KADAVAR
Kadavar
Etichetta: Punishment 18 Records / Nadir Rock Agency
Anno: 2009
Durata: 37 min
Genere: death metal
Kadavar è il nome di una giovane band di Milano, formatasi nel 2007.
Nel corso della loro breve carriera, hanno pubblicato un demo ("Modern
Visions Of Human Madness" - 2007), un MCD ("Conjuring The Void" - 2008)
ed hanno esordito su full-length con "Kadavar", pubblicato dalla
Punishment 18 Records e promosso dalla Nadir Rock Agency.
"Kadavar" è stato registrato e missato tra gli studi Kaomao e 16th
Cellar Studio, tra il novembre del 2008 ed il gennaio del 2009. La
formazione che ha inciso il CD vede Lorenzo "Evil Jeff" Bidoli alla
voce ed alla chitarra, Luca Colucci al basso ed alla voce, Luca
Braggion alla chitarra solista e Davide Bacchetta alla batteria.
Quest'ultimo non fa più parte della band, attualmente.
La copertina di "Kadavar" è fantasy, e ci mostra un territorio
ostile ed inumano, caratterizzato da colori gelidi, ma al tempo stesso
affascinanti. Il libretto, di dodici pagine, contiene tutti i testi, i
ringraziamenti, le foto dei musicisti e le informazioni relative alla
realizzazione del CD.
"From Flesh To Sorrow" ha una partenza rabbiosa ed oscura, resa
ancora più aggressiva da una qualità di registrazione nitida e
potentissima. Nel nome del death metal più cattivo, i Kadavar si
producono in riff molto tradizionali, caratterizzati da una semplicità
formale che li rende dannatamente sfacciati e convincenti. Anche i
vocalizzi sono cupi e senza pietà. Le voci sono due: una ruvida e
berciante, l'altra un gutturale profondissimo, di scuola brutal. Quando
operano in contemporanea, sono davvero spettacolari. Lo stesso discorso
può essere fatto per le due asce: in genere lavorano insieme, dando
vita a riff possenti e taglienti come rasoi. Talvolta però una delle
due chitarre si apre a soluzioni più creative, che coloriscono
l'arrangiamento. Ora, ad un certo punto "From Flesh To Sorrow"
rallenta, ed ha inizio una sezione atmosferica più distesa dal punto di
vista ritmico, ma dai suoni sempre pieni ed intensi. La melodia sale
sugli scudi, ed in particolare si segnala un assolo di chitarra
bellissimo, che la dice lunga sull'abilità tecnica e l'ispirazione dei
nostri. La composizione si conclude così, con questa bella coda
strumentale.
"Return To Ashes" è un'altra, bruciante incursione nei territori
del death metal più tradizionale, aggiornato grazie ad un suono
esplosivo. Come già nella canzone precedente, i riff portanti sono
piuttosto diretti, e proprio per questo motivo riescono a prendere
subito. Ad un ascolto più approfondito, si nota invece un ottimo lavoro
di arrangiamento, con le due chitarre abili nel rincorrersi, e puntuali
nel congiungersi. Il basso poi è in continuo movimento, e non si limita
mai a svolgere soltanto il compitino, ma contribuisce in maniera
decisiva al suono d'assieme. Lo stesso discorso vale anche per la
batteria, sempre attenta ad accondiscendere agli stati d'animo evocati
dalla musica: si fa quindi rovente quando il death metal è atonale e
strafottente, mentre tocca picchi di espressività quando la melodia
esce allo scoperto, come nell'intermezzo strumentale verso la fine del
brano.
"Behind The Storm" è un tripudio di violenza, caratterizzato però
da una successione piuttosto catchy di riff e di cambi di ritmo.
Tornano a farsi vive le tastiere che fanno tanta atmosfera, ed il
gruppo si dimostra abile anche nei ritmi più lenti. Quello che rende i
Kadavar così genuinamente death, è il fatto che la tensione non cali
mai. Anche quando non spingono sull'acceleratore, la musica è sempre
tesa come la corda di un pianoforte. Quindi, comunicano costantemente
uno stato di irrequietezza che lascia spesso senza fiato. Gli unici
momenti nei quali ci si può rilassare sono, appunto, quelli più
atmosferici, che però durano davvero lo spazio di poche battute.
Interessante la sezione melodica, appuntamento immancabile nelle
composizioni dei Kadavar. L'unico appunto che si potrebbe fare al
quartetto, è che questa trovata della sezione melodica infilata in
mezzo all'inferno death metal, alla lunga tende a diventare quasi
scontata.
