KAOS
The Pits Of Existence

Etichetta: autoprodotto
Anno: 2010
Durata: 48 min
Genere: thrash metal


1987, Oakland [California]: nascono i Kaos, nel pieno dell'epopea thrash, senza grosse ambizioni se non quella di suonare puro thrash metal come le seminali band della Bay Area hanno sinora insegnato. Un inizio di carriera che ha visto i Kaos solcare indenni la prima metà degli anni '90, con cinque demo fra il 1988 ed il 1995, seguiti da un silenzio durato 5 anni fino al 2000, con l'uscita del debut album "Vision Beyond", seguito nel 2003 da "Kaos Among Us" edito dalla Relentless Records, che proprio nel corso del 2003 licenziava anche Heathen, Ulysses Siren e Villain fra gli altri. Alcuni fra i membri dei Kaos hanno militato e militano tutt'ora in formazioni sicuramente più rinomate, come il chitarrista Kevin Albert, che è stato ascia degli Ulysses Siren ed è l'attuale vocalist dei Defiance (sostituto dello storico Steev Esquivel), e lo stesso drummer Burton Ortega, che ha registrato l'album oggetto di recensione, è ora dietro le pelli dei Defiance.
Dopo 7 anni dall'ultima release, i nostri tornano con l'autoprodotto "The Pits Of Existence", concretizzatosi in tempi recenti dopo una sola demo nel 2007 che conteneva quattro dei futuri brani di questo ritorno di fiamma. Le coordinate non sono cambiate minimamente, e se non volete fossilizzarvi sul becero thrash eseguito a testa bassa, allora il consiglio è di stare alla larga dal combo statunitense. Per contro, quanti ancora sanno emozionarsi con la musica d'un tempo, proprio come direbbero i nostri avi, allora si avventuri lungo il sentiero tracciato dal quintetto in questo terzo platter della carriera.
D'altronde, qui si parla di una band che seppur in minima parte, e con un seguito ben limitato rispetto ai nomi rinomati, ha vissuto gli anni finali del grande rush americano ed i difficili anni '90, uscendone indenne e con il medesimo entusiasmo che li ha spinti lungo il corso di questi anni; difficile pretendere che tutti sentano la necessità di cambiare direzione, per alcuni la coerenza è tutto, e possiamo di certo annoverare i Kaos all'interno di questa "casta".
Sono 11 i brani che compongono la tracklist di "The Pits Of Existence", per un timing finale che sfiora i 50 minuti; un album che segue un discorso concreto e inquadrato, con composizioni che pur non risultando simili fra loro, imbastiscono un tessuto generale che poggia su un immaginario filo logico. Basterà ascoltare i brani più coinvolgenti e diretti per rendersene conto in un battito di ciglia: la titletrack, un mid tempo a la Testament, "Blood Sacrifice", dalle cupe e malinconiche atmosfere, quasi a rievocare i fasti di album come "South Of Heaven", con un pizzico di up tempo tanto caro ai Death Angel, la bordata di "Out Of Time" (chi ha parlato di Dark Angel?), "Screaming In The Mirror", dove molti sono i richiami ai primi Forbidden, "Soul To Give", più "solare" se paragonata alle altre, con un gusto Anthrax che si assapora nei vari cambi di direzione.
Un album che non travalica alcun confine, ma resta fedelmente ancorato ad una proposta retrò di certo non originale, ma quantomeno personale; non potrebbe essere altrimenti, considerando gli anni in cui i Kaos hanno mosso i primi passi, rifacendosi di certo alle band che impazzavano e conquistavano giorno dopo giorno un seguito sempre più folto (per poi scomparire con l'avvento di nuove leve e nuovi orizzonti musicali), ma maturando nel contempo un proprio discorso alla cui base resta fermo il thrash più violento, ma non ignorante come avvenuto spesso nell'area teutonica, che la Bay Area ha conosciuto con gli epigoni più oscuri che hanno mai solcato i palchi degli Usa e del mondo intero.
Rispetto e stima per questa non più giovane formazione, che ha saputo riprendere le redini della situazione e tornare più fiera di prima, con un disco autoprodotto, a gridare a gran voce la propria presenza, senza reclamare nulla per sé ma lottando ancora una volta per ritagliarsi un posto nel panorama internazionale, supporto!
(PaulThrash - Gennaio 2011)

Voto: 7.5


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