MAG MELL
Revival
Etichetta: Goda Mjod Productions
Anno: 2009
Durata: 45 min
Genere: black metal con influenze folk
Non mi è capitato molte volte di ascoltare dischi come questo "Revival"
dei statunitensi Mag Mell: no, tranquilli, non è una cover band di
Little Tony o Bobby Solo come il titolo potrebbe far credere, questo
combo dal Minnesota propone invece un black metal con forti innesti
folk ispirato alla ricca mitologia irlandese, con conseguente
introduzione di strumenti non convenzionali appartenenti alla
tradizione dell'isola britannica. A dir la verità mi aspettavo che i
nostri proponessero sonorità diverse, tipo qualcosa di più intimista,
acustico magari, invece i momenti appena citati appaiono solo in poche
occasioni nel corso del disco: dopo un intro molto suggestivo, efficace
nel far viaggiare la mente tra le nebbiose brughiere irlandesi, i
nostri sciorinano invece un black dalle velocità sostenute dove salta
subito all'orecchio la tipologia del riff, molto medievaleggiante, con
la drum machine che non dà tregua senza comunque impedire la creazione
di atmosfere molto pagane e folkloristiche; ovvio che gli amanti delle
sonorità più grezze potrebbero trovare alcune difficoltà nell'ascolto
visto che gli strumenti tradizionali sono praticamente onnipresenti e
il sound, a suo modo, si potrebbe definire quasi elitario vista la
matrice folk che domina la composizione.
Tecnicamente comunque il disco è molto valido, a parte la voce che in
certi casi sembra un po' forzata e fatica a reggere certe tonalità,
vedi "Cet's Deception" o "Wolf Felled Brodir", mentre nel resto del
disco riesce sicuramente meglio alternando uno scream molto
particolare, molto simile a quello di Aldrahan degli Old Man's Child di
"Born Of The Flickering", a un declamato molto viking, come in
"Morrigan", traccia epica che non disdegna incursioni thrasheggianti,
presenti anche in "The Fear Liath", canzone strumentale dove il master
mind Séaghndha Aodhàn (le mie condoglianze a quelli dell'anagrafe)
sfoggia anche parti acustiche dove i flauti prendono il sopravvento e
dove aleggia lo spettro degli ultimi Agalloch.
Molto violenta l'apertura di "Captain Of The Fianna", probabilmente la
traccia più black-oriented di tutto il disco, che però avrebbe tratto
non poco giovamento dall'assenza degli strumenti tradizionali, qui
inseriti in modo pessimo, a tal punto da abbassare inevitabilmente il
livello della canzone; qui tra l'altro appare anche un certo Plastic
Worm in veste di ospite, che contribuisce alla traccia con divagazioni
elettroniche, a dire il vero non sempre funzionali. Ad un certo punto
del disco, poi, l'insistenza sulle stesse soluzioni rende l'ascolto un
po' monotono, si insinua una certa noia che potrebbe attecchire
facilmente tra gli ascoltatori non avvezzi a certe sonorità, rischio
che persiste anche nelle ultime due tracce, la già citata "Wolf Felled
Brodir" e la strumentale e conclusiva "End Of An Era", che non offrono
grandi variazioni sul tema, specialmente la prima, che evidenzia una
struttura carente di coesione e fluidità, nonché palesi limiti nel
cantato.
In definitiva, si può parlare di questo "Revival" come di un disco
sicuramente ostico, indirizzato a un determinato target di ascoltatori,
cioè agli amanti del black con pesanti influenze folk, mentre gli altri
corrono il serio rischio di ritrovarsi a sonnecchiare dopo poche
canzoni: ne risulta che giudicare quest'album è compito tutt'altro che
facile. Obbiettivamente, in tutta onestà, non me la sento di bocciarlo
perché comunque le idee ci sono, sono proposte in modo anche abbastanza
personale e tecnicamente il disco è più che dignitoso, quindi gli
appioppo un bel 6 politico, ricordandovi comunque che non è certo un
lavoro destinato a tutti.
(Ranstrom Gail - Agosto 2009)
Voto: 6
Contatti:
Mail Mag Mell: zegtpe@gmail.com
Sito Mag Mell: http://www.seaghdha.com/
Sito Goda Mjod Productions: http://www.godamjod.com/