LOGIC OF DENIAL
Necrogenesis

Etichetta: autoprodotto
Anno: 2009
Durata: 33 min
Genere: brutal/death metal


I Logic Of Denial nascono a Reggio Emilia verso la fine del 2006, dalle ceneri di un gruppo precedente, i Collapse; dopo due primi demotape promozionali eccoli quindi giunti alla registrazione del primo e vero full-length album, questo " Necrogenesis".
Dopo una breve intro abituale e d'ordinanza ecco partire il primo brano, "Shrines Of Depravity". Ascoltando le prime note del pezzo veniamo immediatamente catapultati indietro nel tempo di una quindicina d'anni; death metal vecchia scuola, figlio di band come Unleashed, primi Entombed, Dismember e di tutti quei gruppi fautori e creatori del cosiddetto swedish death metal style. Suoni, quindi, marci, abrasivi e corposi. Partiture velocissime si alternano a passaggi leggermente più rallentati, per poi lanciarsi in ritmiche in doppia cassa, a fare da appoggio a growling profonde, slabbrate e brutali. Con il passare dei minuti si fanno più presenti e pressanti, però, le assonanze verso un certo brutal americano di scuola recente, vedi Nile.
Anche in "Nistagmo" la velocità rimane costantemente elevata, mentre le chitarre imbastiscono continui riff, senza pause di sorta. Ed è proprio sopra queste ritmiche sostenute che vengono a crearsi brevi sprazzi di illusoria melodia, ora dovuti a brevi soli di chitarra, ora a brevi scampoli di basso in assolo. Pillole di melodia atte a spezzare un poco le atmosfere, opprimenti e malsane.
L'avvicinamento a sonorità maggiormente accostabili al brutal, sia per impatto che per groove, continua anche in "Dissect My Faith": blast-beat, riffing chirurgico, vocals che passano agevolmente dal growling più cupo allo screaming più marcio. Atmosfere ancora opprimenti, cupe, malevole ed a tratti maligne.
In "A Path In Grief " le strutture si fanno più articolate ed i passaggi meno immediati, andando a creare un vero e proprio divario tra le partiture più veloci e lasciate andare e quelle dove si predilige, invece, una maggior coscienza sonora. Davvero un brano notevole, d'impatto e pieno di ottimi risvolti dal punto di vista prettamente strumentali.
" Aeons" non è altro che un brano strumentale, totalmente incentrato sulle tastiere e sulle atmosfere da esse create, dal sapore antico, astrale ed orrorifico.
"Yog Sothoth" è un altro buon pezzo che riesce bene ad abbinare la ricerca tecnica e strumentale dei nostri, con tempi cadenzati, stacchi improvvisi, contro tempi e quant'altro, con un tiro ed un impatto davvero notevoli, anche grazie alla pienezza dei suoni, alle costanti linee vocali ed a quel profondo senso di decadenza e malsana leggiadria. Echi lontani di gruppi quali Morbid Angel, Nile ecc.
In "Gore Bless You All" si punta in maniera marcata all'essenzialità; mantenendo, certamente, sempre alte le rispondenze sonore, ma racchiudendo le digressioni strumentali entro brevi e sporadici stacchi. Botta, velocità e tiro.
Tutto quello già detto ed enunciato sinora si ritrova e concretizza anche nel penultimo brano in scaletta, "Leechlike". Stavolta si aggiungono sporadici inserti di tastiera, atte a punteggiare un poco le linee di cantato o ad introdurre nuove partiture più veloci e violente. L'inventiva sonora non manca ed anche questi piccoli accorgimenti donano al pezzo maggior appeal e sopravvivenza sonora.
Tocca a "Last Days" chiudere questo primo lavoro dei Logic Of Denial, puntando tutto sul groove, la velocità ed il tiro; niente più. Il tutto fatto seguendo le direttive sonore dei nostri, infarcendo le strutture di cambi di ritmo, atmosfere cupe ed oscure e quant'altro, mantenendo sempre e comunque, volutamente, i ritmi così alti da apparire e concretizzarsi in una vera e propria mazzata in pieno volto. Grandi.
Certamente non si può gridare al miracolo, gran parte delle soluzioni espresse ricalcano in qualche modo strade già intraprese, così come piccoli deja-vù prendono vita qua e la; ma sono la freschezza sonora e l'impatto esecutivo a donare a tutto il lavoro quel quid in più, tale da elevarne assolutamente il valore finale. Bravi.
(Pasa - Giugno 2010)

Voto: 7


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