HORISONT
Två Sidor Av Horisonten
Etichetta: Crusher Records
Anno: 2009
Durata: 41 min
Genere: hard rock
Gli svedesi Horisont provengono da Gotheborg, ma per una volta non sono
qui a parlarvi dell'ennesimo gruppo dedito al death metal melodico
tipico di quelle parti: stavolta si torna indietro di quasi
quarant'anni e finiamo direttamente agli inizi degli anni '70. Come già
fatto con i Dead Man, che ho recensito proprio qui su Shapeless, la
Crusher Records rispolvera ancora le sonorità psichedeliche di quel
periodo con un taglio diverso, questa volta: se i Dead Man, infatti,
avevano un'anima più folkeggiante, gli Horisont invece ci regalano un
hard rock decisamente su di giri, a metà strada tra i Blue Cheer e i
Black Sabbath più fumati.
Insomma, l'ennesima riproposizione di stilemi nostalgici che faranno la
gioia di chi, come il sottoscritto, consuma quei dischi con regolarità,
sebbene ormai sia anacronistico pubblicare album come questo. Già,
perchè alla fine il punto è sempre quello: c'è qualcosa di diverso tra
gli Horisont che copiano i Black Sabbath e l'ennesimo gruppo power che
copia gli Helloween (o black che copia i DarkThrone e via dicendo di
genere in genere)? No, a conti fatti no; l'unica attenuante è che di
band come gli Horisont non ce ne sono poi molte.
A questo punto, appurato che non è certo l'inventiva a fare la
differenza, conviene spostarci su quello che è il vero ago della
bilancia, ovvero la qualità delle composizioni, e qui davvero non c'è
di che lamentarsi: la band è solidissima e in quaranta minuti
confeziona un album che scorre piacevolmente, non stanca mai e si
limita a divertire e divertirsi ricordando i gloriosi anni '70. Così si
parte con "Nightrider" e, neanche a dirlo, si tratta di un brano
spensierato e immediato, perfetto per l'apertura, con un bel ritmo
saltellante e un bel lavoro delle due chitarre di Charlie Van Loo e
Kristofer Möller che si distinguono soprattutto in un pregevole assolo
intrecciato sul finale. Non meno bella è "Just Ain't Right", che mi ha
ricordato i Deep Purple di "Come Taste The Band", oppure "High Time" e
"Oh My Lord" dove davvero non si possono non sentire le influenze di
Ozzy e soci. Tra gli altri brani che meritano di essere nominati c'è
sicuramente "Horisont Boogie", che sarà anche un furto completo a
"Fairies Wear Boots" dei Black Sabbath, ma è maledettamente
coinvolgente.
Decisamente più sinistra e psichedelica, invece, "Du Röde" e anche qui
c'è lo spettro di Iommi che si fa sentire, sebbene questa volta il
termine di paragone sembra essere l'immortale "Planet Caran".
Naturalmente, mi ero dimenticato di dirlo, non mancano accenni blues
(come nel caso più evidente, "Efter Min Pipa"), che si fanno sentire
qua e là nella maggior parte dell'album: d'altra parte come potevano
mancare vista la proposta del gruppo?
Come vedete, quindi, "Två Sidor Av Horisonten" è un album che non
inventa niente e vive perennemente nel passato, complice anche una
produzione molto vintage che va a ripescare proprio le sonorità di
quegli anni, soprattutto per quanto riguarda chitarra e batteria. È un
bene tutto ciò? Magari no, ma come dicevo in apertura, difficilmente
chi apprezza i grandi gruppi del passato citati riuscirà a restare
impassibile di fronte a questa riproposizione. Quindi lascio a voi la
decisione sull'utilità più o meno elevata di un lavoro come questo e mi
limito a dirvi che a me è piaciuto e di tanto in tanto sono certo che
continuerà a passare nel mio lettore. Non un capolavoro, ma un onesto
album realizzato con passione.
(Danny Boodman - Novembre 2009)
Voto: 7.5
Contatti:
Sito Horisont: http://www.myspace.com/horisont
Sito Crusher Records: http://www.crusherrecords.com/