IVORY KNIGHT
Unconscience
Etichetta: autoprodotto
Anno: 2005
Durata: 51 min
Genere: heavy metal americano
I canadesi Ivory Knight giungono al loro secondo lavoro e bisogna
ammettere che si sente una netta evoluzione nel loro sound. Non che la
band abbia stravolto il proprio stile, anzi, il loro heavy metal di
stampo americano non si è spostato di un millimetro in questo nuovo
"Unconscience"; tuttavia il gruppo è maturato sia a livello di
songwriting che strumentale.
Riassumiamo brevemente la loro storia. La band fu fondata
addirittura nel 1988 da John Devadasan Perinbam, cantante del gruppo, e
Paul Malek, il batterista che suonò nei demo degli Annihilator.
Gli Ivory Knight registrarono un demo, "Voices In Your Nightmare"
che, però, non ebbe seguito, visto che la band si sciolse nel 1990 per
le classiche divergenze musicali.
Passarono addirittura nove anni prima che Perinbam decidesse di
riformare la band, accompagnato da George Nesrallah (batteria), Steve
Mercer (basso) e Rob Gravelle (chitarra).
Nel 2001 la band riuscì a dare alle stampe il suo primo full-length,
"Up From The Ashes", seguito ora da "Unconscience" che continua il
discorso iniziato con il precedente album.
A dare ulteriore conferma di questo è la scelta di iniziare
l'album con un brano, "Up From The Ashes", che porta esattamente il
titolo del lavoro passato. Il pezzo può essere preso come esempio del
sound degli Ivory Knight: si tratta di un up-tempo roccioso, con riff
granitici a supportare la voce potente e melodica di Perimban.
Quest'ultimo, in particolare, è decisamente migliorato rispetto al
debut album, riuscendo ad essere molto più convincente e aggressivo.
La successiva "Borderline" rimane sugli stessi livelli qualitativi e
stilistici, continuando a privilegiare una struttura sostenuta ma non
sparata a velocità eccessiva che, comunque, mostra il netto
miglioramento di tutta la band da un punto di vista strumentale.
L'album scorre piacevolmente, pur essendo privo di veri e propri
picchi di qualità capaci di far sbarrare gli occhi, con poche cadute di
tono. Solo "Holy Martyr" e "Theater Of The Insane", infatti, mi
sembrano davvero sotto tono, vuoi per alcune linee vocali non proprio
azzeccate, vuoi per qualche soluzione un po' banale.
Buone, invece, la title-track e "Introspective", che seguono la
falsariga dei primi brani, così come "The Unseen Enemy" e "In Fog I
Walk", dove la band mostra una vena più oscura, grazie all'utilizzo
sporadico di qualche tastiera (suonata dal cantante) a dare
un'atmosfera più sinistra alle composizioni.
Gli ultimi due brani, invece, discostandosi leggermente dallo
standard dell'album, risultano essere i più interessanti. Si tratta di
"Eleven" e "Waiting For Tomorrow": il primo è un pezzo strumentale
molto dinamico, giocato più sui riff che sugli assoli, che risulta
davvero coinvolgente; il secondo, invece, è una mini-suite in tre parti
che, pur durando appena cinque minuti, riesce ad articolarsi in maniera
convincente, grazie anche al pregevole intermezzo per pianoforte e
chitarra di ottima fattura.
Infine vorrei spendere qualche parola sulla professionalità del
lavoro che, oltre a presentarsi con una grafica curatissima, dalla
copertina al libretto, si avvale di un produttore d'eccezione: Jeff
Waters degli Annihilator.
Gli Ivory Knight, dunque, hanno confezionato un lavoro di tutto
rispetto che presenta un'innegabile evoluzione; sono tuttavia convinto
che questa band possa migliorare ancora. Benché non ci sia niente che
non vada nelle composizioni degli Ivory Knight, infatti, manca quella
carica di energia, quell'aggressività, quella convinzione che
distinguono i veri grandi: ascolto la band suonare ma non li sento
sudare e sputare sangue.
E nel metal questo non dovrebbe mai mancare... sangue e sudore.
(Danny Boodman - Maggio 2005)
Voto: 7
Contatti:
Mail: info@ivoryknight.com
Sito internet: http://www.ivoryknight.com/