INBRED
The Retrieval Of Beauty
Etichetta: NoiseHead Records
Anno: 2008
Durata: 37 min
Genere: metalcore
Questi cinque ragazzi uniscono le loro forze in Spagna alla fine del
2006 ed escono con il loro primo demo verso la fine del 2007, da lì
numerosi concerti in giro per il paese e tante giornate in studio per
comporre i nuovi brani; agli inizi del 2008 escono quindi sul mercato
con il loro primo vero full-length "The Retrieval Of Beauty".
"Calendar Black Dates Of 1427" apre il CDe subito chitarre corpose e
compresse ci assalgono, appoggiate da una ritmica potente e
martellante. Metal-core nudo e crudo nel senso più classico del
termine. Partiture più dirette si alternano ad altre leggermente più
cadenzate e rallentate dove influenze metal confluiscono in maniera
corposa; gradevole e funzionale l'utilizzo di vocals più tirate ed
urlate ed in taluni momenti di growls, non molto profonde, ma
strascicate, che rendono più scorrevole e godibile l'ascolto.
"Sunset Will Not Fade", secondo brano in scaletta, mantiene la
velocità elevata; le reminescenze ed i richiami al metal anni '80 sono
notevoli e continui, così come risulta palese la forte influenza
hardcore, sia a livello vocale che per la struttura generale del pezzo.
Veramente buono il lavoro delle due asce, autrici di ottimi intrecci
melodici e ritmici.
Con "Tempest" le sonorità espresse si avvicinano allo swedish-death dei
primi In Flames o At The Gates; la struttura si fa più frammentata, a
stacchi brevi ed improvvisi fanno da contraltare sfuriate veloci e
furiose, sempre e comunque arricchite da spunti melodici e linee
orecchiabili. Da sottolineare, nell'occasione, la buona valenza dei
soli, classicheggianti e veramente convincenti.
Un inizio più pacato, lasciato in pasto all'acustica va ad aprire
"Unfinished"; dopo l'entrata delle chitarre, in lento e costante
crescendo, il pezzo riacquista velocità, impeto e rabbia, non perdendo
mai d'occhio, comunque, una certa melodia di fondo; stavolta la prova
vocale e le linee di voce non convincono in pieno, risultando spesso
avulse dal tutto e come messe lì, tanto per riempire. A livello
prettamente strumentale il brano, invece, convince ed alla grande, per
il suo spirito particolarmente old-school e per la vena melodica
costante e vincente.
Dopo "Degrees Of Freedom", brano che non aggiunge e non toglie niente
al tutto, tocca a "Plenty Of Silence" rialzare il ritmo e l'atmosfera;
le chitarre si fanno ancor più dure e taglienti, la ritmica più
saltellante ed incisiva per un brano che racchiude in sé, a livello di
strutture, due anime in perfetta simbiosi; una più legata al death
metal ed una, invece, molto più vicina allo stile hardcore, con i suoi
stacchi e passaggi rallentati.
In "Touch Of Grace" l'atmosfera e l'intensità non variano
particolarmente ed il brano stesso non si discosta di molto dal
repertorio sin qui rappresentato dai nostri, mostrandoci di nuovo, la
parte degli Inbred più legata alle sonorità metal classiche e quindi
più orecchiabili ed aperte. Ancora una volta a non convincere è la
voce; troppo spesso monocorde e tirata al limite.
Su "Blemish Our Souls", ottavo brano in scaletta, incombono
pesantemente i fantasmi dei Dark Tranquillity e degli In Flames, sia
per le strutture, che per le melodie e l'orecchiabilità emanate; cosa
questa che non guasta affatto, rendendo il brano nettamente
convincente.
La title-track, breve brano strumentale ed acustico, serve da
introduzione all'ultimo brano, "Bellow The Surface"; dove la velocità e
l'impeto riprendono spazio, grazie alla doppia cassa continua ed ai
riff di chitarra taglienti e chirurgici; una sorta di thrash-death dai
tratti sinuosi ed ossessivi, che tanto riporta alla mente le vecchie
sonorità di inizio anni '90, dove melodie malsane, basate su chitarre
ipnotiche e continue, caratterizzavano i primi lavori di Entombed,
Unleashed ecc.
Come ho già avuto modo di dire i richiami verso sonorità storiche e
classicheggianti sono moltissimi, tanto da sovrastare in più di
un'occasione le altrettanto marcate influenze hardcore; cosa questa che
riesce a distanziare i nostri dalle oramai sopravvalutate ed
inflazionate sonorità metal-core, ma che alla lunga dona ad ogni
singolo passaggio e riff un opprimente senso di dejavù, che li rigetta
inevitabilmente nel grande calderone del già sentito. La strada
intrapresa sembra essere quella giusta, ma i passi da compiere sono
ancora molti, sia per raggiungere una personalità ancor più marcata ed
una particolarità ancor più distinta.
(Pasa - Novembre 2008)
Voto: 6.5
Contatti:
Mail InBred: inbredmetal@gmail.com
Sito InBred: http://www.myspace.com/inbredmetal
Sito NoiseHeadRecords: http://www.noiseheadrecords.com/