HOLLOW HAZE
End Of A Dark Era
Etichetta: Crash & Burn Records
Anno: 2010
Durata: 43 min
Genere: heavy metal
Terzo album per gli Hollow Haze di Nick Savio e, come già accaduto per
il precedente "The Hanged Man", alla base di tutto c'è ancora uno
stravolgimento totale di line-up. Questa volta, ad accompagnare Nick,
troviamo Ramon Sonato alla voce, Camillo Colleluori alla batteria,
Simon Giorgini alle tastiere e Dave Cestaro al basso e la curiosità di
vedere come si sarebbe evoluto il progetto del talentuoso chitarrista
era sicuramente elevata. Lo scorso lavoro, infatti, era coinciso con un
netto passo avanto, dopo un debutto tutt'altro che stellare, e
sicuramente il cambio di formazione aveva portato una boccata
d'ossigeno ad una band che ne aveva decisamente bisogno. Mi ha
incusiosito, quindi, sapere di questo nuovo cambio, dato che, come dice
la saggezza popolare, 'squadra che vince non si cambia'. Nick invece si
è rimesso in gioco e fortunatamente la vittoria resta sua, dato che
anche "End Of A Dark Era" risulta un solidissimo album, suonato molto
bene, registrato in modo professionale (l'album è stato masterizzato da
Mika Jussila ai Finnivox, non certo da uno qualunque) e scritto con
notevole abilità. Le sonorità si fanno ancora più pesanti e cupe:
questa volta è l'ombra del Prete di Giuda ad aleggiare su tutto
l'album, sia per lo stile di Ramon Sonato, sia per il songwriting, che
ricorda da vicino gli episodi più massicci delle discografia dei
Priest, non ultimi i due album con Ripper Owens alla voce ("Jugulator"
e "Demolition").
Musicalmente, quindi, abbiamo a che fare con un riffing serrato e
possente, ritmiche dinamiche e schiacciasassi e una voce che sa
modularsi con destrezza tra parti acute e altre più cupe e cattive.
Nonostante il notevolissimo groove che si respira per tutto l'album,
non manca l'importantissima componente melodica, che rende l'album
fruibile fin dal primo ascolto e che fa la differenza rispetto a quei
lavori in cui si cerca solo di picchiare con la massima violenza e
senza uno scopo vero e proprio. Ineccepibile come sempre il lavoro di
Savio alla chitarra, compatto e potente in fase ritmica, elegante in
fase solista; così come anche importante risulta l'apporto alle
tastiere di Giorgini, che punteggia l'album con un uso intelligente di
synth mai troppo invadenti e sempre funzionali alla canzone.
Le canzoni sono quasi tutte di buonissima fattura e basta già ascoltare
le due mazzate iniziali, "Every Single Word" e "Open Your Eyes", per
rendersene conto. Per quanto mi riguardo ho apprezzato maggiormente gli
episodi più adrenalinici dell'album, ma non mancano momenti più
enfatici, come "Pain" o l'ottima "Dark Night". Ultimi due brani
sicuramente degni di una menzione sono la conclusiva "Beyond",
impreziosita da un dinamismo e da un songwriting di altissimo livello,
con una performance maiuscola da parte di tutta la band; e l'azzeccata
cover di "Gates Of Babylon" dei Rainbow: la band ci regala una versione
con un alto tasso metallico nel sangue, non molto lontana dalla
versione fatta da Yngwie Malmsteen dello stesso brano, e riesce a
districarsi piuttosto bene anche su un brano tra i migliori della
storia del rock duro (e non solo).
Che altro aggiungere, quindi? Nick Savio ha rischiato ancora una volta,
sparigliando le carte in tavola, ma nonostante questo ha colto nel
segno, con un album di tutto rispetto che regge perfettamente il
confronto con il suo predecessore e conferma gli Hollow Haze come una
realtà assolutamente di rilievo nel panorama italiano.
(Danny Boodman - Luglio 2011)
Voto: 8
Contatti:
Sito Hollow Haze: http://www.hollowhaze.com/
Sito Crash & Burn Records: http://www.crashandburnrecords.com/