"Global Collapse" parte con un bel riffone alla Carcass periodo
"Heartwork", e con una serie di linee vocali stuzzicanti e di facile
presa. La struttura della canzone, per sommi capi, è anche abbastanza
facile. Insomma, non ha nulla a che vedere con le costruzioni complesse
dei brani precedenti. Inoltre ci sono dei passaggi molto validi, con
armonie bellissime delle chitarre. Ecco, con "Global Collapse", i
Kadavar dimostrano di avere tante frecce al loro arco, poichè questa
canzone è piuttosto diversa dalla altre. Ecco che quindi, se di tanto
in tanto è evidente qualche ripetizione o qualche calo di tono, è
probabile che si tratti solo di mancanza d'esperienza. Dal futuro, i
Kadavar hanno soltanto da guadagnarci.
Con "Towards The Abyss" si torna sui territori più estremi ed
elettrizzanti. I riff sono decisamente atonali ed ostili, ma i Kadavar
piazzano qui e là progressioni ritmiche di grande valore. Ovviamente,
alla quinta traccia, diventa evidente quanto l'influenza dei Carcass
sia importante peri nostri. Un'influenza dominante, che però non ne
esclude altre, provenienti dal panorama death metal passato e presente.
La proposta quindi è piuttosto personale, sebbene tanti particolari
possano ricordare il gruppo inglese. Un'influenza, tra l'altro,
palesata con passione dai Kadavar. Si vedano le magliette nelle foto
del booklet, oppure si prenda in considerazione il loro indirizzo di
MySpace: http://www.myspace.com/smellthekadavar. Più evidente di così!
"Morbid Sense Of Weakness" è un'altra prova di carattere e di talento,
che non si nega passaggi lenti ed oscuri, dalla forte personalità. La
cura esecutiva e l'attenzione al particolare sono notevoli come sempre,
così come le trovate ritmiche, ed il loro dinamismo. Le chitarre
svolgono come al solito notevoli, legate sempre da una mirabile intesa.
Comunque sia, "Morbid Sense Of Weakness" è un'ennesima riprova di come
siano validi questi Kadavar, e di come se la cavino bene in ogni
situazione. Strisciante e malefica, questa canzone ci mostra il lato
più negativo dei nostri.
"Lust Of Mortal Decay" (certo che questi titoli sono quanto di più
death si possa trovare in circolazione!) sancisce le coordinate
stilistiche del gruppo, che al traguardo della settima canzone
dimostrano di avere un suono coerente, e di essere in possesso di una
tecnica sicura. Certo, sarebbe assurdo commentare nuovamente i tipi di
riff, i vari cambi di tempo, perchè alla fin fine i miei commenti alle
canzoni precedenti, penso che abbiano dato un'idea della cifra
stilistica dei ragazzi. In questa sede, basti dire che anche "Lust Of
Mortal Decay" non delude, ma anzi coinvolge e si fa apprezzare, alla
pari delle composizioni che l'hanno preceduta. Tra l'altro, si segnala
un bell'assolo melodico di chitarra.
"Ghost Of Revelation" gode tantissimo del suo dinamismo ritmico,
che permette ai Kadavar di mettere in mostra un ampio campionario di
talento. Non aggiunge nulla di nuovo a quanto ascoltato in precedenza:
semplicemente ribadisce la bravura dei nostri. Ovviamente, anche questa
canzone ha un carattere ed un aspetto ben definiti.
"Mirror Of Lies" è lo strumentale che chiude il CD. La musica è
stata scritta dal bassista, ma l'assolo di chitarra è ad opera di Luca,
che dà vita ad una bellissima melodia su un accompagnamento di chitarra
acustica e tastiere.
Ad ascolto ultimato, "Kadavar" ci lascia soddisfatti. Soprattutto
se si ha nel cuore un po' di nostalgia per il death metal che fu, ma al
tempo stesso non si sia così tarati da non accettare qualunque
concessione alle novità. Quello che sorprende, è la professionalità di
questo disco, e dalla maturità compositiva da parte di musicisti così
giovani. I Kadavar si sono dimostrati all'altezza di esordire su album,
e proprio per questo li consiglio vivamente ai nostri lettori, nella
speranza che li sostengano, e che i buoni riscontri spingano i Kadavar
a migliorarsi sempre di più. Ad esempio, allontanandosi definitivamente
dalle influenze dei loro gruppi preferiti, e magari cercando di non
ripetere gli schemi vincenti, ma di tentare sempre e comunque strade
nuove. Anzi, chissà cosa potrebbe succedere se i Kadavar avessero la
voglia, o il coraggio, di sperimentare...
(Hellvis - Luglio 2009)
Voto: 7.5
Contatti:
Sito Kadavar: http://www.myspace.com/smellthekadavar
Sito Punishment 18 Records: http://www.punishment18records.com/
Sito Nadir Rock Agency: http://www.nadirock.net/