HINSIDES (NOR)
Etemenanki's Followers

Etichetta: Bloodred Horizon
Anno: 2009
Durata: 31 min
Genere: black metal


Con la stagione fredda ormai alle porte, cosa c'è di meglio di un bel disco di "Unholy Norwegian Black Metal" per dare il benvenuto all'inverno?
Questi Hinsides provengono dalla terra del metallo nero per antonomasia, e questo "Etemenanki's followers" rappresenta il loro debutto ufficiale per l'austriaca Bloodred Horizon, dopo aver pubblicato un demo del 2008, intitolato "The Forthcoming Of Abell 1689".
La nazionalità di questo trio formato da Saksen alla chitarra, Stian alla batteria e voce e Glaurung al basso, si può riscontrare facilmente, oltre che dalla carta d'identità, anche dalle sonorità ivi proposte, debitrici della scena norvegese dei primi anni '90, dalla quale vengono riprese sonorità e filosofia: diciamocelo, dischi così in giro ce ne sono a migliaia, e di certo questo "Etemenanki's Followers" non ha dalla sua la dote dell'originalità; comunque non posso certo stroncarlo per questa sola ragione, quindi procedo con l'ascolto.
L'opener "Diffuse Borders Of Existence" non è una canzone vera e propria ma una specie di introduzione pianistica; non aspettatevi certo Tchaikovskij, qui si parla di pochi accordi dilatati in quattro minuti, che però ricreano una buon atmosfera, funzionale preludio alla successiva title track. Lo stile dei Hinsides non è di quelli che ti richiedono tanti ascolti per essere messo a fuoco: registrazione bassa e cupa, riffing marcio e minimale, vocalizzi simili al primo Samael (con le dovute proporzioni) e batteria che alterna il classico tempo veloce a momenti più rallentati, quasi doom in certi frangenti; niente di trascendentale, l'atmosfera da disco black ci sta tutta, in più ci sono dei buoni momenti che mi hanno ricordato gli Enslaved di "Vikingligr Veldi", con i quali gli Hinsides condividono anche le tematiche mitologiche. L'album si fa ascoltare, lo spettro della noia non attecchisce quasi mai sebbene sia sempre in agguato.
La title-track è una canzone lenta e deprimente, oscura come la pece, ripetitiva e minimale. Ben più veloce è "Shades In The Fog", anche se mantiene inalterata la carica odiosa tipica di questo genere di black metal. Il blastbeat si alterna a rallentamenti nel ritmo, mentre la voce di Stian condisce il tutto con il suo tipico digrigno.
"Shrine Of Chaos" non cambia di una virgola i connotati musicali degli Hinsides, esibendo una tecnica non eccezionale, ma funzionale per il genere musicale proposto. Infine, "The Dark Matter", aperta da qualche battuta atmosferica, chiude questo breve CD facendo la gioia dei puristi, e la disperazione di chi, dal black metal, si aspetta sempre qualcosa di più. Ma gli Hinsides sono molto chiari nei loro intenti.
Ah, per curiosità, le tracce variano i minutaggi da un massimo di più di nove minuti, ad un minimo di quattro minuti e mezzo.
E qua potrei finire la recensione, perché effettivamente non c'è molto altro da dire.
Le cose quindi stanno così: questo disco, senza tanti giri di parole, fa parte della schiera (foltissima) di quelli che, ascoltati una volta, non si ascoltano più, visto che, come ho già detto all'inizio, niente aggiunge e niente toglie ad una scena che, di manieristi del genere, ne annovera a frotte; tuttavia questi Hinsides fanno la loro onesta figura di mestieranti del black metal più canonico, sanno creare delle buone atmosfere e non meritano secondo me di essere denigrati in toto, perciò piazzo loro un bel 6: dopo chi tra voi ha orecchie per intendere intenda, gli altri non mi rompano le balle.
(Ranstrom Gail / Hellvis - Ottobre 2009)

Voto: 6


Contatti:
Mail Hinsides: hinsidesband@gmail.com
Sito Hinsides: http://www.hinsides.biz/

Sito Bloodred Horizon: http://www.bloodred-horizon-records.com/