LETARGY DREAM
2

Etichetta: Bad Mood Man Records
Anno: 2009
Durata: 51 min
Genere: doom / death / gothic


L'accoppiata Solitude Prod. / Bad Mood Man Records non si ferma un istante e continua a portare alla luce le realtà doom provenienti dalla sterminata Russia; questa volta tocca ai Letargy Dream, un duo composto dal cantante Absient e da Letarg, che si occupa di tutti gli strumenti. In realtà i Letargy Dream non sono affatto dei novellini e questo "2", a dispetto del nome, è il quinto album del gruppo, che ormai ha raggiunto una certa maturità compositiva, tanto da affrontare un'opera difficile come questa, composta da tre sole composizioni per un totale di circa 50 minuti di durata. Lo stile, dato che si tratta di un'etichetta specializzata nel settore, parte appunto dal doom death, ma il gruppo riesce a non fossilizzarsi, inserendo diversi richiami al gothic e al dark. Una cosa è certa: i Letargy Dream si nutrono del lato più oscuro e oppressivo della musica metal, ma non per questo si lasciano prendere dal monotono susseguirsi di ripetizioni. Anzi, a dirla tutta, il primo brano, "Morfiy", pur con i suoi venti minuti di durata, è un gioiellino di dinamismo e varietà. Le chitarre continuano ad intrecciarsi in riff possenti e sempre diversi, il ritmo è altrettanto mutevole, tra tipici rallentamenti doom e sporadiche sfuriate death metal. Assolutamente convincente anche la voce di Absient, profondo e cattivo al punto giusto ma anche abile nel modulare il suo growl a seconda delle atmosfere dell'album. Infine non si può non citare l'uso delle tastiere, accorto e misurato ma molto importante nell'economia finale del brano. Insomma, reggere venti minuti così non è poco, soprattutto in un genere che spesso opta per il martellare lento ed ossessivo, piuttosto che sulla varietà e sulle differenze. Invece "Morfiy" punta proprio su questo aspetto e non suona come un lungo brano trascinato all'estremo della sopportazione, oppure costruito ad incastro su sezioni che non si sposano tra di loro. C'è coerenza e dinamismo.
Dopo un inizio così promettente, però, l'album non riesce a mantenere la stessa forza comunicativa e sembra perdersi un po' per strada. Il secondo pezzo, "Novyi Den' Nikogda Ne Nastupit" funziona ancora bene: i suoi sette minuti di durata sono meno ambiziosi e quindi più semplici da gestire; in più tutto il brano è attorniato da un alone di sofferta malinconia che non lascia indifferenti e colpisce nel segno. Buone le chitarre che uniscono arpeggi ed echi a riff pesanti come macigni, mentre la voce spesso abbandona il canto in favore del recitato. Il vero punto di crollo, però, è il terzo brano, "Uran", e i suoi 24 minuti di durata: per qualche strano motivo, qui la fantasia del gruppo sembra arenarsi e si limita a comporre proprio uno di quei brani di cui parlavo male in apertura: un lungo lamento, stiracchiato e ripetuto per una lunghezza davvero eccessiva. Non mancano i tentativi di variare la composizione, ma qui i riff si trascinano senza quella forza che si sente in principio: se a questo, poi, si aggiunge il fatto che il riff portante in tutta la parte centrale è praticamente un furto a "Black Sabbath", allora getto le armi. D'altra parte può succedere di non imbroccare un brano, ma se questo da solo occupa metà dell'album non si può tanto soprassedere.
A questo punto direi che un sette ci sta ed è esattamente la media tra i primi due brani che avrebbero fruttato un bell'otto pieno e la sufficienza risicata di "Uran". Non un brutto album, quindi, ci mancherebbe, e un ascolto lo merita, però dispiace perchè il voto sarebbe potuto essere molto più alto.
(Danny Boodman - Ottobre 2009)

Voto: 7


Contatti:
Sito Letargy Dream: http://www.letargydream.ru/

Sito Bad Mood Man Records: http://www.myspace.com/badmoodman