando di metterci del
suo. E queste trovate personali possono essere dei riff vigorosi
ripetuti con insistenza, che donano alla musica una rabbia inaspettata,
oppure fugaci incursioni nel death metal classico (giusto lo spazio di
qualche riff). Per il resto, "Temple Of Guilt", "Unexpected", "Swallow:
Pride", "Failure" e "Bleeding Sun", sono cinque canzoni di ottima
fattura. Sono tutte caratterizzate da un suono potente e nitido
(complimenti agli studi di registrazione), molto denso e ricco di
sfumature. Ad esempio, Majestic Downfall non si accontenta mai di un
suono uguale dall'inizio alla fine. Così come non apprezza le ritmiche
eccessivamente lente. Ogni composizione di questo CD è una piccola
rapsodia musicale, che attraversa diversi stati d'animo, tutti mesti o
malinconici, se non disperati. Anche quando il tutto sembra farsi più
rabbioso, si tratta solo di un fuoco di paglia. La musica è sì potente,
d'altro canto siamo sui territori del doom/death, però è l'atmosfera a
farla da padrona, grazie alle tastiere onnipresenti e ad
un'espressività musicale degna dei gruppi più famosi.
Il gutturale di Jacobo è davvero possente, e molto mutevole.
Grazie alle sue modulazioni, i testi risultano facilmente
comprensibili. Inoltre, la duttilità dell'artista è evidente anche nei
coretti e nei vocalizzi puliti. I riff di chitarra, semplici o
complessi che siano, tributano il loro amore per un certo tipo di
musica che, in parte, ha fatto il suo tempo. La bravura dell'artista
sta nel riproporlo al pubblico odierno senza parvenze di nostalgia, ma
con un'attitudine sincera che giustifica qualunque sguardo rivolto al
passato.
I minutaggi delle canzoni sono tutti piuttosto elevati. Si passa dal
quarto d'ora di "Bleeding Sun" agli 8 minuti e 52 secondi della
title-track. E' difficile, davvero difficile, poter descrivere ogni
canzone nello specifico. Perchè gli stati d'animo che vengono
comunicati sono tantissimi, ed in costante mutamento. La musica di
Majestic Downfall è fatta per essere assaporata lentamente, in
intimità, con il pensiero rivolto alle sue finezze musicali, alla sua
potenza esplosiva sempre smussata da un continuo chiudersi in sè
stessa.
E poi ci sono i testi. Carichi di tristezza, di una depressione
infinita. Sono molto curati. Traduco un verso, esemplare nella sua
semplicità: "Ti
ho tradito, ho portato l'oblio / Nella tua vita perfetta. / Ho aperto
la tua ferita, l'ho lasciata sanguinare. / Ora sono andato troppo oltre
/ Nel mio personale tempio della colpa. / La porta era aperta, e ti ho
trascinato dentro: / Perchè?" .
Jacobo Cordova è tornato con un album affascinante, forse non ancora
perfetto e sicuramente retrò in molti suoi passaggi, ma il suo stile è
maturato. I passi in avanti rispetto al passato sono sensibili, e già
da ora si candida come uno dei progetti più promettenti in ambito
doom/death e gothic/death. Continuiamo a sostenerlo, affinchè Jacobo
possa regalarci dischi sempre più belli in futuro. Ora come ora,
comunque, "Temple Of Guilt" rappresenta un piacevolissimo viaggio nella
tristezza per gli amanti del genere. Consigliato.
(Hellvis - Luglio 2009)
Voto: 7.5
Contatti:
Mail Majestic Downfall: majesticdownfall@hotmail.com
Sito Majestic Downfall: http://www.myspace.com/majesticdownfall
Sito My Kingdom Music: http://www.mykingdommusic.net/